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Don Ciotti agli studenti: "Non c'è legalità senza uguaglianza" - La nascita del presidio di Libera contro le mafie e il ricordo di Flavio
 

ven 11-03-2022 19:27 n.152, a.e.

Don Ciotti agli studenti: "Non c'è legalità senza uguaglianza"

La nascita del presidio di Libera contro le mafie e il ricordo di Flavio


La sala è piena di studenti attenti, accompagnati dai loro insegnanti. Sul fondo campeggiano grandi foto in bianco e nero di Raffaele Delcogliano e Aldo Iermano, uccisi dalla violenza criminale e terroristica nel 1982. Il momento è solenne e commovente. Presso l’Istituto Industriale Bosco Lucarelli di Benevento sta per nascere il presidio di Libera. Tutti vogliono ascoltare don Luigi Ciotti, che è venuto a suggellare l’importante iniziativa. La dirigente Maria Gabriella Fedele dice che “non è mai stata così emozionata”. La memoria delle vittime di mafia è accompagnata dal ricordo struggente di Flavio Ventura, lo studente scomparso a 16 anni in un tragico incidente stradale il 15 gennaio scorso .

Il presidente nazionale di Libera, però, vuole sentire prima cosa pensano i ragazzi della società e del mondo. Al microfono si alternano così Nicolas, Eleonora, Giovanni, Antonio, Rolando. Vogliono sapere della guerra in Ucraina, del futuro dei giovani, dell’importanza della legalità. “Il cambiamento che noi desideriamo -esordisce don Ciotti- non dipenderà da navigatori solitari, ma da tutti noi. Comincia dalle piccole cose, dalla quotidianità. Non siamo chiamati ad essere speciali, ma ad essere veri ed autentici. Voi siete appassionati, intelligenti, creativi, non vi dovete scoraggiare, vivete da protagonisti e non da spettatori”.

Il messaggio d’incoraggiamento e speranza è forte. Il dialogo continua sulla criminalità organizzata, sull’inquinamento, sui diritti, sulla libertà. Don Ciotti ricorda che è il momento di unire le forze e i pensieri contro la rassegnazione di che pensa che “tanto le cose non cambieranno mai”. Sa che i ragazzi non hanno bisogno di promesse, ma di concretezze. “So che in questa vostra terra -rileva- c’è stato un rigurgito di presenza criminale con dei segni inquietanti nella Valle Caudina. Ma ci sono anche le istituzioni che sono vigili. Dobbiamo aiutarle a contrastare meglio i pericoli col nostro coraggio e la nostra responsabilità. Sapendo che non c'è legalità senza uguaglianza".

La preside e uno studente raccontano che l’idea di aprire le porte a Libera fu della docente Benedetta Rotili, scomparsa da qualche anno. “Fu proprio lei -spiega Fedele- a suggerire che il modo migliore per avvicinare i ragazzi al tema della legalità  sarebbe stato quello di riscoprire le vicende dei due beneventani Delcogliano e Iermano. Per questo il presidio sarà intitolato ai due nostri concittadini”. Il primo approccio sull’argomento cominciò nel marzo 2015. Per ricordare questa tappa significativa è stato proiettato un video con tante immagini di giovani in corteo contro la violenza.

Il cuore dell’intervento di don Ciotti è la criminalità organizzata, che negli ultimi due anni, con la pandemia, ha esteso i suoi tentacoli nei più svariati settori. “Le mafie -ha osservato- non ci rendono liberi, sono più forti di prima. Il loro campo non è solo quello della droga e dell’usura. Si parla, infatti, sempre più spesso di Ecomafie, Agrimafie,  Ristomafie e Cybercrimine. C’è una sorta di tacita normalizzazione. Il fiume della droga arriva anche nel vostro territorio. Dobbiamo insorgere insieme, famiglia, scuola e società”.

Poi la riflessione si è spostata sulla guerra in corso in Ucraina. Mentre parlava di pace, il mondo ha continuato ad armarsi, come dimostra la spesa impressionante registrata recentemente nell'acquisto di armamenti. “Abbiamo avuto -ha evidenziato don Ciotti- una “pace armata”. Chi parla delle 33 guerre in atto sulla terra? Le responsabilità del conflitto russo -ucraino sono da una parte e dall’altra, ma non si fa così per risolvere i problemi. Qui sono calpestati i diritti umani, sanciti dalla Dichiarazione Universale del 1948”.

Il referente provinciale di Libera, Michele Martino, ha ripercorso il lungo elenco delle vittime sannite della criminalità organizzata e ha chiesto affetto e calore per i familiari presenti in sala, ricordando  che sul territorio operano diversi clan e che ci sono beni confiscati. La capo scout di Flavio, Sara Scuderi, ha invitato don Ciotti a consegnare la tessera di Libera  ai genitori del compianto studente. Un modo simbolico per rinnovare l’impegno nel sociale che aveva intrapreso. La sala dell’incontro sarà intitolata presto a Flavio.

Ad ascoltare don Ciotti c’era anche l’arcivescovo Felice Accrocca. Il ragionamento del fondatore di Libera ha affrontato, in conclusione, il tema della povertà e della disoccupazione giovanile, con un “rimbrotto” sull’uso dei telefonini. “Nessuna demonizzazione di internet -ha fatto notare- ma spesso si confondono le connessioni con le relazioni. Ci stiamo impoverendo. Forza ragazzi, continuate a sognare. Vi auguro di essere come l’uccello notturno, simbolo dei monaci antichi, cioè come il gufo o la civetta, che coi loro grandi occhi riescono a vedere nel buio e cantano nella notte, nella certezza che la speranza o è di tutti o non è speranza”.



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