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Gli scatti di Pasquale Palmieri su Santa Sofia e i sette siti longobardi - Angela Ferroni:"Lavoriamo di pił per l'Unesco. Ora puntiamo sull'Appia"
 

sab 11-06-2022 23:48 n.191, a.e.

Gli scatti di Pasquale Palmieri su Santa Sofia e i sette siti longobardi

Angela Ferroni:"Lavoriamo di pił per l'Unesco. Ora puntiamo sull'Appia"


Donne col velo bianco che danzano nel Chiostro di Santa Sofia a Benevento, una nascosta dietro un capitello, un’altra che guarda un pulvino. Agili ragazze con la mascherina che si aggirano tra gli affreschi di santi e martiri di Cividale del Friuli e Brescia. La copertina con una lunga gradinata discesa da un angelo con una sola ala. Uno scrigno di immagini lente e misteriose. Sono le fotografie di Pasquale Palmieri, che danno vita al catalogo chiamato “Luce Longobarda” e che si possono ammirare a Palazzo Paolo V fino al 3 luglio prossimo. Si tratta di un "Viaggio tra i monumenti del sito Unesco - I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)". Un itinerario attraverso le “pietre parlanti” delle sette città italiane, entrate a far parte del Patrimonio Mondiale.

Il libro, promosso dall’Associazione “Italia Langobardorum” e realizzato da Gli Ori di Pistoia, presenta una panoramica degli angoli più suggestivi delle chiese e dei templi, porta alla luce alcuni aspetti artistici e religiosi della stirpe longobarda, dal nord al sud dell’Italia. Uno sorta di monitoraggio della situazione ad oltre dieci anni dal riconoscimento Unesco.

“Le fotografie -spiega Palmieri- spero parlino da sole. Le ho trovate, non cercate e costruite. Sembrano prefigurare un destino, mirano a colmare un vuoto esistenziale, rappresentano il mondo per metafora, quello di cui si teme la perdita. Le figure umane incastonate nei monumenti mostrano l’angoscia e la paura della loro scomparsa, simboleggiano la metafora dell’assenza.Forse racconteranno molto tra vent'anni".

L’evento è un passo importante per incrementare l’interesse e la curiosità sul complesso di Santa Sofia, targato Unesco, per poter  raccogliere frutti più consistenti nella prospettiva turistica. Ma è stata l’occasione per confrontare le varie situazioni. Cosa si è fatto a Benevento e quali sono le potenzialità per il futuro? “La vostra città -ha rilevato Angela Maria Ferroni, referente del Ministero dei Beni Culturali- forse è stata meno all’altezza rispetto ad altri centri, ma adesso si sta riscattando. Bisogna lavorare molto di più sulla sensibilizzazione dei cittadini e cercare di ricavarne vantaggi sul piano occupazionale”.

I materiali non mancano.Come dimostra la presenza nel capoluogo sannita di tanti monumenti e tante testimonianze storiche. Basti pensare all'Anfiteatro, da riportare completamente alla luce, all'area di Santa Clementina, con i suoi recenti ritrovamenti archeologici, all'Arco del Sacramento. "La valorizzazione del patrimonio culturale -ha osservato Ferroni- dovrebbe abbinarsi con quella del patrimonio enogastronomico. Bisogna fare rete e camminare insieme.Come hanno fatto Cividale, che grazie all'Unesco, ha triplicato il turismo, e Brescia, che ha aperto nuovi musei. A gennaio prossimo presenteremo la richiesta per far entrare la Via Appia nel Patrimonio Mondiale. Riguarda tante aree interne tra Campania, Puglia e Basiicata e tutta Benevento. Ma per ottenere  questo prestigioso riconoscimento occorre l'impegno delle amministrazioni locali".

Il lavoro del fotografo architetto è stato presentato, per iniziativa dell'assessore alla cultura Antonella Tartaglia Polcini,  anche dal giornalista Nico De Vincentiis e da Angelo Nenna, medico "colto" e amico dell'autore. Da più parti è stata evidenziata la necessità di costruire un piano più mirato per il sito Unesco. "Bisogna -ha proposto De Vincentiis- coniugare insieme concretezza visionaria, memoria dinamica e speranza consapevole". Per Nenna, Palmieri ha operato come un "esploratore" e a volte come un "ippogrifo".

Parole di encomio sono venute dall'archeologa Ferroni. "Grazie a Pasquale -ha notato- compagno di viaggio, spalla ed amico, la condivisione sta aumentando. Solamente lui poteva cogliere la suggestione di questi luoghi". Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, è rimasto talmentre affascinato dall'operazione che ha esclamato: "Noi ci riteniamo sanniti, però, sul piano storico siamo più eredi dei longobardi che dei sanniti".
 
Le fotografie di Palmieri, che da anni segue il lavoro di Mimmo Paladino, come artista  e come regista, sono in gran parte in bianco e nero e sono state scattate durante il periodo del lockdown, dovuto alla pandemia. I sette siti raccontati attraverso la luce sono: Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio-Torba, Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento, Monte Sant'Angelo."E' stato un viaggio difficile e faticoso -ha concluso Palmieri- perchè abbiamo dovuto lavorare con grande attenzione e con tante autorizzazioni. Ho scattato circa 200 foto. Ringrazio "Italia Langobardorum", che si è fidata di me. La mostra è nata in pochissimi giorni. La consegno alla città, sperando che non finisca qua".



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