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Direttore Antonio Esposito

L'iniziativa di "Libera" con il Pacco alla Camorra per la Pace e i Diritti - Michele Martino: "Rendiamo fruibile il bene confiscato ai clan"
 

lun 05-12-2022 23:52 n.255, a.e.

L'iniziativa di "Libera" con il Pacco alla Camorra per la Pace e i Diritti

Michele Martino: "Rendiamo fruibile il bene confiscato ai clan"


“La pace può avere un senso solo se cammina insieme alla giustizia sociale, alla  garanzia dei diritti, al rispetto dell’ambiente, alla difesa dei più deboli,  con la lotta alle mafie e alla corruzione. Ma questi temi sono diventati molto blandi nell’ agenda politica. La nostra coscienza non potrà mai stare tranquilla, con le navi al largo che non fanno sbarcare, con tanti morti sul lavoro,  tante vittime dell’usura, del racket, della droga e del gioco d’azzardo, se dimenticheremo la giovane nigeriana Ester uccisa a Benevento e il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà, se una comunità non potrà avere l’acqua pulita ”.

Con questa ampia riflessione,  Michele Martino, referente provinciale di Libera, ha presentato l’iniziativa “Facciamo un Pacco alla Camorra”, nella sede della Caritas diocesana in Via San Pasquale. Tema centrale di questa quattordicesima edizione la Pace, declinata in tutti i suoi colori. “Una parola -spiega il docente Davide De Rei- che non significa quiete e contemplazione, che non è simbolo di vestaglia e caminetto, come ci ricorda don Tonino Bello, ma che è lotta, sofferenza , tenacia, cammino in salita”.

L’incontro, promosso da Libera e dal Comitato “Terre di don Peppe Diana”, mira ad accendere i riflettori sulla criminalità organizzata, che opera anche nel Sannio attraverso consolidati e noti sodalizi. “Da tempo -rileva Martino- non siamo più un’isola felice. Nella nostra provincia ed in particolare in Valle Caudina, la lotta tra i clan sembra aver raggiunto equilibri stabili, perché non si spara. Ma bisogna tenere alta l’attenzione sulle possibili infiltrazioni negli appalti dei grandi investimenti in arrivo. Serve uno scatto per completare i lavori nell’ex cementificio confiscato in contrada Olivola e renderlo fruibile”.

Per rafforzare l’impegno contro la camorra e la violenza,  gioca un ruolo importante la memoria di quelli che hanno perso la vita per fare solo il loro dovere, da Raffaele Delcogliano ad Aldo Iermano, da Tiziano Della Ratta a don Carlo Lombardi, da Vito Ievolella a Pasquale Mandato. Per combattere la criminalità organizzata, occorre liberare tanti cittadini dalla povertà e creare opportunità di lavoro per i giovani. Come dimostra la Nuova Cooperazione Organizzata, nata in provincia di Caserta, nelle terre confiscate.

“Abbiamo cercato -sottolinea Stefano Mancini della Nco- di mettere insieme il bene, coinvolgendo tanti ragazzi nella produzione di beni agroalimentari di qualità. Proprio oggi sono stato con Massimiliano a Caserta a distribuire trenta pacchi a famiglie ed imprese che lui conosceva. Veniva da una brutta esperienza di droga ed era senza speranza, poi ha voluto darci una mano. Nel Pacco, fatto con i nostri prodotti biologici, s’incontrano tante storie, vogliamo offrire la possibilità di coltivare il sogno di restare in queste terre”.

“Dobbiamo fare rete -aggiunge Pasquale Zagarese, direttore della Caritas-  per sconfiggere la miseria, frutto delle ingiustizie sociali. Non possiamo rimanere nelle sacrestie. La nostra casa è la strada. Dobbiamo rivedere il nostro ruolo. Per questo pensiamo ad un progetto per “rigenerare un quartiere”. Non bastano gli aiuti materiali immediati, ma ci vorrebbe una grande azione educativa, non solo per bambini, ma rivolta a tutti noi, sull’esempio di don Peppe Diana, che conobbi in un viaggio a Lourdes con gli ammalati”.

La testimonianza di un genuino impegno sul campo è venuta da tre giovani scout dell’Agesci, Sara, Federica e Luigi, che hanno lanciato proposte per un’economia più giusta, per migliorare il nostro territorio, presentando una “Carta per la Campania di domani”. ”Vogliamo -conclude Sara- gettare un seme di cambiamento con lo spirito della concretezza. Ogni anno con noi s’impegnano 300 ragazzi. Nell’estate scorsa a Camposauro ne sono venuti circa mille. La pace è un fermento gentile e di denuncia”.



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