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Il "giullare" Peppe Barra tra Prokofiev e il pastore Strazzullo - Grande musica e canti popolari per l'Accademia di Santa Sofia
 

sab 19-11-2022 22:16 n.247, a.e.

Il "giullare" Peppe Barra tra Prokofiev e il pastore Strazzullo

Grande musica e canti popolari per l'Accademia di Santa Sofia


La musica di Prokofiev mescolata col dialetto napoletano ed un tuffo tra i pastori. La favola di "Pierino e il lupo" ritrova nuovo smalto col poliedrico Peppe Barra ed incanta un gremito Auditorium Sant'Agostino. Parte con l'atmosfera del grande evento la Stagione Concertistica dell'Accademia di Santa Sofia. L'artista napoletano prende posto dietro ad un leggìo, mentre il maestro Giorgio Mellone dirige con piglio deciso gli otto orchestrali.

Lo spettacolo decolla rapidamente, dopo la dotta lezione di Gerardo Canfora, rettore dell'Università del Sannio, che rilancia con forza la necessità di un "umanesimo digitale" e di una tecnologia che metta l'uomo al centro. I personaggi della favola sono abbinati ad uno strumento musicale diverso. Prima di cominciare, Peppe Barra spiega il contesto storico, il periodo sovietico, in cui scrive Prokofiev, che si rifugia nella metafora per contestare il regime, sceglie uno stile ironico, per conservare la sua indipendenza artistica.

L'attore recita, interpreta con freschi gesti e incalzanti movenze del viso e della voce. Il personaggio centrale è Pierino, che rappresenta il popolo, che combatte contro il lupo, simbolo del dittatore, che inghiotte l'anatra, emblema della libertà. Il grande spavento nella foresta si dissolve, perchè tutti collaborano nella cattura del lupo. L'uccellino col suo canto, il gatto con i suoi balzi veloci, il nonno brontolone, il cacciatore. Il lieto fine è sottolineato da un' allegra e scoppiettante marcia trionfale.

"Peppe Barra -sottolinea Monica Carbini, addetto stampa- ha sfoderato tutto il suo navigato mestiere, un effervescente miscuglio di affascinante talento e smisurata maestria, mettendo in scena una sua personalissima lettura del capolavoro “Pierino e il Lupo” di Sergei Prokofiev (1891 - 1953), il versatile ed eclettico pianista e compositore russo, figura di primo piano del modernismo musicale novecentesco, che riuscì a sintetizzare con originalità le conquiste della musica europea e lo spirito della tradizione russa".

Il concerto per la celeberrima favola è stato rielaborato e diretto da Giorgio Mellone, ed è stato eseguito con raffinatezza ed estro da Armand Priftuli, al violino, Carmine Caniani alla viola, Aurelio Bertucci al violoncello, Gianluigi Pennino al contrabbasso, Marco Salvio al flauto, Gaetano Falzarano al clarinetto, Fabio Marone al fagotto, Pasquale Benincasa alle percussioni. La voce recitante di Barra come un prezioso nono strumento musicale.

Il "giullare" napoletano ha  chiuso con un saluto natalizio, cantando due brani tratti da “La Cantata dei pastori”,  una sorta di "presepe in movimento",  che racconta il viaggio di Razzullo e Sarchiapone verso la capanna di Betlemme. Uno scenario di personaggi  popolari, in forte contrasto con la tradizione religiosa della chiesa, colorito da un linguaggio spinto,volgare e scurrile."La cantata -ha ricordato Barra- fu vietata dal clero e durante il fascismo, poi fu ripresa da me e mia mamma Concetta negli anni settanta e ottanta. La proposta fu accolta con successo dovunque."Arrevotammo l'Europa".

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