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Direttore Antonio Esposito

Il direttore Ferrante risponde agli attacchi del "Grillo Parlante" - "All'Ospedale San Pio tanti passi avanti. Vi ricorderete di me"
 

ven 05-08-2022 17:55 n.212, a.e.

Il direttore Ferrante risponde agli attacchi del "Grillo Parlante"

"All'Ospedale San Pio tanti passi avanti. Vi ricorderete di me"


Il direttore generale Mario Ferrante ha raccontato con orgoglio i tre anni di lavoro  al San Pio di Benevento. Togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa, ma senza mai scendere nella polemica politica, che pure ha aleggiato per mesi sulla sua testa. Soprattutto per iniziativa del consigliere regionale mastelliano Gino Abbate, che è arrivato addirittura a raccogliere le firme per sfiduciarlo. Il manager di Ariano Irpino, 64 anni, ha voluto salutare il personale e la stampa anche attraverso un video sulle cose fatte.

Ora andrà a dirigere l’Asl di Avellino, al posto di Maria Morgante, che prenderà il suo posto al nosocomio di Benevento. La gestione di Ferrante ha dovuto affrontare la sfida della pandemia. “Il Covid l’abbiamo combattuto e lo stiamo combattendo ancora -ha spiegato il direttore- nelle prime ore non avevamo l’analizzatore per fare i tamponi. Bisognava rivolgersi al Cotugno di Napoli ed attendere dieci giorni per le risposte. Poi ci siamo attrezzati. Prendendo anche il Robot agli ultravioletti. Tanto che la trasmissione "Report" della Rai ci ha citato come esempio di buona sanità".

La “guerra” alla pandemia è stata fatta su più fronti. Dedicandovi il padiglione Santa Teresa con 109 posti letto. Tanti contagiati sono stati salvati, ma dal febbraio 2020 nel Sannio hanno perso la vita più di 500 persone. Una nota dolente è la carenza di personale nelle strutture dell’emergenza. “Abbiamo fatto diversi concorsi - ha detto Ferrante- per anestesisti, ma non rispondono, non vengono, forse perché nelle zone interne non vogliono rimanere a vivere. Questo non dipende dalla mia bravura e dalla direzione”.

L’aspetto più decantato dal direttore è stata la ritrovata fiducia nell’ospedale. Per i tanti professionisti che vi lavorano e che confermano il riconoscimento di Alta Specializzazione guadagnato dall’azienda. “Questo è un ospedale che dà risposte- ha evidenziato Ferrante- ci sono medici come Scherillo, Razzano, Annechiarico, Bencivenga, Grimaldi, Goglia, Cocca, Ferrucci, Bonanno, Lonardo. Ho avuto encomi da persone importanti che sono venute qui a curarsi, dirigenti di grandi aziende pubbliche dell’area metropolitana napoletana, che qui hanno portato i figli. Io stesso mi sono fatto curare qui”.

Nell’elenco delle attrezzature comprate spiccano il Robot Da Vinci, le nuove Tac, cinque Ecografi. Il direttore ha parlato di sale operatorie avveniristiche, dei lavori effettuati per rendere più agibile e accogliente l’ospedale, di 75 posti di parcheggio recuperati, delle strutture pronte ad essere inaugurate, tra cui la Procreazione Medicalmente Assistita. “Abbiamo realizzato la nuova guardiania -ha rilevato- il nuovo ingresso, simile a quello di un albergo a cinque stelle, i nuovi collegamenti, la sede della medicina legale, il Polo Didattico. Nel vecchio “Infopoint” ci giocavano i topi. Ognuno può raccontarla a modo suo. Ma un "grillo parlante", con me ha poco da fare, perchè contano i fatti”.

La navigazione di Ferrante è filata tranquilla, sempre d’amore e d’accordo col sindaco Mastella ed il suo entourage, quando qualcosa si è inceppato. Molti pensano che il “conflitto” con i mastelliani sia scoppiato con la nomina a Primario di Ortopedia e Traumatologia di Luigi Nocera, fratello di Corrado, consigliere regionale vicino a De Luca, che sarebbe avvenuta a scapito del beneventano Giuseppe Pica, responsabile dell’Unità Operativa presso il San Pio. Da qui sarebbero scaturiti i fulmini di Abbate su Ferrante.

“Dal 23 marzo scorso -ha concluso il direttore- sono cominciati quattro mesi di picconamento nei miei confronti. Chissà perché. Io credo in quello che faccio. Avrò sempre un ricordo bellissimo di Benevento. Per la città le persone si avvicinano incoraggiandomi. Se parliamo male dell’ospedale, lo distruggiamo. La sanità deve rimanere fuori dai giochi politici. Io sono venuto dal nulla. Mio padre mi ha insegnato a rendermi libero attraverso la cultura. Le cose che ho fatto si vedono. Nel mio lavoro ho messo sempre il malato al centro. Penso che vi ricorderete di me”

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