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Direttore Antonio Esposito

Il "filosofo" Nello Mascia snobba i quattrini al Teatro Comunale - "Il denaro non porterà la felicità, specialmente quando è poco"
 

sab 12-11-2022 17:07 n.242, a.e.

Il "filosofo" Nello Mascia snobba i quattrini al Teatro Comunale

"Il denaro non porterà la felicità, specialmente quando è poco"


Lavorare fa male, perché toglie troppo tempo alla vita vera, quella della contemplazione della natura. Molto meglio dedicarsi all’ozio. Anche il medico, del resto, consiglia il riposo assoluto per rigenerarsi. Per vivere bene, quindi, non ci vogliono i soldi, ma basta far credere di averli. Questa la filosofia del marchese Eduardo Parascandolo, che trova un attento discepolo nel tornitore Vincenzino Esposito, che, affascinato dalle sue idee, smette di lavorare, provocando la protesta di zia Carmela e l’incredulità del quartiere.

La  divertente commedia “A che servono questi quattrini”, andata in scena nel restaurato e pieno Teatro Comunale di Benevento, nell’ambito della rassegna invernale di “Città Spettacolo”, ha per protagonista Nello Mascia, che ridona smalto e verve ad un vecchio “cavallo di battaglia”, scritto d Armando Curcio e interpretato negli anni quaranta anche dai fratelli Eduardo e Peppino De Filippo. L’Italia sta per entrare in guerra e c’è bisogno di dare una spinta ai sogni, una nota di spensieratezza per superare il difficile momento. 

Il ricorso alla filosofia cade proprio a pennello. Il marchese Parascandalo, nobile decaduto, si veste da novello Socrate e conia una raffica di massime sapienti, come “Niente finisce così male come si teme, niente finisce così bene come si spera”. Il giovane Vincenzino lo segue alla lettera, ma ci sono i creditori da pagare. Come si può vivere senza denaro? Spunta, così, un parente americano che gli lascia un bel gruzzoletto. La notizia si diffonde velocemente e tutti credono che Vincenzino sia diventato ricco.

Viene il sarto per fargli i vestiti, la fidanzata Rachelina vuole sposarlo, tutti i debiti vengono cancellati. Su una scenografia sobria ed essenziale, si muovono con scioltezza e sintonia tutti gli attori, da Valerio Santoro (Vincenzino) alla beneventana Loredana Giordano ( Rachelina), da Salvatore Caruso a Fabrizio La Marca a Ivano Schiavi. La rappresentazione di Benevento è una prima nazionale. Poi la compagnia andrà a Roma e Palermo. Per Nello Mascia, artista poliedrico tra teatro e fiction, è quasi un ritorno a casa, avendo partecipato a molte edizioni di “Benevento Città Spettacolo”, firmate da Ugo Gregoretti.

La ricchezza che può cambiare un destino, però , scompare rapidamente. Non resta che l’arte di arrangiarsi. La gente ritrova forse la sua umanità. Rimandando ad altri tempi un futuro migliore. “Il denaro è un trucco -concluderà amaramente il protagonista- Vincenzino ha dato l’illusione a tutti di essere ricco. Ma quei soldi sono finti, sono soldi di teatro. Se non ci inventavamo l’eredità, quando viene l’America? I soldi non servono a niente. Il denaro non ha mai dato la felicità a nessuno, specialmente quando è poco…”.

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