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Direttore Antonio Esposito

I riflettori della Caritas sulla povertà e i giovani dal Sannio - Accrocca: "Ci vuole una politica lungimirante contro l'isolamento"
 

sab 19-11-2022 10:22 n.246, a.e.

I riflettori della Caritas sulla povertà e i giovani dal Sannio

Accrocca: "Ci vuole una politica lungimirante contro l'isolamento"


“Mi ha colpito il dato allarmante di circa 3300 persone andate via  in un anno dal Sannio, perché sono prevalentemente giovani, formati e di alto livello. Tutto questo è collegato all’isolamento al quale siamo stati condannati da chi ha scelto di isolarci. Ci vuole quindi una politica lungimirante, soprattutto infrastrutturale, per restituire a questo territorio la dignità che merita”. Le parole accorate e severe dell’arcivescovo Felice Accrocca concludono la presentazione del Dossier Povertà della Caritas Diocesana, sintetizzano il quadro emerso ed indicano la svolta necessaria per il riscatto delle nostre terre.

Gli abitanti della provincia di Benevento sono scesi a poco più di 263 mila, il comune più vecchio della Campania è Castelvetere Valfortore con  l’età media di oltre 57 anni, ben dodici paesi sanniti hanno meno di mille abitanti. La prospettiva dell’emigrazione, dello spopolamento e dell’invecchiamento si addensa inesorabile all’orizzonte, se non si inverte la rotta. Ad aggravare le cose contribuisce fortemente la povertà crescente di ampi strati della popolazione, che spesso non trovano  risposte politiche e solidarietà.

“Nell’ultimo anno -spiega  la sociologa Maria Pia Mercaldo- si sono rivolte alla Caritas per la prima volta 299 persone, ma il totale di quelli presi in carico è di 1049, mentre è aumentata la richiesta di aiuto da parte di anziani, stranieri, separati e vedovi, soprattutto donne. Il grosso dei bisognosi proviene dalla città”. L’incontro per presentare il dossier “Dalla crisi, costruttori del cambiamento”, è introdotto da don Maurizio Sperandeo. Presso la Cittadella di Via San Pasquale ci sono tanti operatori sociali e volontari.

“Il nostro impegno -sottolinea Pasquale Zagarese, direttore Caritas- segue tre punti cardinali: attenzione all’uomo, centralità della parola e creatività. Annunciamo due progetti: “Rigenerare un quartiere” e “Tanzania da coltivare”. La responsabile dell’Ufficio Emigrazione, Andrea Di Pietro, parla dell’iniziativa per far studiare nell’Università del Sannio, alcuni giovani africani della Nigeria e dello Zambia. Nel contesto regionale la percentuale dei poveri passa dal 38 al 42 per cento. Per lo Svimez un campano su due è sulla soglia della povertà. A questo si aggiunge l’emergenza umanitaria della guerra in Ucraina.

Dalle comunità parrocchiali arrivano testimonianze di solidarietà. “Abbiamo assistito -racconta don Daniele Paradiso di Cervinara- un giovane di 28 anni senza fissa dimora, malato di tumore, che dormiva nel macello abbandonato del paese,  facendolo curare con dignità”. “C’era una signora -fa sapere Cosimo del Rione Libertà-  a pochi passi dalla chiesa dell’Addolorata, con tre bambini, che da una settimana non andavano a scuola. Con Giusy e Barbara gli abbiamo comprato quaderni, penne e gomme per farli studiare”.

Nella parrocchia del Sacro Cuore di Benevento hanno allestito un banco alimentare e farmaceutico e sta per partire un progetto per gli over 60, con una serie di incontri, gite  e di aiuti per persone sole. “L’assistenza domiciliare non basta più -osserva Francesco Marsico della Caritas nazionale- la persona deve stare con gli altri, si deve mobilitare la comunità territoriale. Bisogna stare attenti a chi strumentalizza la povertà. Si tratta, in pratica, di potenziare il senso di appartenenza e coesione, fermando l’isolamento”.

L’arcivescovo Accrocca ha concluso con una riflessione sulla guerra e sui social. “Dobbiamo fare mea culpa -ha evidenziato- nel mondo e in Africa ci sono tanti focolai di guerra, che abbiamo dimenticato. Ci svegliamo ora che il pericolo ci tocca da vicino. La Caritas opera in loco e “in mundo”. Dobbiamo puntare sulla qualità della vita e sulle relazioni, perché la realtà virtuale, in fondo, è una realtà per solitari: ti collega all’altro capo del mondo, ma spesso ti isola da chi sta a 50 centimetri. Dobbiamo costruire un mondo altro, con la persona al centro, a partire dai deboli, ed una società più giusta".

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