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Direttore Antonio Esposito

Il grido di Pasolini contro il consumismo e il neocapitalismo - Il viaggio immaginario di Eduardo nella lettura di Anna Bonaiuto
 

mar 30-08-2022 17:48 n.218, a.e.

Il grido di Pasolini contro il consumismo e il neocapitalismo

Il viaggio immaginario di Eduardo nella lettura di Anna Bonaiuto


Sul palco campeggia un pannello con la scritta “Ostia Idroscalo 259 KM”, proprio per ricordare il luogo dove Pier Paolo Pasolini fu ucciso il 2 novembre 1975. Nello spazio antistante un lungo tavolo imbandito per il pranzo. Un giovane comincia a raccontare quella tragica notte, danzando e saltellando. Comincia così lo spettacolo PPP 3%, dedicato al centenario della nascita del poeta friulano, interpretato da Anna Bonaiuto, per la regia di Francesco Saponaro. I fatti scorrono tra voci e immagini e letture.

La performance, andata in scena al Teatro Romano di Benevento, mira a comporre un trittico con “Le ceneri di Pasolini”, “1975” e “Porno –Teo- Kolossal”, in un esperimento multiforme, senza mai perdere di vista il filo rosso del pensiero pasoliniano e delle sue critiche alla società dei consumi, alla rozzezza del neocapitalismo e ai sistemi autoritari, in primis il fascismo. Un mosaico graffiante che ha tanti tratti di attualità, che  tende a spingere l’umanità alla ricerca di un mondo utopistico, di un nuovo Messia.

L’opera pasoliniana, inserita nella rassegna Città Spettacolo, avrebbe meritato un’affluenza  più adeguata, rispetto alle poche centinaia di spettatori. Ma, secondo molti, non ci sarebbe stata una giusta pubblicizzazione dell’evento teatrale, per non parlare del contesto del festival, che da alcuni anni ha assunto le caratteristiche di una kermesse musicale e quindi non crea il clima  propulsivo verso momenti culturali di più impegnata qualità. Qualcuno ha criticato l’interpretazione basata solo sulla lettura.

Lo spettacolo è partito con una carrellata di denunce e di provocazioni di Pasolini, lette dalla voce di Peppino Mazzotta, è continuato con un confronto immaginario tra il poeta corsaro ed Andy Wharol.  Con l’arrivo sulla scena di Anna Bonaiuto, si dipanano le tappe del viaggio ideato nel testo pasoliniano, ”Porno-Teo-Kolossal”, un “trattamento” cinematografico dal quale il poeta pensava di produrre un film, che in primo momento doveva avere per protagonista Totò, ma dopo la morte del comico, l’attenzione del regista fu rivolta ad Eduardo De Filippo.

L’attrice racconta con eleganza e intensità di una cometa, che illumina il cammino di due pellegrini, che vogliono andare dove è nato Gesù. Si tratta di Eduardo e del suo servo Ninetto. Col treno da Napoli approdano a Roma, ormai diventata la Città di Sodoma, perché terra di finocchi e ricchioni. Qui chi si azzarda ad avere rapporti normali viene punito. Come succede ad un ragazzetto e ad una ragazzina che si permettono di scoprire il sesso nella sua originaria purezza. Per questo vengono arrestati e linciati in piazza.

Di fronte a questo scempio, ai due pellegrini non resta che fuggire. Sbarcano così a Milano, considerata la Città di Gomorra, per la violenza imperante, per l’uso massiccio di bombe e pistole. Qui i rapporti tra uomo e donna sono sfrenati, ma gli omosessuali sono emarginati e perseguitati. Un ragazzo viene sepolto vivo davanti al Duomo perché si è accoppiato con un altro ragazzo. Ma ben presto si diffonde la peste, come una sorta di vendetta divina, disseminando per strada cataste di morti.

I due pellegrini arrivano a Parigi, detta Numanzia, dove trovano l’esercito fascista che sta occupando la città socialista. Per vivere fanno gli sguatteri. Un poeta del posto propone il suicidio collettivo per non cadere nelle mani degli invasori. Con questa scelta approvata da un referendum la città diventa un’immensa distesa di morti, ma il poeta si salva, è vivo, perché è passato coi fascisti. Eduardo e Ninetto, che nel frattempo hanno preso il nome di Epifanio e Nunzio, arrivano infine in Oriente, nella città di Ur.

Cammina, cammina, appare una grotta con un presepio. Una ragazzo arabo vende la medaglietta del Messia. Ma i due pellegrini arrivano tardi. Il Messia è nato ed è anche morto e dimenticato. Le anime di Nunzio ed Epifanio si elevano al cielo. La terra è sempre più lontana. “Come tutte le comete -esclama abbattuto Epifanio- anche la cometa che ho seguito io è stata solo una stronzata, ma senza quella stronzata, terra, io non ti avrei conosciuta”. “La fine -ribatte Nunzio- non esiste. Aspettiamo. Qualche cosa succederà”.

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