Musiche da film e non solo. Per andare “oltre il cinema” il maestro Nicola Piovani ha voluto portare al Teatro Romano di Benevento una prima nazionale, un concerto da lui composto, chiamato “Cyberknife”, per clarinetto ed orchestra, che ha avuto per protagonista Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell’Accademia di Santa Cecilia. Per suggellare in grande stile la chiusura del BCT Music Festival ideato da Antonio Frascadore e per riconfermare ancora una volta il talento dell’Orchestra Filarmonica di Benevento.
La navigazione musicale ha preso subito il largo con i ritmi allegri e frizzanti del film di Roberto Benigni “Pinocchio”, presi dalla favola dedicata al monellaccio Lucignolo .Poi il maestro ha orientato la sua rotta verso il tema de “La vita è bella”, col quale vinse l’Oscar nel 1999 come migliore colonna sonora. Ad un certo punto il vento ha scompigliato i fogli dello spartito, ma Piovani ha continuato per la sua strada con mano sicura, alternando andamenti lenti e veloci, riflessivi e dolenti, trepidanti e danzanti.
Dopo i due film di Benigni è seguita la Suite Fellini, con particolare riferimento a “La voce della luna” e “Ginger e Fred”. Qui la bacchetta del direttore ci ha portato nel magico mondo della fantasia, con autentiche esplosioni di vitalità popolare, di sapore romagnolo, tra fiammate "bandistiche" e classiche suonate orchestrali. Il maestro, con smoking e cravatta rossa, ha guidato come un padre gli oltre sessanta musicisti dell’Orchestra Filarmonica, che hanno dato il massimo per un risultato smagliante.
“Io sono nuovo e suono il violino -fa sapere Gianluigi Ciambriello, originario di Colleferro- questa sera ho provato una grandissima emozione, perché ho conosciuto il maestro Piovani ed ho trovato nell’Ofb una grande famiglia che mi ha accolto con calore”. “E’ la seconda volta -rileva Jacopo Cerulo di Vitulano, che suona le tastiere- che siamo diretti da Piovani. La prima volta è stata nel 2018.Il prossimo importante appuntamento sarà quello del 10 agosto a Castelfranco in Miscano col maestro Antonio Pappano”.
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