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Direttore Antonio Esposito

L'Università del Sannio, Campus Urbano che guarda al mondo - Il ministro Bernini: "Viviamo un momento unico. Fate sistema"
 

ven 27-01-2023 19:26 n.273, a.e.

L'Università del Sannio, Campus Urbano che guarda al mondo

Il ministro Bernini: "Viviamo un momento unico. Fate sistema"


“Questa università, nata 25 anni fa, ha raccolto ed affrontato una duplice sfida: quella di puntare sull’eccellenza e quella di essere utile alla crescita del territorio. Mantenendo sempre aperta una porta sul mondo. Qui attualmente abbiamo sei studenti stranieri, provenienti dal Camerun, dal Niger e dalla Nigeria, grazie ad un progetto dell’Onu per i rifugiati. I laureati sono più di 16 mila. Molti di essi si sono affermati come professionisti, ingegneri, ricercatori, insegnanti, manager, amministratori pubblici”.

Con orgogio ed emozione, Gerardo Canfora, magnifico rettore dell'Università del Sannio, racconta le tappe dei risultati raggiunti, ma subito dopo tocca il difficile momento storico, segnato dalla pandemia e dalla guerra e rilancia l'impegno per la pace. “Come diceva Virginia Woolf -ricorda il rettore- l’università deve insegnare alla gioventù ad odiare la guerra. Solo col dialogo e il confronto possiamo avere l’armonia e la convivenza civile. Ma non possiamo dimenticare le storture, le disuguaglianze e le ingiustizie del mondo”.

L’inaugurazione dell’Anno Accademico nell’Auditorium Sant’Agostino offre l’occasione per riflettere sull’attualità e sul futuro. L'ateneo sannita ha assunto sempre più le caratteristiche di un Campus Urbano, con i nuovi spazi costruiti in Via Dei Mulini, col Polo Tecnologico e Scientifico, simboleggiato dal Cubo. Tanti progetti sono in cantiere. Nuove opportunità dovrebbero arrivare col Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“Viviamo un momento unico –esulta il ministro Anna Maria Bernini- un’occasione storica. Dopo il dramma della pandemia ricomincia la vita, che si chiama Pnrr. Il vostro compito è quello di spendere bene, dopo la semina verrà il raccolto. Nessun uomo è un’isola. Nessuno si salva da solo. Mettetevi insieme, fate sistema. II futuro è Rinascimento, l’artista scienziato, il tecnico umanista, l’ingegnere medico, il fisico filosofo, il geologo letterato”.

Le parole del ministro sono impregnate di ottimismo, perché i fondi in arrivo potrebbero realizzare davvero una svolta, soprattutto per il Sud. “Avete un’offerta formativa - continua Bernini- adeguata alle esigenze del territorio. State lavorando bene. La sfida è quella di tenere qui i vostri studenti, molti dei quali, dopo la laurea, vanno a lavorare altrove. Il sindaco Mastella vorrebbe qui la Facoltà di Medicina, ma non decido io.Vedremo".

Dai progetti per il futuro alle riflessioni sul disagio giovanile. “Può essere la competitività  -si chiede Pasquale Piantedosi, rappresentante degli studenti- l’unico spirito del nostro tempo? La laurea non è solo un traguardo da tagliare, ma un’attività che deve concorrere al progresso. La nostra generazione sarà capace di innescare un cambiamento soltanto se si riappropria dei sentimenti umani, come amore, fraternità, solidarietà, basi di una società che garantisca a tutti il diritto alla cultura e al benessere”.

Il cuore pulsante della cerimonia è la “Lectio magistralis” di Rossella Miccio, presidente di Emergency. “Basti pensare -osserva- che per le tante guerre in corso si spendono ogni anno 2133 miliardi di dollari, mentre per la cooperazione e lo sviluppo solo 185 miliardi. Quindi stiamo già scegliendo in che mondo vogliamo vivere. Noi curiamo le persone ferite e diffondiamo la cultura della pace. Questa guerra in Ucraina ci peoccupa molto, dura da quasi un anno e non si vede la fine. Ma la pace non si costruisce con le armi".

Nella carrellata degli interventi trovano spazio anche la scienza e la Giornata della Memoria. Il docente Francesco Maria Guadagno si sofferma sul tema: “Il tempo e i rischi geologici”. “Molti comuni -denuncia- non dispongono del Piano di Protezione civile. Siamo un territorio sismico. Non è tempo di far finta di niente. La frana di Ischia è ancora nei nostri occhi. Dobbiamo fare presto a prevenire i rischi”. Il ministro conclude con le parole di Liliana Segre: "Il culto della memoria è l’unico antidoto all’indifferenza”.



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