Le aree interne non sono figlie di un Dio minore. Pretendono diritti uguali a quelli delle metropoli. Questo il succo del Forum organizzato dalla Diocesi di Benevento presso il Centro “La Pace”. Tre giorni di confronti e riflessioni, focus e "villaggi tematici" per disegnare un futuro diverso per tanti territori segnati dall’emarginazione e dall’isolamento, per contrastare campanilismi ed egoismi, per spronare istituzioni ed imprenditori a fare squadra e a spendere bene le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Bisogna muoversi – ha sottolineato l’arcivescovo Felice Accrocca- con intelligenza, progettualità ed umiltà. Non possiamo assistere inerti alla morte delle aree interne. Una volta arrivavano i soldi e poi si pensava a spenderli. Ora bisogna imparare a fare progetti sensati, che abbiamo una vitalità futura. Abbiamo visto in passato tante cattedrali nel deserto. Dobbiamo metterci insieme, non ci servono primi della classe, né battitori liberi. Se ognuno andrà per conto proprio, prenderemo schiaffi da tutte le parti".
Il monito del prelato appare rivolto alla classe politica ed imprenditoriale, che nel Sud e nel Sannio, non sempre ha brillato per intraprendenza e lungimiranza. Dal Forum, intitolato con pregnante sintesi “Mobilità veloce e suole lento”, è venuto un messaggio chiaro: la ripartizione delle risorse non può continuare ad essere fatta sulla base popolazione residente, ma dovrebbe tenere conto dell’estensione e della morfologia di un territorio. Perché l’obiettivo da perseguire è il bene comune, lo sviluppo all’unisono di tutta l’Italia.
“Nel campo delle infrastrutture -ha rilevato Accrocca- bisognerebbe invertite la piramide, non partire dai grossi centri, ma dalle periferie. Ad esempio, se la Fortorina fosse partita da San Bartolomeo in Galdo sarebbe già arrivata a Benevento, invece si è voluto iniziare dal capoluogo e siamo ancora a San Marco dei Cavoti”. Qualche risposta è comunque arrivata dai ministri intervenuti nel confronto, sia da Enrico Giovannini, che da Mara Carfagna, che si è mostrata disponibile ad accogliere la richiesta di inserire il territorio del Fortore nella Strategia Nazionale delle Aree Interne. Per questo ci sarà un incontro a Roma.
La ministra per il Sud e la Coesione Territoriale ha snocciolato una miriade di progetti, raffigurando una pioggia di milioni di euro in arrivo, dal Pnrr agli Accordi di Programma, dai Servizi Sociali alle Farmacie Rurali, dagli Asili Nido alle Zone Economiche Speciali, ha assicurato la sua attenzione anche per il Contratto Istituzionale di Sviluppo coordinato dalla provincia di Benevento e che abbraccia tutti i 78 comuni sanniti. Ma da più parti è stato evidenziato che lo sviluppo non dipende solo dalle risorse.
Il rettore dell’Università del Sannio, Gerardo Canfora, ha proposto un nuovo “racconto” delle qualità del nostro territorio. “Vediamo -ha fatto notare- una evidente contraddizione. Da una parte i nostri ragazzi vanno via perché non ci sono occasioni di lavoro e nello stesso tempo parlo con imprenditori che cercano giovani da occupare. Questo mi fa pensare che il problema non è solo creare sviluppo e infrastrutture, ma anche quello di dare una rappresentazione diversa della ricchezza di queste terre. Lo dico da sannita d’adozione, perché vengo dalla costa, dalla metropoli". Tra i documenti più interessanti “La carta dei giovani”, consegnata sia a Giovannini che a Carfagna. Una vera “bussola” per un dialogo costruttivo con la politica e nello stesso tempo una incalzante denuncia contro “il silenzio delle istituzioni”, la “mancanza d’ascolto e coinvolgimento” delle nuove generazioni. “Non vogliamo -scrivono i giovani- inseguire il mito della “grande città”, sogniamo di poter restare, di poter viaggiare, immaginiamo un territorio vivo, un nuovo futuro, non per magia. Vogliamo sporcarci le mani. Chiediamo il rispetto della Costituzione Italiana”.
Il Forum delle Aree Interne è nato nel 2019. Il suo intento è quello di creare un luogo permanente di dialogo tra i soggetti del territorio. La partecipazione di due ministri del governo Draghi è stato un contributo rilevante, che si spera darà frutti positivi per il futuro. “Abbiamo compiuto un grande sforzo -ha osservato Accrocca- sono soddisfatto, anche se mi aspettavo una maggiore partecipazione, in particolare degli amministratori locali e dei parlamentari. Questa occasione, del resto, l’abbiamo voluta per loro, per spingere tutti a lavorare insieme e a programmare per il bene comune. Ho fiducia nei giovani”.
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