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Le armonie superbe di Uto Ughi e Bruno Canino tra Beethoven e Bizet - Affascinante e brioso concerto nell'Auditorium di Sant'Agostino
 

lun 25-04-2022 23:36 n.171, redazione

Le armonie superbe di Uto Ughi e Bruno Canino tra Beethoven e Bizet

Affascinante e brioso concerto nell'Auditorium di Sant'Agostino


Nelle mani di Uto Ughi il violino diventa un essere umano, che piange, che grida, sussurra, danza, a cominciare già dal primo brano musicale, "La Ciaccona in Sol minore" di Tomaso Antonio Vitali. Mentre il pianoforte, sotto le dita di Bruno Canino, infonde un ritmo frenetico e dolce, morbido e gagliardo. I due maestri partono alla grande suscitando forti emozioni nel folto pubblico, accorso nell'Auditorium di Sant'Agostino, per il concerto di beneficenza, organizzato dall'Accademia di Santa Sofia, in collaborazione con l'Università del Sannio.

Il ricavato andrà alla Comunità di Sant'Egidio, che organizzerà un'iniziativa per aiutare i bambini del quartiere di Santa Maria degli Angeli, col progetto “la scuola della pace”, che punta sull'integrazione e l'inserimento scolastico. Le due star mondiali della musica si immergono con raffinatezza e scioltezza nelle note di Ludwig Van Beethoven, eseguendo la Sonata n.9 in La Maggiore, navigando tra l'adagio sostenuto e l'andante con variazioni.

"Ci sembra di assistere -rileva l'addetto stampa Monica Carbini- al compendio storico e stilistico, all’estratto incarnato e sublimato dell’enciclopedia musicale universale. Davanti ai nostri occhi passa la storia del violinismo con Uto Ughi, lombardo, classe 1944, e quella del pianoforte con Canino, napoletano, classe 1935".

I due musicisti sono considerati ambasciatori della cultura, dell’arte, dello stile e dell’eccellenza italiana nel mondo. Per presentarli sono bastate poche parole a Massimo Squillante, docente Unisannio, che ha ricordato, tra l'altro, una famosa frase del matematico napoletano Renato Caccioppoli: "Nella vita ci sono tre cose per le quali vale la pena di vivere: la matematica, la musica e l'amore".

La seconda parte del concerto prevede Méditation da Souvenir d’un lieu cher Op. 42 (Ricordo di un luogo caro) una raccolta di tre brani completata da Pëtr Il'ič Ĉaikovskij (1840 – 1893) nel 1878 e ispirata ai ricordi di un luogo caro, la tenuta di campagna a Brailov, Ucraina, di Nadezhda von Meck, sua amica e protettrice. Qui il romanticismo eloquente e suggestivo evoca un grande struggimento nostalgico, vibrante di passione sulle corde del violino di Ughi e sui tasti del pianoforte di Canino.

Ultimo brano in scaletta La Fantaisie de Carmen op. 24 (1883) di Pablo Martín Melitón de Sarasate y Nevascués, primo musicista spagnolo dell'Ottocento a conquistarsi fama europea. Il compositore, considerato il Paganini spagnolo, trascrisse alcune delle pagine più note dell'opera omonima di Bizet, prima citandole poi arricchendole con creative arditezze compositive e vorticose variazioni violinistiche. Ma nella sua Fantaisie, Sarasate non tradì mai le atmosfere briose e flautate della Carmen.

Il pubblico applaude entusiasta e instancabile la generosa performance, chiama e richiama fuori gli artisti, fino a ottenere il desiderato bis, che arriva con La Ridda dei Folletti, Scherzo fantastico op. 25, folgorante composizione virtuosistica di Antonio Bazzini (1818 – 1897), discepolo di Paganini. Un gran finale per un concerto affascinante e superbo.

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