Attualità     Politica     Cultura    Reportage     Opinioni    Chi siamo    Contatti    Credits     

Direttore Antonio Esposito

I Cento Anni della Banda Monetti, patrimonio della Valle Caudina - Una storia di resistenza culturale, dagli inni popolari al "Mallardo"
 

ven 19-08-2022 17:06 n.214, di Antonio Esposito

I Cento Anni della Banda Monetti, patrimonio della Valle Caudina

Una storia di resistenza culturale, dagli inni popolari al "Mallardo"


Una storia lunga cento anni che cominciò grazie ad un ottavino che un signore regalò a Pasquale Monetti per la gioia di aver visto tornare suo figlio sano e salvo dalla Grande Guerra. Da questa promessa mantenuta, il 4 maggio 1922, avviò il suo cammino la Banda Monetti di Cervinara, diventata negli anni l’espressione artistica più festosa e suggestiva non solo del centro irpino, ma di tutta la Valle Caudina. Con Pasquale, partirono i due figli Francesco e Raffaele, ma ben presto la famiglia dei musicanti s’ingrandì.

“La prima esibizione pubblica -racconta Carmine Monetti, docente di musica- avvenne in un matrimonio di San Lorenzo Maggiore, in provincia di Benevento. Quanto tornarono a casa, i miei tre antenati si riunirono nella bottega di calzolaio e composero il “Mallardo”, uno dei brani più briosi e più richiesti del nostro repertorio musicale”. “Questo testo -aggiunge Fernando Monetti, il vero capo dell’ensemble- è uno scacciapensieri, una marcetta “sciuliarella”, si richiama al mallardo, uccello mattacchione e fanfarone”.

La vicenda dei Monetti assurge oggi a simbolo di resistenza culturale, un vero e proprio patrimonio artigianale del territorio. Per celebrare il centenario, la banda ha sfilato per le strade principali di Cervinara ed è stata premiata con una targa ricordo dal sindaco Caterina Lengua in Piazza Trescine, dove ha tenuto un concerto di quasi un’ora, suonando pezzi classici della tradizione, come “Andreina”, “Gasperina”, “Squinzano” , “Regione Abruzzo”, un frizzante canzoniere napoletano ed ha chiuso con l’Inno di Mameli.

All’inizio fu chiamata “Banda Piccola”, perché era formata da pochi elementi. “Abbiamo suonato in tutti i centri caudini -fa sapere Fernando- quando ci esibimmo a Brescia, in Piazza della Loggia, eravamo 24, così tanti anche in Piazza San Giovanni a Roma otto anni fa. Non potevamo vivere solo con la musica. Tutti abbiamo un altro mestiere. Chi fa il calzolaio, chi il pittore, chi il falegname, chi il muratore. Durante i primi passi, i miei furono aiutati dai paesani. Zi Peppe il meccanico fece la cassa di ferro, il nonno di Guido Simeone regalò le pelli d’animale, per le bacchette furono usati rami di castagno. Mio nonno Pasquale suonava la cassa, mio padre il tamburo, zio Rocco i piatti e mio zio Ciccio faceva il “pazziariello”.

La banda non ha mai tirato i remi in barca, neanche nei momenti difficili. Ha continuato a suonare nelle processioni, nelle feste popolari, nelle manifestazioni pubbliche, per le Novene di Natale ed anche per particolari ricorrenze private, portando sempre una nota di allegria. Accompagnando generazioni. “Non abbiamo mai  lasciato, mai abbandonato -spiega Fernando- anche quando ci fu il terremoto del novembre 1980. Ricordo che allora, riuniti nel cortile, ci mettemmo a suonare per portare alla gente un po’ di spensieratezza”.

Il nucleo originario della famiglia Monetti era formato da calzolai, ma questo lavoro di artigiani non bastava a sfamare la numerosa prole. La scoperta della musica aprì sicuramente una nuova prospettiva. L’avventura nel mondo delle sette note iniziò quasi alla garibaldina. Col tempo, però, s’impadronisce dei segreti del mestiere, impegnandosi anche nello studio. Il “maestro” Carmine Monetti si è diplomato in clarinetto e tromba al Conservatorio di Avellino, ha aperto una scuola di musica ed insegna nelle medie.

Il “professore” ha sposato una ragazza ucraina di nome Elena, che suona il sassofono soprano, ed ha portato nella banda più vitalità e fantasia, grazie alla passione per la musica coltivata nella sua terra. “Sto a Cervinara da 18 anni- osserva la giovane musicista- ci farebbe piacere se il comune realizzasse per noi una caratteristica divisa, con la scritta "Banda Città di Cervinara", quale oggi siamo, oppure che desse un contributo ai ragazzi delle famiglie povere che vogliono frequentare la scuola di musica, per l’acquisto degli strumenti e di altro materiale didattico”.

Il più noto rappresentante della banda è Fernando, 65 anni, dinamico organizzatore di tutti gli appuntamenti musicali. Che ringrazia il suo paese nativo e spera che l’avventura continui per molti anni ancora. “Siamo contentissimi -conclude- di come siamo stati accolti ed apprezzati da Cervinara, il nostro trampolino di lancio, che ci ha sempre incoraggiati, anche quando non si suonava tanto bene e avevamo qualche pecca. Della famiglia Monetti siamo rimasti io, mio fratello, mio figlio e tre miei nipoti, insomma circa una decina.  Mi auguro che mio figlio Carmine, che suona il clarinetto, segua le mie orme”.



Categ Attualita', letto 955 volte
 

 
  Apri WhatsApp   Apri Tweeter