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Il rettore Canfora: "I nostri laureati hanno creato tante imprese" - Farinetti: "Basta critiche. Diamoci da fare. E' una fortuna nascere al Sud"
 

ven 28-01-2022 23:51 n.135, a.e.

Il rettore Canfora: "I nostri laureati hanno creato tante imprese"

Farinetti: "Basta critiche. Diamoci da fare. E' una fortuna nascere al Sud"


"Questa meravigliosa università, “artigiana”, nel senso che è giovane, piccola, ma fichissima, dove due anni fa è venuto il presidente Mattarella, mi ha colpito molto.Come la città di Benevento. Ci vengo per la prima volta e confesso che l’ho trovata più bella di quello che immaginavo. Sono rimasto incantato dalla Chiesa di Santa Sofia e dall’Arco di Traiano, con tutte le sculture integre, due robe pazzesche. Io poi sono un fanatico di Traiano, che per aiutare i bambini che morivano di fame attuò la prima patrimoniale della storia, imponendo ai patrizi di versare il cinque per cento della loro ricchezza”.

Con queste parole di entusiasmo e apprezzamento, l’imprenditore Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, ha salutato l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università del Sannio, svoltasi presso l'ex Chiesa di Sant’Agostino. All’evento, aperto dalla relazione del rettore Gerardo Canfora, ha partecipato in collegamento anche il ministro del Mezzogiorno e della Coesione Territoriale, Mara Carfagna. Per gli studenti ha parlato Alessandra Maria Fiorenza, mentre per i dipendenti è intervenuto Fabio Corsale.Per il comune ha portato il saluto il vicesindaco Francesco De Pierro. La chiusura è stata affidata ad una prolusione di Emiliano Brancaccio, docente di Politica Economica.

“Non posso nascondere l’emozione e la gioia -ha esordito Canfora- nel rivedere questo auditorium finalmente di nuovo popolato dalla nostra comunità accademica. L’apertura di questo nuovo anno è il segnale della ripartenza, nonostante la pandemia continui a sconvolgere la nostra vita. Proprio in questi momenti di incertezza si torna a guardare alla ricerca, alla scienza, alla cultura e quindi all’Università, per trovare nuovi strumenti per affrontare il futuro, che noi vogliamo inclusivo e sostenibile”.

Il rettore ha ricordato la duplice vocazione dell’ateneo sannita, cha da quando è nato, 24 anni fa, ha cercato sempre di coniugare insieme il senso di appartenenza alla comunità scientifica internazionale ed il radicamento sul territorio, combinando nella sua missione il "saper fare" col "saper essere". E i risultati si vedono. Secondo un’indagine di Alma Laurea, gli studenti sono soddisfatti per oltre il 90 per cento. Nella classifica globale relativa alla ricerca, l’Unisannio si colloca al posto 261 su 1662 atenei valutati.

La relazione si è soffermata poi su una carrellata di importanti riconoscimenti raccolti da alcuni allievi. “Ma il dato che ci rende maggiormente orgogliosi -ha evidenziato il rettore- è l’aver censito ben 21 imprese avviate o gestite da ex studenti del nostro Ateneo, che operano su tutto il territorio nazionale e, in alcuni casi, anche a livello internazionale, occupando circa 450 dipendenti,con un fatturato di quasi 100 milioni di euro. Tra i progetti a cui  prendiamo parte mi limito a richiamare quello denominato “Modelli Organizzativi e Innovazione Digitale” ed il nuovo Ufficio per il Processo per l’efficienza del Sistema Giudiziario”,  che ci vede collaborare con sei università e diversi tribunali”.

L’ateneo sannita conta 5 mila iscritti e ben 1200 immatricolazioni. La scelta dei giovani dopo il diploma non sempre dipende dalla qualità dell’offerta formativa, ma spesso è collegata a  ciò che c’è intorno e a ciò che ci sarà dopo. “Per questo -ha sottolineato il ministro Carfagna- dobbiamo costruire un contesto amico, con trasporti più moderni e città più green. Questo è l’obiettivo dei 3 miliardi di euro stanziati col Pnrr per il sistema universitario del sud, dei 109 milioni, previsti per il potenziamento e l’ammodernamento della Benevento-Cancello, degli altri fondi assegnati alla Napoli-Bari, alla Stazione di Benevento, alla rete viaria, all’edilizia scolastica, alle farmacie rurali”.

La lezione di Farinetti è stata caratterizzata da una spruzzata di ottimismo. L’imprenditore piemontese ha decantato le potenzialità del sud e la fortuna di essere nati in Italia, “il paese più bello del mondo”, per il patrimonio culturale, la biodiversità agroalimentare e la cucina. C’è solo un problema: gli italiani devono imparare ad essere simpatici e saper raccontare il loro territorio. “Non serve criticare e lamentarsi -ha osservato- bisogna aiutare ed impegnarsi, passare dalla paura al coraggio.La fortuna delle fortune è nascere al sud, per le sue bellezze. Io ho avuto successo con la pasta e la pizza, non con la polenta. La Thailandia è gettonatissima anche se non ha le infrastrutture. Non servono patrioti e sovranisti. Se volete vincere, dovete collegarvi col mondo, con la terra, come ho fatto io. Senza il sud l’Italia è morta. Io abolirei il Ministero del Mezzogiorno”.

La manifestazione si è conclusa con la stimolante relazione di Brancaccio su “Critica e Crescita della Conoscenza in economia”, che partendo dalla domanda su cosa sia scientifico e cosa invece no, si è snodata sull’importanza della competizione tra gli atenei. “La dialettica -ha detto Brancaccio- la critica, tutto questo tumulto nella cittadella accademica, rappresenta il vero motore del progresso scientifico. Non credo sia un peccato di vanità, se ricordo i tanti confronti fatti da me con grandi economisti, come quello sulle politiche di austerity, ai tempi di Mario Monti, che riconobbe che la sua azione non aveva portato alla riduzione dei tassi d’interesse, apprezzando la mia spiegazione e affermando pubblicamente che avevo fatto “un chiarimento perfetto”.

L’economista, che collabora con diversi giornali e riviste e ha partecipato a dibattiti televisivi e convegni anche coi capi del Fondo Monetario Internazionale, ha ripercorso alcune tappe significative delle sue critiche al capitalismo sfrenato ed in particolare la teoria racchiusa nel "Monito" lanciato con altri studiosi, con l’Università del Sannio capofila, contro le politiche deflattive, che fu pubblicato anche dal “Financial Times”.

“Dimostrammo – ha concluso Brancaccio-  che una maggiore flessibiità non avrebbe favorito un aumento dell’occupazione, ma che tutti i dati convergevano verso la precarizzazione del lavoro. Anche l’Ocse dovette riconoscerlo. Queste sfide scientifiche dimostrano che i Davide del sud, le piccole univesità, possono competere e pungolare i Golia del nord, cioè le grandi univesità, segnalando errori.Questa dialettica sarà ancora possibile in futuro solo se la politica universitaria manterrà un minimo di equilibrio economico tra i Davide dei piccoli atenei del Sud e i Golia delle grandi istituzioni del Nord.Vogliamo difendere questa concezione universale e paritaria dell’Accademia, non per interessi di bottega, ma nell’interesse generale del progresso scientifico".

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