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La dea Demetra cerca ancora Persefone ed "Urla dal confine" - Potente spettacolo processione di Vittorio Zollo al Pacifico
 

ven 30-12-2022 17:15 n.263, a.e.

La dea Demetra cerca ancora Persefone ed "Urla dal confine"

Potente spettacolo processione di Vittorio Zollo al Pacifico


Il dolore di una madre per una figlia violentata dal prete del paese diventa dramma collettivo, col canto e con la musica, si dipana come una preghiera, una nenia, un grido, la voce di mille processioni, che implorano giustizia. Cercano un Dio che purifichi il mondo dal male. Dando vita al suggestivo scenario di “Urla dal confine”,  lo spettacolo  rappresentato dal gruppo Osso Sacro al Mulino Pacifico di Benevento. Un viaggio delicato, potente e coinvolgente nei miti, nelle radici e nelle viscere del Sannio ed oltre.

Ritorna a vivere la storia di Demetra, la mamma, che cerca la figlia, Persefone. Al centro del palco c’è il performer Vittorio Zollo, che canta e recita scalzo, accompagnato dai musicisti compositori Carlo e Corrado Ciervo, mentre alla batteria c’è Pino Tomaciello. Lungo il viaggio si aggiungono gradevolmente il flauto di Vittorio Coviello e le poesie di Eugenia Galli ed Ilenia Varricchio. “Il progetto -spiega Zollo- è cominciato due anni fa, abbiamo girato tanti paesini della provincia, sulle tracce della tradizione popolare sacra e profana. La vicenda parte da qui, ma parla al mondo, per la sua universalità”.

Tra parole dure e canzoni sussurrate prende corpo la figura di una mamma inconsolabile, che si reca nella chiesa e danza sul tamburo, imprecando contro il cattolicesimo, “vaga nella notte tetra, come una corda di cetra”, minacciando di incendiare tutto e di far scoppiare anche le stelle. “Mannaggia tutti li sacramenti, chesta chiesa s’adda scarrupà”. Ma ecco che, durante la notte, gli appare la dea Angizia,  una sorta di janara che veneravano i popoli del Sannio Alto e dell’Abruzzo, che le consiglia di far abortire la figlia.

Il padre della ragazza, invece, si avvicina a Gesù e supplica la “Stella Mattutina” per un consiglio. Ad elevare il canto al cielo è un giovane del paese, interpretato con scioltezza da Dennj De Nisi. Ma spunta un’altra donna, si chiama Anna la "beata" o la "beat” , che va in pellegrinaggio dalle sette sorelle campane, per sapere che fare. Dalla Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia a quella delle Galline di Pagani, dalla Madonna Pacchiana di Somma Vesuviana a quella dei Bagni di Scafati, dalla Madonna dell’Avvocata di Maiori a quella di Materdomini di Nocera Superiore, fino a quella di Montevergine.

“Quando la donna ritorna - osserva Zollo- fa sapere che Persefone, che possiamo chiamare anche Proserpina, deve partorire il figlio, perché ci vuole una speranza. Non sappiamo cosa farà la nostra protagonista, se partorirà o meno il figlio dell’Ira. Noi siamo solo narratori. Il finale lo lasciamo a voi”. Nell’ultima scena Proserpina si reca sul monte Atlante per riflettere sul da farsi, mentre il cantante e i musicisti intonano con passionalità e raffinatezza il suo disperato bisogno d’amore e di liberazione.



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