Il presidente attacca e chiede trasparenza. Il direttore dice che ha fatto tutti i passi con la massima chiarezza. Se fossimo in una banda, diremmo che il confronto si sta svolgendo a colpi di grancassa. Ma siamo al Conservatorio di Benevento, dove si approssima la riconferma o il rinnovo della presidenza, dopo la scadenza triennale. “Ho inviato una lettera a tutti gli organi competenti -denuncia Antonio Verga, attuale presidente- per chiedere l’immediata pubblicazione sul sito dell’istituto culturale degli atti per la composizione della terna dei candidati, per conoscere i nomi degli aspiranti presidenti”.
La selezione spetta al Consiglio Accademico, che valuta le domande, sceglie tre nomi da inviare al Ministero dell’Università e della Ricerca, tra i quali sarà nominato il presidente del Conservatorio. “Ho seguito la procedura prevista- fa sapere il direttore Giosuè Grassia- sono arrivate sette domande, lunedì scorso abbiamo individuato la terna e nella stessa giornata l’abbiamo mandata a Roma. Tutti i nomi, sia dei concorrenti che dei prescelti, si possono leggere sulla nostra pagina istituzionale, aperta a tutti”.
Il Consiglio Accademico, composto dal direttore, da 8 docenti e 2 alunni, ha individuato una terna formata da Caterina Meglio, Antonio Rossi e Antonio Verga. Gli altri che si erano autocandidati sono Ferdinando Creta, Amedeo Blasotti, Bruno Colasanto, Antonio D’Argenio. Ma tutto il meccanismo seguito suscita ancora perplessità ed interrogativi, soprattutto per il presidente in carica, che ritorna sulla questione con un secondo comunicato, perché ritiene che le scelte siano incomplete e soprattutto superficiali.
“Hanno stracciato i criteri imposti dalle sentenze del Tar -ribatte Verga- tra i documenti allegati manca uno straccio di verbale e finanche il numero di protocollo. Tutto è avvenuto in tutta fretta. Non si comprende perché. A chi giova tutto questo? Ci voleva più tempo per valutare i corposi curricula di tante personalità che si sono proposte. II rischio è quello che il ministero possa richiedere una riformulazione della terna o l’integrazione della documentazione. Bisogna rendere pubblico il verbale e rispettare le norme”.
Chi sono i tre selezionati? Caterina Meglio è laureata in Giurisprudenza,ha lavorato al Cnr, ha un’intensa esperienza culturale e gestionale, è stata presidente del Conservatorio per due trienni, dal 2013 al 2019, mentre Antonio Rossi è laureato in Economia e Management, è componente del Collegio Sindacale dell’Ifinvest Spa e Revisore Unico della Samte, l’azienda provinciale che si occupa dei rifiuti. Il presidente Verga è geologo, docente di matematica, componente tecnico dei Distretti Turistici della Campania.
Per il Conservatorio “Nicola Sala”, uno dei problemi più urgenti è il potenziamento della pianta organica. Presso l’Istituto di Alta Formazione Musicale lavorano attualmente104 docenti. Gli iscritti sono circa mille. “Mancano una decina di insegnanti -rileva il direttore- aspettiamo che il ministero proceda alle nomine. Da quando l’insegnante d’inglese è andata in pensione non è stata più sostituita. Poi ci sono altri 35 che lavorano a modulo, cioè con contratti di collaborazione. Io li chiamo i “rider della cultura”. Più volte ho sollecitato un intervento per la loro stabilizzazione. Spero si andrà presto in questa direzione, attraverso una graduatoria nazionale. Sono figure importanti per la didattica”.
La scuola ha attratto docenti e studenti da tutta la Campania ed oltre. Accanto alle discipline più tradizionali dello studio del pianoforte e del violino è molto gettonata recentemente quella del canto, dal pop al jazz, dal lirico al napoletano. “Il mondo vuole cantare -osserva Grassia- è un fenomeno sociale. Alcune attività in difficoltà si stanno riprendendo. Tra queste quelle relative al corno, all’oboe, al fagotto. Molto bene va la musica elettronica. Siamo quinti in Italia. Tra luglio ed ottobre scorso abbiamo laureato circa 200 studenti”.
Quali problemi si trova ad affrontare il Conservatorio ai tempi del coronavirus? “I gruppi più consistenti, di 30 o 40 alunni -conclude il direttore- visti anche gli spazi non grandi, si alternano un po’ con la Didattica a distanza, con presenze scaglionate, mentre le classi di poche persone continuano in presenza. Speriamo di poter accedere presto alla struttura di piazza Piano di Corte, il Palazzo degli Scolopi, da poco ristrutturato e che richiede solo poche sistemazioni, alcune suppellettili, la caldaia per il riscaldamento e l’uscita di sicurezza. Il ministero ci ha concesso cinque figure di coadiutori e cinque tecnici amministrativi. Per noi è stato un miracolo. Con questo ampliamento potremo lavorare meglio per traguardi più ambiziosi”.
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