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Direttore Antonio Esposito

La protesta del Pd sannita: "Letta ripensaci, rispetta il territorio" - Mortaruolo: "Il commissariamento è frutto delle nostre lacerazioni"
 

ven 16-12-2022 11:49 n.258, a.e.

La protesta del Pd sannita: "Letta ripensaci, rispetta il territorio"

Mortaruolo: "Il commissariamento è frutto delle nostre lacerazioni"


Stupore, sgomento e tanti interrogativi. C’è chi parla di “rappresaglia politica”, di incomprensibile arroganza e stupidità. Il commissariamento della Federazione Provinciale del Partito Democratico, deciso da Enrico Letta, è sicuramente un atto molto brutto, duro e pesante, perché cade in un momento difficile, che richiede compattezza ed una grande capacità di inclusione, per svolgere nel miglior modo possibile il ruolo di forza di opposizione e per costruire con slancio il percorso congressuale che sfocerà nelle primarie.

Il provvedimento, adottato a Roma e diffuso attraverso uno stringato comunicato, si limita solo a dire che “per favorire l’attivazione del processo costituente e lo svolgimento della prossima stagione congressuale”, sono stati nominati i seguenti commissari: il deputato Enzo Amendola per il Pd della Basilicata; il senatore Antonio Nicita per la federazione di Siracusa, il consigliere regionale Erasmo Mortaruolo per la federazione di Benevento. Una scelta drastica, improvvisa, caduta dall’alto, senza un briciolo di motivazione.

Perché Enrico Letta, che per giunta è dimissionario, ha voluto “spodestare”  il segretario provinciale Giovanni Cacciano? Si può arrivare ad una simile decisione senza dialogare col gruppo dirigente locale? Si possono ricucire le fratture e le divisioni venute a galla durante le ultime politiche, con un provvedimento dal sapore punitivo? Qualcuno ritiene che l’atto del segretario nazionale sarebbe la risposta, a scoppio ritardato, all’assemblea del 7 ottobre scorso, che sfiduciò  la presidente provinciale Antonella Pepe, per essersi candidata “scavalcando” il partito sannita, secondo l'accusa dei contestatori.

Il Pd del Sannio stava ritrovando un po’ di pace, dopo gli aspri scontri sulle candidature al Parlamento. Quando andò in scena la contrapposizione tra Roma e Benevento, tra Antonella Pepe, proposta dalla direzione nazionale, e Angelo Moretti, indicato all’unanimità dall’assemblea provinciale. Un braccio di ferro, frutto di giochi correntizi, che spinse al disimpegno molti dirigenti. Dopo la sconfitta elettorale c’è stata una sorta di resa dei conti, con la formazione di due anime ben distinte, una guidata dall’ex deputato Umberto del Basso De Caro, e l’altra capeggiata da Antonella Pepe e Mino Mortaruolo.

La decisione romana ha colto di sorpresa tanti iscritti e militanti, molti dei quali hanno  protestato con lettere e messaggi inviati direttamente a Letta, sperando che possa ripensarci. “Giovanni è il mio segretario -scrive su facebook Antonio Furno- eletto pochi mesi fa dagli iscritti di Benevento e provincia. Perché non va più bene? Non condivido il commissariamento, sancito senza fornire spiegazioni. Per me è un atto stupido prima che illegittimo. Io non appartengo a nessuna corrente, non sono al servizio di nessuno”.

Il dissenso contro l’atto di Letta è stato sottoscritto da oltre cinquanta dirigenti, tra cui i consiglieri comunali Floriana Fioretti, Raffaele De Longis e Marialetizia Varricchio, il segretario cittadino Francesco Zoino, l’ex parlamentare Angela Ianaro. “Il commissariamento della federazione -scrivono- è un grosso errore politico e, soprattutto, un gesto di enorme stupidità. Forse ci liquiderai come un gruppo di decariani al servizio del padrone, ma non abbiamo mai avuto padroni, crediamo nella politica come servizio”.

Davanti alla sede di Corso Garibaldi incontriamo un crocchio di simpatizzanti  increduli. “Si può rimuovere così -commentano- un segretario democraticamente eletto? Vogliamo capire quali sono le motivazioni. Siamo un partito democratico, non una caserma. Non si può andare avanti a colpi di fatwa e di scomuniche. Abbiamo bisogno di un partito aperto, soprattutto in questa fase. Per questo molti di noi si stanno orientando verso la proposta di Elly Schlein, che punta a valorizzare la base e gli iscritti e non solo gli eletti”.

Lo spettacolo offerto dal Pd nelle politiche del 25 settembre è stato davvero indecoroso.Chi non ha accettato la candidatura di Antonella Pepe, è rimasto a guardare. Ma il segretario Cacciano è stato uno dei pochi a partecipare a quasi tutti gli incontri elettorali. Ha cercato di svolgere un ruolo equilibrato astenendosi sulla mozione di sfiducia alla presidente del partito, presentata dal consigliere provinciale Giuseppe Ruggiero.
 
"Il segretario Letta -fa sapere Mino Mortaruolo- mi ha chiesto di guidare questa fase. Questa scelta importante è conseguenza delle lacerazioni dell'ultima campagna elettorale, che ha fatto registrare fatti e comportamenti che si fa fatica a comprendere. Sono convinto che non si arriva lontano, se si cammina da soli. C'è bisogno di umiltà e generosità. Ricostruiamo insieme. La porta della federazione sarà sempre aperta".

Il rinnovamento invocato non può comunque avvenire con editti e sanzioni, con sfiducie e commissariamenti. “Sono amareggiato e confuso -osserva il consigliere comunale Giovanni De Lorenzo, ex segretario cittadino- non comprendo e non condivido. Ho difficoltà a spiegare tutto ciò. A Cacciano e Mortaruolo mi legano anni di militanza. Questa diatriba politica non mi appassiona e rende incerto il mio percorso in questo partito. La nostra comunità ha bisogno di serenità e di coinvolgimento sui problemi”.

Sulle pagine facebook della federazione sannita campeggia a caratteri cubitali la protesta con queste parole: “Gravissimo atto di Rappresaglia Politica verso la segreteria provinciale”. Contemporaneamente si annuncia che rimane congelato il progetto digitale del “Diario Democratico”, pronto a partire il prossimo 23 dicembre. “Ho appreso del commissariamento -afferma Alessia Sarno della segreteria provinciale- da un’agenzia di stampa nella serata di mercoledì scorso. La voce del Sannio si farà sentire contro questa ennesima arroganza, che non si addice ad un partito chiamato Democratico”.

Contro il commissariamento, qualcuno pensa di fare ricorso al Tribunale ordinario. Per il coordinatore provinciale Italo Palumbo, quello di Letta è stato un “intervento a gamba tesa”, un “colpo di mano”, che calpesta l’autonomia dei territori. “Il congresso -rileva Palumbo- che ha eletto Cacciano segretario, è stato coordinato e seguito dal commissario Enrico Borghi. Tutto è avvenuto secondo regole chiare e condivise. Commissariando la federazione si colpisce un’intera classe dirigente.Caro Letta ripensaci”.

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