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Direttore Antonio Esposito

Grandi emozioni al Teatro Romano con Ron Carter, leggenda del jazz - Un'altalena di salite e discese tra Davis e Marsalis, Detroit e New York
 

mer 20-07-2022 16:39 n.207, a.e.

Grandi emozioni al Teatro Romano con Ron Carter, leggenda del jazz

Un'altalena di salite e discese tra Davis e Marsalis, Detroit e New York


Una stella del jazz, una leggenda, un mito. Le parole si sprecano per definire Ron Carter, considerato il più grande bassista del mondo, protagonista di un fantastico ed emozionante concerto al Teatro Romano di Benevento, per la rassegna “Sannio Music Fest”, diretta da Michele Solipano. Il musicista statunitense si è esibito col “Foursight Quartet”,  guidato dal suo sound inconfondibile e composto dalla bionda Renee Rosnes al piano, dal giovane afroamericano Jimmy Greene al sax, e da Payton Crosley alla batteria.

Sono tre settimane che la band ha iniziato il tour in Europa. Il presentatore ha sottolineato che stasera a Benevento fa tappa la storia del jazz, regalando un momento imperdibile. Ron ha voluto manifestare tutta la sua gioia dopo gli anni di stop . “Sono contento -ha detto- di rivedere tanta gente e di riprendere la mia attività con nuovi compagni di viaggio. Abbiamo trascorso il nostro tempo tra il frigorifero e il lavandino per il coronavirus. Finalmente si riprende a respirare e a guardarci negli occhi. Grazie di essere venuti"

I musicisti hanno preso posto sul palco uno alla volta. I maschi tutti in smoking, camicia bianca e papillon. Come per dar vita ad una cerimonia solenne, ad un appuntamento galante. L’ultimo ad apparire è stato lo spilungone Ron, accompagnandosi con un bastone, signorile ed austero,  con i suoi 85 anni. Veloci saluti e subito è partita la lunga cavalcata tra ritmi di bossa, ballade, pezzi classici, in un’altalena di salite ardite e dolci discese, tra duetti ed assoli spettacolari, con i vari strumenti, che a turno si abbinano.

La storia di Ron nasce a Ferndale, a due passi da Detroit, in una famiglia numerosa. Tra gli otto figli, un fratello e sei sorelle, solo lui sceglie la strada della musica, incoraggiato anche dal padre a studiare. Cominciò a suonare il violoncello, ma ben presto approdò al jazz, grazie anche ad un vicino di casa, che era sassofonista. Poi conobbe Miles Davis nel 1963 e fu la svolta. Nei numerosi concerti tra St. Luis, San Francisco, Los Angeles e New York, elaborò uno stile personale, lavorando sul basso in maniera quasi fisica.

Qualcuno ha detto che “il suo sound è una fiamma che brilla ed emerge dal buio”. Il bassista Ron si ritrova con piacere in questa definizione. Nel 1980 suonò anche nel quartetto di Sanny Rollins  e in seguito anche Wynton Marsalis alla tromba. Nel concerto al Teatro Romano ha dato prova di raffinatezza e padronanza, davanti ad un discreto pubblico, con molti venuti da fuori Benevento. Qualcuno ha commentato su facebook: “Un concerto da togliere il fiato. Non si sentiva neanche il respiro degli spettatori”.

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