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Carmine Nardone:"Puntiamo su Ecomagazzini ed Ecoserre" - Come sfruttare i Parchi Eolici del Sannio e le cave abbandonate
 

ven 20-05-2022 23:24 n.181, a.e.

Carmine Nardone:"Puntiamo su Ecomagazzini ed Ecoserre"

Come sfruttare i Parchi Eolici del Sannio e le cave abbandonate


Agricoltura, territorio, innovazione, sostenibilità, qualità. Su queste cinque parole si può disegnare un futuro nuovo per le aree interne. L’ha capito da tempo l’associazione Futuridea, presieduta da Carmine Nardone, ex presidente della provincia di Benevento, nonché ex deputato. L’ultima proposta si aggancia con la transizione ecologica. “L’abbiamo inviata –spiega Nardone- al ministro Roberto Cingolani. Proponiamo la Pianificazione dei Parchi Eolici e degli Spazi Fotovoltaici, per incentivare la creazione di Ecomagazzini ed Ecoserre. Lo scopo è quello di fermare il consumo di suolo agrario, utilizzando anche cave abbandonate, che in Campania sono 1257, in gran parte ubicate in aree interne. In questo modo ogni azienda agricola conquisterebbe l’autonomia energetica e le stesse comunità locali potrebbero beneficiarne”.

Per il Sannio, dove tanti terreni sono occupati dalle pale eoliche, potrebbe essere una svolta, perché si potrebbe candidare ad ospitare un “Polo dell’Idrogeno”. Su questa tematica Futuridea presentò un progetto diversi anni fa in collaborazione con l’Università e col professor Domenico Villacci. Nella sede dell’associazione, che si trova presso il Musa di Piano Cappelle, è in bella mostra un simpatico motorino rosso ad idrogeno. La nuova idea che partirà a breve è un "Polo delle Arti" nel grande edificio degli ex monopoli tabacchi di Via XXV Luglio. Il presidente Nardone incontrerà per questo presto due ministri.

“Tutte le innovazioni -aggiunge il presidente- che hanno trovato ostilità in passato ora sono ricercate come il pane, grazie alla transizione ecologica di cui si parla tanto. Quando proposi il Mib con Antonio Iavarone, mi recai finanche negli Usa. Ma poi alcuni politici cambiarono idea. Per il rilancio delle zone interne bisogna ritrovare un rapporto positivo con la realtà. Quel capannone che si trova al centro della città a due passi dalla stazione, potrebbe diventare un polo di aggregazione per artisti e artigiani e sala congressi”.

L’associazione per l’innovazione utile e sostenibile partì nel maggio del 2008.Oggi è conosciuta su scala nazionale e internazionale, anche grazie ad importanti partner. Si occupa di scouting, cioè di verifica di tutte le banche dati dei nuovi brevetti e valuta l’impatto, è iscritta nell’anagrafe della ricerca del Miur. Il team è composto, oltre che da Nardone, da Donato Matassino, Maria Beatrice Fucci, Francesco Nardone, Imma Florio, Ilaria Sgambato, Sirena Frattasio e Maria Luisa Varricchio. Il direttore è Massimo Squillante.

“Abbiamo affiancato tanti giovani -rileva il presidente- per il programma “Resto al Sud”, siamo stati accreditati da Invitalia e recentemente sono stati approvati tre nostri progetti,  che vanno dalla birra artigianale alla moda, realizzata con materiali di riciclo. Abbiamo realizzato un‘Ecoserra a San Vitale nel 2014". Il suo amore per le innovazioni risale ai tempi dell’università e allo studio del meridionalista Manlio Rossi Doria. La sua analisi accurata e puntuale è venuta a galla anche nel convegno sulla filiera corta, per la presentazione di "Terra Mia" di Ignazio Catauro, mercatini agricoli promossi e finanziati dal Gal Alto Tammaro, con capofila la Cooperrativa Ape di Alfonso Ciervo.

Non sono mancate strigliate al Psr Nazionale e denunce forti. “Abbiamo studiato tutte le 1500 pagine – conclude Nardone- anche l’Unione Europea ha presentato i suoi rilievi. Questo documento trascura le aree deboli e interne. Dovrebbe ridurre i dualismi, invece li aumenta. Non possiamo attribuire i punteggi in base ai redditi del 2010. Stanno avvenendo fenomeni epocali. Nel mondo è svanita una superficie agraria quanto metà Italia. Sotto i bombardamenti in Ucraina sono scomparse 160 mila specie vegetali. Il sud partecipa solo per il tre per cento ai brevetti. Per cambiare passo bisogna coinvolgere gli agronomi. Che fine ha fatto il monitoraggio delle terre incolte, che spettava ai comuni? Per non parlare delle pastoie burocratiche. Presso la regione giacciono 1300 progetti di giovani, dichiarati ammissibili, ma non finanziabili. A volte, ha detto un contadino, è più facile registrare un bambino che una pecora o un agnello”.

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