Il percorso è vivo, multiforme, dialogante. Le opere esposte nelle stanze della Rocca dei Rettori parlano di noi, del nostro tempo, dei sogni e delle prospettive. Racchiudono dieci anni di attività dell’Arte Studio Gallery, nata quasi alla chetichella in Via Sant’Agostino, a pochi passi dall’Arco di Traiano, nel cuore del centro storico di Benevento, e poi diventata una finestra sul mondo, sulle molteplici vie dell’arte contemporanea, per aprire un dialogo tra le varie esperienze del territorio, nazionali e internazionali.
“Partimmo in tre -racconta Mario Lanzione, fondatore e promotore- io, Antonio Salzano e Giuseppe Cotroneo. Sembrava un’avventura, un’impresa ardua. Suscitammo subito un certo interesse, come se avessimo lanciato una pietra nello stagno. La galleria si arricchì degli apporti di importanti critici come Rosario Pinto e Maurizio Vitiello. Vennero artisti da Napoli, dal salernitano e dal casertano. Si creò pian piano un’atmosfera di fertili intrecci creativi, un filo di collegamento tra arte, libri, musica e poesia”.
La mostra, visitabile fino al 30 novembre, è accompagnata da un pregevole catalogo, pubblicato dalla Gutenberg di Baronissi. Gli artisti sono più di cinquanta. “Davanti ai nostri occhi -sottolinea Francesco Creta, curatore della mostra- vediamo passare varie generazioni, da Carmine Di Ruggiero a Francesco Peluso e Raffaella D’Auria, le esperienze dell’astrattismo informale e geometrico, contaminazioni simbolistico-figurative. Il lavoro della galleria ha lasciato una traccia di coerenza e professionalità nella storia dell’arte contemporanea, rimanendo uno degli ultimi spazi della provincia di Benevento”.
Nelle opere di pittura, scultura, grafica e nelle installazioni scorrono immagini di freschezza narrativa, dove spesso domina il colore. Qui e là fa capolino la tecnologia alienante e disumanizzante. Dalle pareti affiorano figure e messaggi di pace, di coraggio e di lotta, da Angelo Pescatore, col suo sole meccanico sulle città, a Franco Cipriano con le sue foglie su un rosso corpo di donna, ad Italo Mustone con i suoi argonauti alla ricerca di un pianeta primordiale, fino alle variopinte geometrie solari di Beatriz Cardenas.
Gli artisti dialogano con noi e tra loro. “Molti di essi -scrive Giovanni Cardone- hanno un linguaggio fortemente materico, frugano nel reale e nel contempo scavano animosamente dentro l’inconscio”. L’attività della galleria si innesta in un lungo cammino. “Benevento -conclude Pinto- ha saputo sempre esprimere un profilo di grande originalità. Dall’ottocento fino alla Transavanguardia. Con Lanzione la tradizione continua. La sua galleria è diventata nel tempo un volano artistico della città, realizzando un confronto tra maestri “storici” e giovani, che qui hanno trovato un prezioso riferimento sociale”.
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