Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, è costretto a rivedere la sua strategia. La batosta elettorale è stata durissima. Il progetto del Grande Centro o della Nuova Margherita, lanciato nei mesi scorsi con spettacolari squilli di tromba al Teatro Brancaccio di Roma e alla Città della Scienza di Napoli, è miseramente naufragato. Si era dato un gran da fare, aprendo sedi e nominando presidenti e segretari dalle Alpi alla Sicilia, ma non è riuscito ad eleggere nessuno, neppure la consorte Alessandrina Lonardo.
Il colpo è arrivato anche dalla sua città, dove Mastella è sindaco dal 2016 e si appresta a celebrare il primo anno del secondo mandato. A Benevento, infatti, l’ex senatrice ha ricevuto solo il 23 per cento dei consensi, piazzandosi al secondo posto, dietro i Cinque Stelle, mentre nel collegio è giunta quarta. Un risultato amaro e cocente, collegato evidentemente ad una gestione amministrativa incerta e traballante , con molti proclami e pochi frutti e allo scarso appeal del “partito famiglia” nel panorama nazionale.
“La sua sfida contro tutti è fallita -osserva Floriana Fioretti, capogruppo del Pd- l’ambizione di rilanciarsi come grande leader è definitivamente svanita. Ora che non ci sono altre scadenze elettorali alle porte, potrà finalmente iniziare a fare il sindaco, per affrontare i tanti problemi aperti. Siamo in attesa del Puc, del Piano del Verde Pubblico, del Piano Traffico, del Piano Commercio. Ancora non c’è chiarezza sul quadro economico-finanziario del comune, sulla gestione del dissesto, sulla massa passiva. Le ispettrici della Ragioneria Generale dello Stato hanno confermato le nostre denunce sulle anomalie”.
“La città è trascurata -rileva Giovanna Megna, consigliere di Civico 22- sul piano ambientale. Il sindaco parla di una pioggia di finanziamenti in arrivo dal Pnrr e dai Pics, ma gli interventi sono scollegati da una visione d’insieme. Si fa poco per il turismo e per la valorizzazione della zona Unesco”. “Col secondo mandato –aggiunge Rosetta De Stasio di Prima Benevento- non è cambiato nulla. L’amministrazione comunale cammina con lo stesso passo, tra annunci di nuove opere e inaugurazioni elettoralistiche. L’unica nota positiva è il mancato taglio di 350 pini, grazie alla protesta di comitati di cittadini”.
Al trionfalismo del sindaco per le cose fatte fa da contraltare l’immobilismo per le tante opere incompiute. Da Piazza Duomo al mercato di Piazza Commestibili. Quando riaprirà il Parco Archeologico di Cellarulo? Nel frattempo altre emergenze incombono. Uno dei nodi più intricati riguarda le scuole. “Era stato annunciato -fa notare Gabriele Corona di Altrabenevento- un intervento di 75 milioni di euro. Hanno avuto solo il finanziamento per la Bosco Lucarelli, ma ad un anno dalla gara aggiudicata, i lavori non sono ancora cominciati. La “Silvio Pellico” è stata chiusa e il Rione Libertà è senza elementari e medie”.
Il problema coinvolge famiglie e ragazzi, costretti a frequentare sedi lontane. Alcuni devono recarsi presso il Teatro Romano e addirittura a San Vito. Il disagio è enorme. “Il sindaco -commenta la gente del quartiere-ha sempre detto di avere a cuore i bambini, che grazie a loro aveva ritirato le dimissioni del febbraio 2020. Spesso si è recato nelle scuole col nipotino o con regalini. Ma la situazione in cui si trovano oggi le scuole è davvero disastrosa. Lo stesso rischio lo corre il Rione Mellusi con la “Torre” e la “ Sala”.
Lo smacco più eclatante si è registrato sul Piano Periferie, uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione comunale, che si è impantanato per irregolarità ed è stato fortemente ridimensionato. Si tratta di un programma di18 milioni di euro, che prevedeva tante opere, dalla piscina coperta all’ostello della gioventù, e soprattutto un Palazzo di tre piani nell’Area dell’attuale “Terminal Bus” ed un parcheggio interrato in Piazza Risorgimento, progettati dall’architetto Antonio Iadicicco per la casertana “Lumode”.
Dopo le denunce di Altrabenevento, sull’operazione sono stati accesi i riflettori dell’Anac, che ha ritenuto non adeguata la quota privata. “Forse si realizzerà solo la parte pubblica -evidenzia Corona- che riguarda la nuova pavimentazione e il porticato di Piazza Risorgimento. Però vogliono spostare il terminal bus presso la Stazione Centrale, con grave danno per pendolari e studenti, che in gran parte frequentano scuole del centro. Si tratta di 2500 persone e 60 pullman che ogni mattina arrivano in città. Immaginiamo che caos”.
Starebbe per uscire dal tunnel l’annosa questione del depuratore e delle acque cittadine. Il sindaco ha annunciato il via libera delle autorità competenti per gli impianti previsti in Contrada Scafa e di fronte al cimitero, dopo aver accantonato tante altre ipotesi. “Questo nuovo annuncio -ribatte Corona- è fondato sul nulla, perché mancano i progetti esecutivi. Anche per i collettori fognari. Per Benevento, che è una città collinare, sarebbe meglio avere più depuratori. Il comune è stato inadempiente anche per le acque, perché non ha preparato il Piano di Caratterizzazione per la bonifica dall’inquinamento da tetracloroetilene”.
Per molti i problemi della città richiedono un sindaco a tempo pieno. Un’esigenza avvertita anche nel suo campo. “Bisogna serrare i ranghi- suggerisce il neomastelliano Antonio Picariello- lavorare alacremente per il bene comune, partendo dalla riorganizzazione degli uffici, che sono il motore di ogni amministrazione. Ho aderito al Progetto Mastella, pur essendo stato eletto con l’opposizione. Quando mi sono candidato in “Città Aperta”, si conosceva la mia provenienza da Alleanza Nazionale. Io lavoro per la res pubblica”.
Nelle file dei mastelliani, intanto, fioccano tanti interrogativi. Perché la Benevento che amiamo con ci ha premiato? Cosa non ha funzionato? Eppure per riportare la moglie in parlamento, Mastella aveva mobilitato mari e monti. Ma, purtroppo, a nulla sono servite le innumerevoli pose della prima pietra, i più stravaganti tagli di nastri, per cartelloni stradali , auto compattatori per l’immondizia, l’illuminazione in qualche contrada , né i molteplici “acquisti” fatti dopo la riconferma alle comunali , da Amina Ingaldi, nominata alla Gesesa, a Giuseppe Zollo, premiato con l’Asi, dall’ex forzista Domenico Mauro, chiamato alla Samte, a Nascenzio Iannace, sindaco di San Leucio del Sannio e consigliere provinciale.
Per l’agognato traguardo di Montecitorio non sono bastati gli sforzi del presidente della provincia Nino Lombardi, né quelli dei numerosi sindaci ed assessori, né quelli del consigliere regionale Gino Abbate e degli ex democratici Del Vecchio e De Pierro, né l’impegno di Luigi Barone , presidente dell’Asi, che ha definito Mastella “uno dei pochi leader in circolazione per intuito e genialità”, né quello di Guido Bianchini, vicesegretario nazionale dei Giovani Ndc , né quello di Renato Giordano, direttore di “Città Spettacolo”.
Nella sua fertile lungimiranza spunta il formidabile ed avveniristico progetto, sbandierato un giorno prima della chiusura della campagna elettorale: il più Grande Campo da Golf del Mezzogiorno. “Sorgerà nella zona est della città -ha comunicato gongolante Mastella- su 86 ettari. Saranno investiti 20 milioni di euro. Avrà una grande ricaduta economica. Avrà 18 buche e ci saranno 135 addetti. Potenzieremo l’attrattività turistica e proietteremo Benevento nel circuito internazionale”.
Dopo la scoppola delle politiche la stella del sindaco non brilla più come una volta. Le prime avvisaglie erano arrivate già durante la formazione delle liste, quando il presidente nazionale del suo partito, Giorgio Merlo, si candida con “Azione” di Carlo Calenda. Pochi giorni dopo il voto, se ne va anche il segretario regionale Luigi Bosco. Quale futuro avrà il partito di “Noi di Centro”? La domanda serpeggia tra dirigenti ed elettori. Per la “teoria del viandante” in cerca di strapuntini di potere lo spazio sembra essersi ristretto.
Sono davvero lontani i tempi in cui il leader ceppalonese ripeteva come un mantra: “Daremo del filo da torcere a tutti. Noi siamo indispensabili. Romperemo le uova nel paniere. Siamo i terrapiattisti del centro”. “La sconfitta del 25 settembre -conclude Corona- segna la fine politica di Mastella. Aveva promesso di salvare il governo Conte con i “responsabili”, ha millantato accordi con Toti e Quagliariello, pare che abbia rotto anche con De Luca. Non ne ha indovinata una. Ed ora va in tv a dispensar consigli e battute”.
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