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Le "girandole" esplosive di Deidda da Parker ad Evans - "Il vero jazz comunica amore con lo swing ed il blues"
 

sab 26-11-2022 19:09 n.251, a.e.

Le "girandole" esplosive di Deidda da Parker ad Evans

"Il vero jazz comunica amore con lo swing ed il blues"


Presentazione, un saluto e via. Il bassista Dario Deidda, coppola e occhialini, accompagnato da Francesco Marziani alle tastiere e Massimo Del Pezzo alla batteria, è partito come un treno, con “The Jitterbug Waltz”, un brano altalenante e rilassante di Fats Waller, diramandosi tra volate e soste improvvise, riprese e galoppate, dando subito un tocco di ebrezza al secondo concerto jazz della stagione organizzata dalla compagnia stabile Solot al Mulino Pacifico di Benevento e che durerà fino a marzo tra teatro e musica.

Da Charlie Parker a Michel Legrand, col basso protagonista, tra ritmi veloci e frenetici e swing dolci e riflessivi. Un lungo viaggio tra i grandi nomi del jazz, che Deidda ha ripercorso con stile personale, raffinatezza e  visibile “fatica” delle dita. Portando la sua carovana tra le note di Bill Evans, con “You Must Believe”,  Wayne Shorter con “Black Nile”,  Benny Golson con “Stablemates”, Andy Williams con “The Shadow of Your Smile”  e di Michel Petrucciani con “Morning Blues”, uno dei testi più meditativi del pianista francese

Il bassista salernitano, che ha costruito la sua carriera a Roma, ha suonato, tra gli altri, con Pino Daniele nel tour che il cantautore napoletano tenne nel 1999 ed attualmente fa parte di un trio guidato da Kurt Rosenwinkel. “Solo io sono italiano -spiega Deidda- mentre gli altri sono americani. Ho suonato anche con  George Coleman e James Moody, ed in alcune jam session con Michel Petrucciani. Sto preparando un disco per solo basso, prodotto da Rosenwinkel, per un’etichetta indipendente, affiliata ad Eric Clapton”.

Il concerto è volato via per quasi un’ora e mezza tra vere e proprie ovazioni del pubblico. Il bassista ha voluto chiudere con due brani di belle e intense sonorità, tratti da Charlie Parker, contrassegnati da esplosive “girandole” musicali. “Negli ultimi  anni -osserva Deidda- la contaminazione è andata oltre. Ben vengano le cose di qualità. Ma il vero jazz non deve mai perdere le caratteristiche originari, come lo swing, il groove, il blues, né disperdere il suo messaggio d’amore e la voglia di stare insieme agli altri”.

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