Cosa cambierà per l’Arco di Traiano con l’inserimento nell’elenco dei monumenti nazionali? Quali vantaggi avrà la città di Benevento con questo importante riconoscimento? Come si potrà sfruttare questa carta per il rilancio turistico? Un fiorire di domande nasce spontaneo dopo il primo passo fatto al Senato, che, il 23 marzo scorso, ha deciso all’unanimità di dichiarare l’Arco di Traiano “monumento nazionale”. Per l’approvazione definitiva del disegno di legge, però, bisognerà attendere il voto conclusivo della Camera.
“Per portare il provvedimento in aula -racconta la senatrice Danila De Lucia, prima firmataria della proposta- ho impiegato un anno. Sto cercando di accorciare i tempi, visto che la presidente della commissione cultura della Camera è Vittoria Casa, del Movimento Cinque Stelle. Auguratevi che non cade il governo. Col riconoscimento non cambia moltissimo. Ma entrando tra i monumenti nazionali l’Arco avrà delle priorità per la tutela. Potrà contare sui fondi per gli Archi Romani.Godrà sicuramente di una maggiore attenzione sul piano turistico. Ora tocca a noi tenercelo ben conservato e protetto”.
La conquista del “titolo” è stata lunga e faticosa. Se ne cominciò a parlare già dopo l’Unità d’Italia. Fu approntato anche l’elenco di tutte le richieste arrivate, per ottenere il riconoscimento di monumenti nazionali, ma non si arrivò a concretizzare nulla. Nel 1902 partirono nuovi tentativi, che svanirono presto. Nel 1940, in pieno fascismo, il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Bottai, con un regio decreto, dichiarò monumenti nazionali tutte le cattedrali italiane. Tra queste quelle di Sant’Agata dei Goti e Benevento, che, però dopo i bombardamenti, fu cancellata. Per il Sannio rimase solo la chiesa saticulana.
“Questo sudato riconoscimento -osserva Francesco Morante, presidente dell’Archeoclub- non serve teoricamente a niente, perché, in realtà, in base alla legislazione vigente, l’Arco di Traiano è già vincolato per la Sovrintendenza, essendo patrimonio comunale. Però rappresenta una grande operazione d’immagine. Un po’ come il Benevento in serie A. Su questo si dovrà lavorare con intelligenza e fantasia. Per non avere solo visitatori frettolosi e di passaggio, ma veri turisti incuriositi di conoscere la città”.
Una spinta alla valorizzazione del monumento dovrebbe arrivare dal progetto del comune, intitolato “Emozionare è valorizzare”, che punta alla risistemazione di tutta l’area, con una nuova pavimentazione, con sedute in pietra, uno spazio per piccoli eventi, un lapidarium, che consenta di mettere in mostra gli ultimi reperti. “Voglio ricordare una curiosità -evidenzia De Lucia- presso l’Istituto d’Arte di Firenze si trovano i calchi dell’Arco di Traiano. Stanno nell’Aula Magna, dove si tengono incontri e convegni di altissimo valore culturale. Sto pensando di contattare il preside per creare un percorso insieme”.
Per approfondire l’evento, l’Archeoclub di Benevento ha dedicato uno dei suoi incontri proprio alla storia dell’Arco di Traiano, ai pannelli che raccontano le imprese dell’imperatore romano, che regnò dal 98 al 117 dopo Cristo, portando avanti una politica saggia che, secondo gli storici, anteponeva le ragioni della giustizia e della pace sociale a quelle della guerra.“Questo sarebbe dimostrato -fa notare Aglaia McClintock, docente all’Unisannio- dalla dea rappresentata sulla chiave di volta dell’Arco, che per me è Nemesi, divinità ispiratrice di Traiano, intesa come giustizia. Forse per questo motivo, l'optimus princeps, è stato l’unico pagano ad essere inserito nel paradiso dantesco”.
La costruzione del famoso monumento, iniziata nel 109, sarebbe stata completata nel 114. Fu eretto per celebrare l’imperatore, in occasione dell’inaugurazione della Via Appia, che collegava Roma con Brindisi. La scena più nota è quella della “Institutio Alimentaria”, una specie di patrimoniale sui proprietari terrieri per creare un fondo per l’assistenza ai fanciulli poveri e bisognosi. Nei pannelli decorativi si leggono i momenti più importanti del suo regno, le campagne militari, la pacificazione con la Germania, il ciclo delle stagioni, i sacrifici agli dei, i trionfi, l’accoglienza nelle province, l’approdo nell’Olimpo.
Una storia che hanno dovuto ripercorrere tutti i senatori nel giorno del voto sul disegno di legge.“Quella mattina -conclude De Lucia- tutte le forze politiche sono intervenute con profondità e attenzione sull’argomento. Io stessa mi sono emozionata e poi sono andata dai colleghi a ringraziarli ad uno ad uno, perché davvero avevano studiato e lavorato, non solo sul valore artistico ed architettonico dell’Arco, ma anche sulla figura di Traiano. Questo fatto rappresenta, quindi, un grande momento di pubblicità. Ci offre un occasione per fare un’operazione di marketing, che non dobbiamo sprecare”.
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