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Il Canto Beneventano da Santa Sofia ai monti del Sannio - Il soprano Tetyana:"Il suo messaggio arriverą in Ucraina"
 

mer 04-01-2023 16:00 n.264, a.e.

Il Canto Beneventano da Santa Sofia ai monti del Sannio

Il soprano Tetyana:"Il suo messaggio arriverą in Ucraina"



Sulla montagna più alta, verso il cielo, verso Dio. Per portare nel mondo un messaggio di pace. Sulle ali del “Canto Beneventano”. Il suggestivo viaggio canoro ha per protagonisti 60 cantori di cinque corali del Sannio. Un’ascesa spirituale nella bellezza, raccontata con immagini intense e delicate, in un breve filmato, realizzato dall’Associazione Orbisophia, presieduta dall’ucraina Tetyana Shyshnyak  e diretto da Gennaro Del Piano. Per far conoscere a tutti una delle perle artistiche del vasto patrimonio culturale beneventano.

“Questa magia -spiega Tetyana- l'abbiamo chiamata “In Unum”, per rappresentare il  bisogno di stare insieme. Faremo circolare il video con la speranza che arrivi a tutti i popoli amanti della pace. Forse anche in Ucraina, la mia terra martoriata, che sta vivendo giorni drammatici. Sono stata al mio paese un mese fa, ho visto ospedali bombardati, gente senza casa, senza riscaldamento e senza luce. Tornerò lì tra un paio di settimane. Per me la guerra si può risolvere solo con un intervento diplomatico internazionale”.

Il “Canto Beneventano” fu scritto nel periodo longobardo, tra il VI e l’VIII secolo, e fu il principale canto liturgico della Chiesa Cattolica, diffondendosi in particolare tra Benevento e Montecassino, fino al 1058, quando fu proibito dal Papa tedesco Stefano IX e sostituito col Canto Gregoriano di rito romano. A quell’epoca risale anche l’invenzione della Scrittura Beneventana. Si tratta, quindi, di un eccezionale documento storico, di cui si erano perse le tracce e che fu ritrovato da alcuni monaci francesi.

“Nel racconto fantastico -osserva Del  Piano- abbiamo immaginato che un monaco, rovistando nello scrittorio della Chiesa di Santa Sofia, l’abbia scoperto per caso, e, conoscendo la sua importanza, lo abbia nascosto, per proteggerlo dalle nuova legge papale. Ma un giorno, una bambina lo ritrova sotterrato in un bosco e lo porta ai coristi per farlo cantare. Le immagini sono accompagnate da didascalie in lingua inglese, proprio per il suo spessore internazionale e per divulgarlo ad un pubblico più ampio".

Il progetto ha richiesto due anni di lavoro. Sono state chiamati a raccolta la Corale di San Menna di Vitulano, il Miria’s Gospel Choir di Benevento, il coro Frate Sole di San Giorgio del Sannio, il coro Maria Santissima Annunziata di Reino, il Coro Polifonico Farnetum di Fragneto Momforte, coadiuvati dalla Schola Cantorum “Orbisophia” e dal Coro Cittadino “Mater Misericordiae” di Benevento, diretto da Daniela Polito. Il ruolo del monaco è interpretato da Enzo Gravina, mentre quello della bambina da Grace Olive Raffa.

Il “Canto Beneventano” si è dispiegato così tra il Taburno, Camposauro e la "Punta delle Lomme" di Vitulano, detta Balcone del Sannio. I coristi sono stati guidati da Nicola Matarazzo, conoscitore di ogni anfratto del posto. Dopo aver preso le mosse dalle figure dei pupi longobardi, realizzati con grazia ed amore da Antonio Tizzanino, e dalla mistica bellezza della Chiesa di Santa Sofia, cuore pulsante del Sito Unesco e del monastero che un tempo ispirò la creazione del Canto Beneventano, conosciuto in tutto il mondo.





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