Un’epopea di gesta memorabili. Le aspre battaglie, i condottieri, gli eserciti, le trame oscure, che portarono i Longobardi ad insediare a Benevento il loro Ducato. Il racconto di questo importante periodo storico è stato messo in scena al Teatro Romano, a cura dell’Associazione Culturale Benevento Longobarda. La rappresentazione, intitolata “Il Primo Duca”, ha preso le mosse dalla politica di Giustiniano, imperatore romano d’Oriente, che, per riconquistare l’Italia e sconfiggere i Goti, si avvalse dell’aiuto dei Longobardi.
Una bella occasione per un tuffo nella storia della città, per conoscere meglio un popolo che ha lasciato tante tracce significative a Benevento, per farne cultura e memoria. Le vicende prendono subito corpo in una scenografia dinamica, ravvivata da personaggi agili ed incalzanti, illustrate e dipanate da Antonio Intorcia, nel ruolo di Godeperto, infiammate dai frequenti scontri tra i guerrieri dei vari eserciti, che piombano da tutti i lati del Teatro Romano, con spaventose grida, armati di lance, scudi e corazze scintillanti.
I conflitti tra impero e popolazioni italiche nascono anche sulla politica fiscale, che Giustiniano affida al severissimo generale Narsete, nominandolo Prefetto d’Italia. Ad un certo punto il peso delle tasse diventò insopportabile e il nuovo imperatore, Giustino, fu costretto a licenziare Narsete. Approfittando del momento di crisi e forti delle tante vittorie, i Longobardi, nel 568, decisero di invadere l’Italia. L’imperatore cercò di fermarli, comprandoli. “Per noi longobardi- risponde duro il loro capo Garibald- la libertà vale molto più dell’oro. Siamo gente libera. Siamo pronti a combattere fino alla morte”.
Nello scontro finale dovranno vedersela con l’esercito bizantino, guidato da Baduario, che cerca di temporeggiare prima di accettare il duello con Garibald, interpretato con grinta da Alessio Fragnito, fondatore dell’Associazione Longobarda. Nel frattempo arriva l’esercito del longobardo Zottone, che era passato al servizio dei bizantini, ma ora torna al fianco del suo popolo. “Non combatto contro la mia gente -grida cominciando la battaglia- io sono un uomo libero”. Così i Longobardi si uniscono e puntano alla conquista dell’Italia, stabilendo nel 571 il loro ducato a Benevento, guidati dal primo duca Zottone.
La storia che diventa spettacolo è stata accolta calorosamente dal numeroso pubblico, che ha apprezzato tutti gli attori, perché si sono calati nei panni dei personaggi con grande scioltezza, da Rosario Giglio (Giustiniano) a Massimo Pagano (Narsete)), da Anna Mazzoni (Teodora) a Michele Cianciulli (Primo Cittadino)), da Vincenzo Grella (Baduario) a Michele Aspromonte (Zottone), a Simone Romano (Messaggero Imperiale). Il testo e la regia sono di Michelangelo Fetto, Alessio Fragnito e Antonio Intorcia.
L’allestimento teatrale si è avvalso della collaborazione della Solot, Compagnia Stabile di Benevento, ed ha coinvolto circa cento persone. La parte musicale è stata affidata alla "Schola Cantorum Orbisophia" di Tetyana Shyshnyak, e per i tamburi a Sissi Giorgione, Dario Stella, Alessandro Dionisio, Lorenzo Scarano (cornamusa). Alla composizione degli eserciti, dei civili e degli arcieri hanno partecipato gruppi provenienti dalle Marche (Fortebraccio Veregrense), da Cassino (Corbi di Giano), da Napoli (I Cavalieri del Giglio), dalla Daunia, Historia Bari, Numerous Kyntanon, l’Ordine del Lupo di Mirabella Eclano.
“Voglio mandare un affettuoso saluto a Michelangelo Fetto -ha concluso Fragnito- che non ha potuto essere qui per un piccolo inconveniente. Ringrazio tutti quelli che ci hanno dato una mano, la Sovrintendenza, i direttori del Teatro, ed in particolare Floriano Santamaria, che mi ha aiutato a superare tutti gli ostacoli burocratici. Abbiamo lavorato tantissimo. Ci rivedremo per altre storie longobarde”.
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