Il canto dell’inno ucraino ha aperto il flash mob svoltosi in Piazza Castello. Una comunità di donne, che lavorano a Benevento, in gran parte come badanti, ha lanciato un grido di fratellanza contro la guerra in corso nella loro terra. Nei loro occhi lacrime e paura per i familiari, soprattutto per i bambini, costretti a nascondersi nei rifugi o nella metropolitana, per scampare alle bombe scagliate dagli aerei russi. Alcune portano sul petto, dal lato del cuore, i colori della loro bandiera: il blu come il cielo, il giallo come il grano.
Il coro è guidato da Tetyana Shyshnyak, soprano, che vive a Benevento da 17 anni e guida l’associazione culturale “Orbisophia”. “Invitiamo gli artisti a partecipare al nostro progetto “Vox Pacem”- esorta la cantante- per far vincere la bellezza e la pace. Uniamoci, diffondiamo armonia e serenità. Non state a casa. Nessuno deve fare la guerra”. Le parole dell’inno si diffondono nell’aria insieme ai palloncini. “L’Ucraina non è ancora morta -gridano- né la sua libertà. Noi la proteggeremo con tutte le forze. Gloria agli eroi. I nemici scompariranno come rugiada al sole”. Alcune urlano contro Putin paragonandolo ad Hitler. Al flash mob e al successivo girotondo hanno partecipato gli studenti dell'Alberti.
Gli ucraini residenti a Benevento sono 410, in tutto il Sannio poco più di mille. Le donne vogliono parlare, hanno tante storie da raccontare. “Io abito in Ucraina da 60 anni – spiega Olga- i miei genitori stanno in Russia. Mio fratello Valery ha 50 anni ed è colonnello dell’esercito russo ed ora dovrebbe andare a combattere, per uccidere i miei nipotini che vivono in Ucraina. Capite, quanto è assurda la guerra? Se non parte, rischia la condanna del tribunale”. “Dobbiamo fermare Putin in tutti modi -aggiunge Oxana- noi vogliamo essere liberi. Voi pensate al gas e non alla vita dei bambini”.
Per manifestare vicinanza e solidarietà al popolo ucraino è intervenuto anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella. “Il mio pensiero -ha detto il primo cittadino- va ai bambini, alle mamme e ai papà, che stanno vivendo l’angoscia della guerra, scatenata in modo sconcertante e irrazionale da Putin. Qui sentitevi come in famiglia. L’assessorato ai servizi sociali è a disposizione. Invito il mio popolo a rendersi disponibile per l’ospitalità. La senatrice Lonardo chiederà un corridoio umanitario per gli eventuali ricongiungimenti”.
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