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Direttore Antonio Esposito

I giorni convulsi della Grande Tempesta per l'acqua contaminata - De Pierro: "Chi ha sbagliato pagherą. Vogliamo la veritą"
 

mar 20-12-2022 21:57 n.260, Antonio Esposito

I giorni convulsi della Grande Tempesta per l'acqua contaminata

De Pierro: "Chi ha sbagliato pagherą. Vogliamo la veritą"


Le tappe della “Grande Tempesta” del 17 novembre sono racchiuse in un documento di 26 pagine firmato dall’assessore all’ambiente Alessandro Rosa e dal dirigente Maurizio Perlingieri. Una fitta carrellata di prelievi, dati e ordinanze che confermano il famigerato picco di 250 Microgrammi di Tetracloroetilene per ogni litro nei pozzi di Pezzapiana. Quattro capitoli che raccontano quelle ore convulse con particolare riferimento alla “sequenza cronologica degli avvenimenti” e alle “serie storiche dei campionamenti”.

La vicenda dell’acqua contaminata approda in consiglio comunale, dopo la richiesta pressante dell’opposizione. Il parametro esorbitante e improvviso viene comunicato dall’Arpac all’Asl di Benevento, che subito invita il sindaco a vietare l’uso della risorsa idrica “a scopo potabile”. Dal canto suo la Gesesa produce esami in netto contrasto con quelli dell’Asl, affermando che l’acqua è sempre stata potabile. Partono nuovi  prelievi. Il giorno dopo anche per l’Arpac  la contaminazione è rientrata nei limiti di legge.

La discussione a Palazzo Mosti comincia intorno a mezzogiorno. Il sindaco Clemente Mastella lascia l’aula e va in una stanza limitrofa perché ha un collegamento con la regione sulla stessa questione. Dopo la relazione dell’assessore, i consiglieri dell’opposizione Giovanna Megna, Rosetta De Stasio e Giovanni De Lorenzo, denunciano le inadempienze dell’amministrazione comunale sul Piano di Caratterizzazione, che doveva essere fatto nel 2021, lentezze e ritardi sui progetti per la ricerca di fonti alternative.

“Nessuno ha detto che la falda non sia contaminata -rileva Rosa- il comune sta facendo di tutto per capire chi è l’agente inquinante. Si è verificata una contraddizione tra alcuni prelievi dell’Arpac e della Gesesa. Chiediamo ai tecnici perché è potuto succedere. Le analisi effettuate alla bocca del pozzo, non sempre sono state accompagnate da quelle ai fontanini. La Gesesa sta facendo prelievi settimanali che evidenziano la potabilità dell’acqua. Qui nessuno sta inquinando nessuno. Abbiamo salvaguardato i cittadini”.

Le parole rassicuranti dell’assessore si limitano a descrivere il quadro della situazione, con tabelle e confronti, ma manca ancora la chiarezza completa sulle fasi della controversa vicenda del Teatracloroetilene. Si attende la relazione dell’Università del Sannio, affidata ai docenti Libera Esposito e Francesco Fiorillo. Il comune invita a stare sereni i cittadini del Rione Libertà, del Rione Ferrovia e del Centro Storico, che utilizzano l’acqua dei pozzi di Pezzapiana, ribadendo ancora una volta che tutto è ormai tornato nella normalità.

Dalla relazione dell’Arpac emergono, però, alcuni spunti  importanti, accompagnati da consigli e proposte, che non si possono ignorare. Si conferma, infatti, “una presenza diffusa e costante nel tempo del Tetracloretilene, con frequenti superamenti della soglia di contaminazione”, si suggerisce che, poiché la “risoluzione radicale della problematica attraverso la bonifica della falda necessiterà di complessi accertamenti ed interventi di lungo orizzonte”,  “i soggetti istituzionali a ciò deputati, pongano in essere azioni mitigative immediate atte a sostituire, anche in parte, la risorsa idrica attualmente utilizzata a scopo idropotabile  con una risorsa di migliore qualità chimica”.

L’Arpac ipotizza inoltre che le cause che hanno determinato i valori dei giorni 15 e 17 novembre scorso “potrebbero ascriversi a diversi fattori tra cui la condizione di ricarica dell’acquifero, l’emungimento che potrebbe aver mobilizzato contaminante stratificato e averlo attirato nell’area dei pozzi, l’attivazione di sorgenti primarie di contaminazione, come sversamenti e perdite localizzate”, prescrive di “trattare le acque attualmente utilizzate per ridurre la concentrazione di tetracloroetilene prima che vengano distribuite alle rete idrica cittadina” e soprattutto di “incrementare le attività di monitoraggio”.

Sul tavolo ci sono diverse iniziative per risolvere l’annosa questione, per colmare il divario  tra la parte alta della città che ha l’acqua del Torano Biferno, e la parte bassa che è servita dai pozzi di Pezzapiana. La Gesesa ha approntato il progetto per un impianto di filtraggio a carboni attivi, già finanziato dalla Regione per circa un milione e 800 mila euro. Per sostituire la risorsa contaminata c’è l’impegno di Palazzo Santa Lucia di realizzare una conduttura di alimentazione dal campo pozzi di Solopaca. La soluzione ideale sarebbe quella di rifornire tutta la città con l’acqua del Biferno. Ma si potrebbe guardare anche alle fonti irpine del Sele e del Serino. Si tratta di progetti che potrebbero rientrare nel PNRR. 

"Il panorama che emerge è gravissimo -attacca Megna- non è vero che siamo sempre stati sotto la soglia di contaminazione.Lascia attoniti la delegittimazione degli enti pubblici. Dire che l'Arpac ha sbagliato è un duro colpo alla fiducia dei cittadini. Dire che l'acqua è sempre stata potabile è una castroneria, perchè sul sito di Gesesa non c'è nessuna rilevazione nei giorni 15 e 16 novembre.C'è un buco.Come facciamo a stare sereni?"

Qualcuno paventa tempi troppo lunghi per risanare una situazione, nota già da molti anni."Non avete fatto nulla -incalza De Stasio- oltre l'ordinanza del sindaco. Prima del 17 novembre i limiti erano stati abbondantemente superati. Il Piano di Caratterizzazione non sarebbe stato fatto perchè mancavano 70 mila euro. Per tanti altri eventi, invece, i soldi si trovano. Il problema vero è che quei pozzi sono contaminati. Ci vogliono certezze". 

Sulla stessa scia gli interrogativi posti da De Lorenzo. "Dal 30 novembre ad oggi- evidenzia il consigliere del Pd- non è cambiato nulla. Dovevate portare la relazione dell'università.Ci sono tanti aspetti da chiarire.Chi ha controllato le attività commerciali in quei giorni di allarme e paura? Perchè non si è ancora indagato sulla radice della contaminazione? Bisogna rimediare presto a questa situazione di disparità tra zona alta e bassa della città".

Il vicesindaco Francesco De Pierro, pur respingendo le accuse dell'opposizione, è costretto ad ammettere che ci sono stati problemi per il Piano di Caratterizzazione, ma che adesso si procederà speditamente grazie ai fondi della regione."Se qualcuno ha sbagliato -conclude- dovrà assumersi le responsabilità. Credo che ciascuno si sia fatta un'idea abbastanza chiara su quello che è accaduto. Dobbiamo accertare se si tratta di anomalie finte o meritevoli di approfondimento. Anche noi vogliamo la verità dei fatti".

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