"Ci mancava pure Ferdinando”. L’esilarante battuta racchiude il senso comico e amaro dello spettacolo teatrale “Cechov ora”, scritto da Michelangelo Fetto e messo in scena dalla Solot al Mulino Pacifico di Benevento, nell’ambito della rassegna “Racconti per Ricominciare”, un progetto di “Vesuvioteatro”, diretto da Giulio Baffi e Claudio Di Palma. La commedia, liberamente ispirata ai racconti di Anton Cechov, è stata resa più frizzante e intrigante dall’uso intelligente del dialetto napoletano e beneventano.
Il palcoscenico all’aperto sembra un’aia di campagna. La performance prende corpo lentamente. Con ritmo pirandelliano. L’attore Antonio Intorcia arriva e prende le misure, guarda, scruta, cammina, salta, balla, fa ginnastica, per preparare la giusta entrata dei personaggi.Quando piomba presso una stazione di posta, Michelangelo Fetto, nella parte di un contadino affranto, perché deve affrontare un processo in tribunale, per alcune violenze compiute verso la moglie. Spera di trovare l’amico giusto per aggiustare le cose e vive di espedienti, fingendosi, tra l’altro, dottore, con crema magica contro le zanzare.
Quando appare una bella signora che ha bisogno di cure, per il falso medico l’occasione è ghiotta. Cerca di abbindolare la donna, mostrandosi invaghito, riesce perfino a convincere il marito di lei, che si chiama Ferdinando, e procede a visitarla “approfonditamente”, fino a saltarle addosso. Ma deve presto frenarsi, di fronte all’arrivo del consorte. “Ci mancava pure Ferdinando!- esclamerà sconfortato. Ma il pensiero del processo lo tormenta. Pensa finanche di uccidere il giudice, se lo condannerà.
Alla fine arriva in tribunale e scopre che è proprio Ferdinando, colui che dovrà giudicarlo. Al povero contadino non resta che manifestare sgomento e rabbia e sbraitare contro la sorte. Il racconto della vicenda è vivace e colorito, fitto di gag e richiami eduardiani.Per l'ambientazione si è pensato a Larino,un piccolo centro del Molise. Davvero spassose le scene sulla stagione fredda e su quella calda. "Che brutta cosa è a neve -dirà lo sfortunato contadino- è bona sulo pe' fa o' presepe".
Le figure dell’imputato e del marito “importante” sono interpretate rispettivamente da Fetto e da Intorcia con grande padronanza scenica, mentre le due attrici, Benedetta Russo, nella parte della bella signora, e Assunta Maria Berruti, nel ruolo della narratrice, danno un tocco affascinante e poetico alla performance, dimostrando che “nessun personaggio è marginale”. Ricordandoci con Cechov che, in fondo, "le nostre preoccupazioni un giorno spariranno e vedremo un cielo pieno di diamanti".
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