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Dagli spatriati di Desiati ai randagi di Amerighi con un sogno di pace - Petrocchi:"Il Premio Strega è in perfetta salute. Perché sette finalisti"
 

gio 09-06-2022 18:15 n.190, a.e.

Dagli spatriati di Desiati ai randagi di Amerighi con un sogno di pace

Petrocchi:"Il Premio Strega è in perfetta salute. Perché sette finalisti"


Cambia la geografia, cambia lo sguardo. Per gli scrittori finalisti del Premio Strega 2022 la stella polare sembra essere l’Europa. Ma nello stesso tempo si canta la “ritornanza” nella propria terra. Il filo rosso tra le varie trame è stato individuato da Stefano Coletta, direttore Rai Uno, che ha presentato la semifinale al Teatro Romano di Benevento. La raccolta dei voti, affluiti su un tabellone illuminato, è avvenuta sotto gli occhi guardinghi di Emanuele Trevi, presidente della giuria e vincitore del premio dell’anno scorso.

Approdano alla finalissima per la prima volta in sette. Si tratta di Mario Desiati con Spatriati (Einaudi), primo con 244 voti, di Claudio Piersanti con “Quel maledetto Vronskij” (Rizzoli), Marco Amerighi con “Randagi” (Bollati Boringhieri), Veronica Raimo con “Niente di Vero” (Einaudi), Fabio Bacà con “Nova” (Adelphi) e Alessandra Carati con “E poi saremo salvi” (Mondadori), entrambi con 168 voti, ed infine Veronica Galletta con “Nina sull’argine” (minimum fax).

Perché questa “settina”?  “Perché il regolamento del premio -spiega Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci- prevede che se c’è un ex aequo al quinto posto, entrano tutti e sei, ma si è verificata anche un’altra condizione, che obbliga al ripescaggio del libro della casa editrice medio-piccola che è rimasta fuori dalla cinquina e naturalmente parliamo di quello meglio classificato. Qui si tratta di Galletta”.

La tesi di Coletta è stata corroborata da Melania Mazzucco, vincitrice del Premio Strega nel 2003 con “Vita”. “I giovani -ha osservato la scrittrice romana- si muovono su strade europee, senza dimenticare le proprie origini. Una vittoria in questa competizione ti può cambiare la vita. A me ha regalato la libertà e il tempo per scrivere altri libri”.

I romanzi di Desiati e Amerighi hanno alcuni elementi in comune. Il sogno degli “spatriati” collima spesso con quello dei “randagi”. “Nei due libri - ha rilevato acutamente Coletta- si colgono delusioni, strappi e ribellioni, aspirazioni ad un’esistenza coraggiosa contro ostacoli e resistenze”.

Accanto allo spaesamento riappare sulla scena un male che sembrava cancellato dalla nostra agenda: la guerra. Il romanzo della Carati ripercorre la fuga dolorosa dalla Bosnia di una donna durante le ultime drammatiche vicende belliche, mentre Galletta parla dell’emigrazione dal sud al nord dell’Italia. Nei libri di Piersanti e Bacà vengono portate a galla storie introspettive sui lati oscuri della vita e sulla violenza.

Con Desiati, tra i favoriti per la finale, che si celebrerà il 7 luglio prossimo nel Ninfeo di Villa Giulia a Roma e sarà presentata da Geppi Cucciari,  sembra avere qualche carta in più Veronica Raimo, che ha già vinto il Premio Strega Giovani. “Il mio libro -ha evidenziato la scrittrice- non vuole essere terapeutico e non contiene alcun messaggio. Mi sono divertita a scriverlo, come quando gioco”. Gli esclusi sono Alessandro Bertante (Mordi e fuggi), Jana Karsaiovà (Divorzio di velluto), Daniela Ranieri (Stradario aggiornato di tutti miei baci), Davide Orecchio (Storia aperta), Marino Magliani (Il cannocchiale del tenente Dumont).

L'evento culturale, curato da Renato Giordano,  ha dato lo spunto al sindaco di Benevento per rilanciare la richiesta di tenere a Benevento la partitissima per la “coppa”. “Lanciamo questo messaggio alla Rai -ha detto Mastella rivolto a Coletta- facciamo qui la finalissima con cadenza periodica.Qui abbiamo tante belle location, suggestive come il Teatro Romano. Tra i libri letti ne ricordo qualcuno di Moravia e di Maritain”.

Il Premio Strega ha 76 anni e conserva il suo fascino, anche se quest’anno gli autori finalisti non erano molto noti al grande pubblico. “Gran parte delle opere – fa notare Petrocchi- sono state scritte nel periodo della pandemia, ma naturalmente rispecchiano le esperienze e le conoscenze accumulate nell’arco di una vita. Molte parlano di personaggi giovani che trovano una loro realizzazione fuori dall’Italia. il Premio Strega sta in perfetta salute. Molti di questi autori diventeranno molto noti. Questo glielo garantisco”.



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