Il secondo governo Mastella si appresta a celebrare i duecento giorni del suo cammino. Il grande orgoglio per i lungimiranti orizzonti, disegnati per il futuro, traspare nelle parole felici del vicesindaco Francesco De Pierro, nel giorno della presentazione dei progetti per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Abbiamo progettato -afferma il numero due del comune- opere che cambieranno il volto e l’identità della città, frutto di un lavoro faticoso e sinergico di tutta la macchina amministrativa. Modernizzeremo Benevento”.
I propositi sono ammirevoli. Ma, in realtà, come sta andando la navigazione della giunta mastelliana, in sella dal 26 ottobre scorso? I problemi sul tappeto sono ancora tanti. Dalle opere incompiute, ai fiumi, al depuratore. Dalle risorse del Pnrr può venire davvero un rilancio economico e produttivo della città? “Assistiamo –attacca Luigi Diego Perifano, portavoce di Alternativa- alla totale mancanza di visione strategica, di strumenti di pianificazione. Si sono perse le tracce della famosa variante al Puc, degli indirizzi per il commercio ed il traffico. Si vive alla giornata. Basti pensare che la Cabina di Regia, pubblicizzata come un fiore all’occhiello, non si riunisce da almeno tre mesi. Questo deficit si è trasferito nei progetti per il Pnrr, trasformati in un Piano Straordinario di Opere Pubbliche, senza alcuna ricaduta sull’occupazione giovanile”.
Tra i simboli del degrado e dell'inefficienza spicca la Galleria Malies di Via Rummo, che nelle intenzioni del comune dovrebbe diventare il cuore dell’Urban Center col ritorno all’antica funzione di mercato ortofrutticolo contadino, tipico della cosiddetta “filiera corta”. I finanziamenti sono pronti, ma ci sarebbero altri intoppi da superare. “Qui -osserva Gabriele Corona di Altrabenevento- si è verificata una serie clamorosa di errori. Altro che grande capacità di programmazione, come va sbandierando Mastella. Sono stati fatti lavori e progetti senza collaudo e adeguamento sismico. L’ultimo appalto è stato assegnato ad una ditta di Carinaro, la stessa che dovrà intervenire per l’Hortus Conclusus. Senza carte in regola, come si andrà avanti?”.
Lo smacco più recente per l’amministrazione comunale si registra sull’operazione Terminal Bus, che ruotava intorno alla costruzione di un mastodontico palazzo nell’ex Campo La Salle, attuale approdo dei pullman extraurbani. Il Project Financing, fulcro del Piano Periferie, è saltato, fermato prima dall’Anac e poi dal governo, perché non rispettoso delle percentuali da attribuire al pubblico e al privato. “Andremo avanti -sostiene Mastella- con i finanziamenti pubblici, anche se dovremo modificare e rimodulare l’opera”.
Il progetto era stato presentato dall’architetto Antonio Iadicicco per conto della Lumode, ditta di Gricignano d’Aversa e prevedeva inizialmente un edificio di cinque piani per un investimento complessivo di 9 milioni e mezzo. “Qui hanno combinato un disastro -afferma Corona- perché il privato metteva solo 2 milioni e mezzo, quindi non il 51 per cento come deve essere per il project financing. Ma in quel piano erano previsti anche una grande piscina coperta a Santa Colomba ed un ostello per la gioventù presso l’Ex Orsoline, di cui non si è sentito più parlare. Doveva farli la Geses con un capitale sociale di 40 mila euro”.
Che fine ha fatto l’ipotizzato Terminal da costruire vicino alla Stazione Centrale? Continua il suo iter o è caduto nel dimenticatoio dopo tante proteste? L’idea era quella di utilizzare quella striscia di terra stretta e lunga che costeggia l’ufficio postale. Il progetto preliminare era davvero "avveniristico", perché prevedeva un parcheggio a due piani, con le auto sopra ed i pullman sotto, ma non c’erano le corsie per permettere ai viaggiatori di risalire. Per metterci mano si dovrebbero correggere molti aspetti tecnici ed estetici.
Alle critiche, il vicesindaco risponde con fierezza e durezza. Con i tre progetti approvati sui circa 25 presentati. Si tratta di quelli per l’Edilizia Residenziale Pubblica di Via Nuzzolo, per il recupero della Galleria Malies e l’ex Orsoline, per l’Hub Ferroviario, che prevede il rifacimento della Stazione Centrale e del piazzale, per un investimento totale di oltre 50 milioni di euro. “Questa opposizione- ribatte De Pierro- è strumentale e inconsistente, dimostra una modesta capacità e tanto snobismo per le istituzioni. Il nostro lavoro è talmente proficuo e virtuoso, che in consiglio non sono riusciti a dire una parola. Siamo orgogliosi e speranzosi, puntiamo a ridurre la distanza tra centro e periferia, alla rigenerazione urbana, all’Ecoturismo, alle piste ciclabili, ad una vera città smart e green”.
Gli undici consiglieri dell’opposizione, compatti, hanno preferito affidare ad un documento le loro controproposte, perché avrebbero voluto un confronto diretto col primo cittadino, assente quel giorno per covid. Chiedono una progettazione partecipata, una campagna di discussione, interventi adeguati per le opere incompiute, per l’utilizzo del palazzo Ex Monopoli, per le Case di Comunità, per la mobilità sostenibile, un Polo Turistico e Museale, un Piano del Verde, per la depurazione e il ciclo dei rifiuti.
Il desiderio di molti cittadini è quello di vedere Mastella intraprendente ed attivo sul piano cittadino, come è stato nei mesi scorsi sullo scenario della politica nazionale, in particolare durante l’elezione del Presidente della Repubblica, quando ha furoreggiato da un programma all’altro con i suoi spassosi commenti e suggerimenti. Quei cinque giorni di viaggi Benevento Roma e viceversa sono finiti nel mirino di Altrabenevento, che ha presentato un esposto per l’utilizzo privato della macchina del comune.
“Il sindaco -ricorda Corona- si è fatto togliere 150 multe con motivazioni sbalorditive, affermando che andava a 170 all’ora per proteggere la propria incolumità. La vicenda è rimbalzata nella cronaca nazionale e Mastella ha dato la colpa all’autista, perché lui non ha la patente. Ho chiesto che pagasse di tasca propria queste trasferte nella capitale. Ha annunciato una querela per diffamazione nei miei confronti. Quello che ho denunciato l’ho visto e documentato perché in quei giorni mi trovavo casualmente a Roma”.
Tra i rompicapi c’è sicuramente la questione del depuratore. Quando troverà uno sbocco? Dopo tanti incontri e progetti, nel 2017 sembrava prendere un’accelerazione con l’intervento dell’Autorità di Bacino. Prima si pensò di ubicarlo in Contrada Margiacca, ma lì il territorio era franoso. Quest’anno si è ipotizzato a Santa Clementina, poi su un’ansa del fiume Calore, vicino al cimitero, ma lì ci sono i resti di un villaggio preistorico. Per un pò è balenata l'idea di metterlo a Sant’Angelo a Piesco. Qualcuno propose di utilizzare quello dell’Asi. L’ultima ipotesi è quella di Contrada Scafa, ma ci vuole il progetto esecutivo.
Sul depuratore e sulla Gesesa, intanto, c’è un inchiesta della magistratura in corso, mentre molto da fare c’è ancora sulla questione dei pozzi con la presenza di tetracloroetilene, che continuano ad alimentare Rione Ferrovia e Rione Libertà. Da più parti si chiede che l’acqua del Biferno venga distribuita a tutta la città. Il sindaco annunciò tre anni fa che sarebbe arrivata quella di San Salvatore Telesino, ma questo progetto costato 8 milioni di euro sembra essersi arenato. Ed è arrivata invece la proroga alla Gesesa.
Sul tavolo dell’amministrazione c’è il problema della messa in sicurezza e delle ricostruzione delle scuole. Erano in ballo progetti per 65 milioni di euro. “Il sindaco -sottolinea Corona- è riuscito ad avere dalla regione solo 8 milioni e 900 mila euro per la Silvio Pellico, mentre per la Sala e la Torre i finanziamenti sono del Pnrr. Tredici progetti sono stati bocciati. Alla Pellico hanno speso inutilmente 40 mila euro per adeguamento antincendio, pur sapendo che quel plesso doveva essere abbattuto e ricostruito. La stessa cosa sta accadendo per una scuola alla Ferrovia, per un progetto costato 280 mila euro. E nessuno ne parla”.
Il sindaco ha chiesto di recente al presidente della regione, Vincenzo De Luca, il finanziamento per completare le tre gallerie “sospese”, che collegano Rione Libertà al Viale Mellusi. “A che serve -si chiede Perifano- spendere milioni di euro per realizzare un collegamento che esiste già attraverso il raccordo di Via Fontanelle. Quest’opera poteva avere un senso 40 anni fa. Il futuro dei giovani non si costruisce con le gallerie. L’importante per Mastella è fare nuovi annunci. Vive in una sorta di campagna elettorale permanente. Per la sua politica ha sempre puntato su comunicazione e presenzialismo. Conquista nuovi adepti perché è bravo a massimizzare i benefici del potere”.
Dulcis in fundo il Palazzo di Piazza Duomo, in costruzione dal 1999. Il programma di mandato prevede di realizzare lì “La Casa della Città” con attività commerciali, sale espositive, un video sui bombardamenti del 1943, e sul terrazzo un ristorante panoramico. Fa parte delle incompiute storiche. Con Mastella si sperava che molte di queste trovassero una soluzione. Perché Il sindaco ama le inaugurazioni. Per il Centro Commerciale di Capodimonte, ha suonato con la banda i piatti sulle note della Marcia di Radetzcky.
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