Sulle onde del tango, del cinema, della nostalgia, della bellezza, del dialogo per la pace, sempre più necessario in questi tempi difficili e tormentati. Uno spettacolo di note e colori per collegare idealmente Roma con Buenos Aires. Protagonista e mattatore, Mario Stefano Pietrodarchi, col suo bandoneon, che affascina ed incanta il pubblico, che ancora una volta ha riempito l’Auditorium di Sant’Agostino, per il terzo appuntamento della Stagione Concertistica, organizzata dall’Accademia di Santa Sofia.
Il musicista appare sul palcoscenico innalzando al cielo il suo strumento, vestito di nero, con un foulard giallo azzurro e verde. Accompagna la musica col corpo, in una splendida simbiosi col Quintetto d’archi, composto da Alessia Avagliano, primo violino, Annastella Gibboni, secondo violino, Martina Iaco, viola, Alfredo Pirone al violoncello e Gianluigi Pennino al contrabbasso. Siamo immersi in una performance senza confini.
Il concerto sembra realizzare in pieno il senso delle parole di Pierpaolo Forte, docente dell’Unisannio, che poco prima ha spiegato il concetto di “arte senza frontiere, strumento di dialogo", utile soprattutto in questo momento, e ha ricordato che a Odessa è stato scritto “O sole mio”. Mario Stefano Pietrodarchi suona sin da quando aveva nove anni ed è considerato uno dei più importanti fisarmonicisti e bandoneonisti al mondo.
"La sua tecnica è impressionante -rileva Monica Carbini per l'Accademia di Santa Sofia- l'artista si lascia trasportare, ora tuffandosi in una trance affascinante e potente, ora risalendo in superficie con divertita e giocosa consapevolezza, ora calandosi nella drammatica e impetuosa passionalità del tango, ora scivolando nella soavità di una preghiera in musica". Il repertorio parte con le colonne sonore di Ennio Morricone, da “Nuovo Cinema Paradiso” a “Mission” a “C’era una volta il West”.
Continua con quelle di Nino Rota, per un omaggio a Federico Fellini. Riviviamo per incanto in rapida successione le scene memorabili de “La dolce Vita”, di “Amarcord”, di “8 e 1/2". Il viaggio da Roma a Buenos Aires fa tappa in Argentina per festeggiare i cento anni di Astor Piazzolla con i brani “Oblivion”, “Adios Nonino”, dedicata al padre, la “Milonga del Angel”, “Jorge Adios” e “Vuelvo al sur”, che in Italia fu interpretato da Milva.
Il concerto si chiude con il ritmo dolce e travolgente di “Le Grand Tango”. Con un regalo imprevisto: la musica di Nicola Piovani tratta dal film “La vita è bella”, con la toccante e commovente “Buon giorno Principessa” e la più popolare “Beautiful that Way”. Poi Pietrodarchi ritorna per il bis, suonando l’attesissimo e famosissimo “Libertango” di Piazzolla. Il musicista posa il suo bandoneon e imbraccia una meravigliosa fisarmonica.
L’appuntamento musicale è stato coronato dalla solidarietà col popolo ucraino. Per dare un aiuto concreto, l’Accademia di Santa Sofia, l’Università del Sannio, la Commissione Cultura del Comune di Benevento e la Comunità di Sant’Egidio, hanno realizzato una raccolta fondi, il cui ricavato sarà interamente devoluto a sostegno della popolazione dell’Ucraina. Perché la musica e l’arte possono servire a costruire ponti e la pace.
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