Il racconto di Napoli come città dai “mille colori” ingloba anche la versione di Domenico Rea, che con “Ninfa plebea” vinse il Premio Strega nel 1993.Per parlare di questo romanzo e per inaugurare la nuova stagione di “Stregonerie” è venuta a Benevento la scrittrice Viola Ardone. “Riprendiamo in presenza -ha detto Isabella Pedicini, curatrice della rassegna insieme a Melania Petriello- con grande emozione, per dare un segnale di speranza per il futuro, ricominciamo, ricreando quasi un’atmosfera da Decameron”.
Nella sede del noto liquore, l’autrice de “Il treno dei bambini” e di “Oliva Denaro”, è stata intervistata dal giornalista del Tgr, Alessandro Di Liegro. L’anno scorso è stato il centenario della nascita di Rea, ma lo scrittore napoletano è stato un po’ dimenticato e forse sarebbe ora di riscoprirlo. Lo stesso libro “Ninfa plebea”, da cui Lina Wertmuller trasse un film, è introvabile e si parla di una sua ripubblicazione nella prossima primavera per conto della casa editrice Bompiani.
“Questo romanzo –ha esordito Ardone- è un po’ carsico, si è inabissato e ogni tanto riappare. La vicenda si svolge tra le seconda metà degli anni trenta e il 1943, ma parla di un mondo ancora più arcaico, come si evince anche dalla lingua usata. La narrazione di Rea è allo stesso tempo naturalistica e favolistica. Siamo a Nofi, nome inventato al posto di Nocera Inferiore, dove lo scrittore ha vissuto. Si tratta di una storia aspra e selvaggia, permeata da erotismo e desiderio, in cui la protagonista, Miluzza, è un oggetto, una preda, con un destino segnato, quello della prostituta, ma che trova un lieto fine nel matrimonio”.
Il confronto con Oliva Denaro è venuto quasi spontaneo. Le due storie hanno tratti comuni. Le due donne hanno la stessa età, sono entrambi stuprate. Ma rispetto a Miluzza, Oliva, che rappresenta la vicenda della siciliana Franca Viola, rifiuta il matrimonio riparatore. Questa ribellione aprirà la strada al cambiamento delle leggi italiane. “In Ninfa plebea -ha rilevato Ardone- affiorano tanti aspetti che richiamano la novella “Andreuccio da Perugia”, l’arrivo di Renzo a Milano ne “I Promessi Sposi” ed il paese dei balocchi di Pinocchio. Quando Miluzza arriva a Napoli scopre il rovesciamento carnevalesco del mondo, col brulicare di tante genti, con tante attività e movimenti. Lo stesso sentimento di Rea sull’universo napoletano”.
La città partenopea è stata raccontata in tanti modi, come favola, cartolina oppure come inferno e disperazione. Quando qualcuno dal pubblico ha chiesto alla scrittrice, quale Napoli preferirebbe, lei ha risposto così: “E’ positivo che ci siano più punti di vista. Dal vicolo di Raffale Viviani alla Napoli della Ferrante, le sfumature narrative possono essere tantissime. Anche “Gomorra” è un modo di narrare, perché quando vai nel territorio della letteratura, tutto è lecito, tutto è metaforico, tutto è reale”.
Dopo il successo de “Il treno dei bambini”, Viola Ardone oggi è presente nella top ten dei libri più venduti con “Oliva Denaro”. Quali sono i suoi modelli narrativi? “Sono molto diversi -spiega la scrittrice- mi piace molto la narrazione di Natalia Ginzburg di Lessico familiare, amo molto il mondo realistico e magico di Italo Calvino, ma anche la scrittura dei narratori russi dell’ottocento e la narrativa americana”.
Una spinta alla divulgazione della lettura arriva certamente dagli appuntamenti annuali, che finiscono sotto i riflettori televisivi. Quale opinione ha di queste kermesse? “Penso che i premi letterari -osserva Ardone- siano importanti per orientare il pubblico ed accendere il dibattito. Ma sarebbe bello e meglio parlare più spesso di libri al di là degli eventi. Sono molto contenta che i miei due libri siano entrati anche nel cuore degli studenti, perché molti insegnanti li hanno consigliati per la lettura durante le vacanze estive e natalizie. Quando un libro entra in una casa, lo leggeranno il ragazzo e i suoi familiari”.
Per un consiglio ad un giovane scrittore, suggerisce di scrivere una storia che conosce bene, di confrontarsi con altri e con chi sta nel settore. Poiché Ardone è anche insegnante, abbiamo approfittato per chiederle un parere sui problemi della scuola in questi difficili tempi di pandemia. “Io sono per le scuole aperte -ha precisato- la scuola dovrebbe chiudere per ultima, quanto tutto è chiuso, perché non è vero che la scuola non produce ricchezza, ma è l’origine della ricchezza del nostro paese. Quindi è veramente da proteggere ad ogni costo e con tutti i mezzi. Cosa scriverò per il futuro? Voglio tornare a Napoli. Con Oliva Denaro sono stata in Sicilia, ora vorrei tornare nella mia città, con una storia degli anni ottanta”.
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