Attualità     Politica     Cultura    Reportage     Opinioni    Chi siamo    Contatti    Credits     

Direttore Antonio Esposito

La voce di Bruno Venturini, tra "Carmela", "Reginella" e "Caruso" - "Spero di ritornare al Teatro Romano di Benevento in estate"
 

dom 19-02-2023 18:03 n.281, a.e.

La voce di Bruno Venturini, tra "Carmela", "Reginella" e "Caruso"

"Spero di ritornare al Teatro Romano di Benevento in estate"


Per il suo talento è considerato da molti erede di Enrico Caruso. Per la sua intensa attività è ritenuto ambasciatore della canzone napoletana nel mondo. Col suo tour, Bruno Venturini è approdato al Teatro comunale di Benevento nell’ambito della stagione invernale di “Città Spettacolo”. La sua voce fu notata  già negli anni cinquanta, da famosi autori napoletani come Ernesto Lama e Michele Galdieri. Quando il ragazzo si trovava a Roma per stare vicino al padre Raffaele, ricoverato in ospedale per cirrosi epatica.

“Con mio fratello -racconta Venturini- facevamo i venditori ambulanti ed ogni tanto cantavo. Conobbi anche Totò, che ascoltandomi disse: “Il ragazzo farà molta strada”. “Principe -io risposi- a piedi o a cavallo? Questa mia battuta mi rese simpatico. Avevo otto anni quando mio padre morì e con la famiglia ci trasferimmo a Salerno, dove cominciai a studiare. A Napoli incontrai Sergio Bruni che mi trattava come un figlio. La mia strada era tracciata. Da bambino a ragazzo e subito vecchio. Non so’ stato mai guaglione”.

Il cantante, nato Pagani nel 1945 e il cui vero nome è Bonaventura Esposito, ha portato a Benevento lo spettacolo “Bruno racconta e Venturini canta”, con sottotitolo “La Napoli di Caruso e altre storie”, che ha per direttore artistico il figlio Salvatore.Un viaggio tra le più belle canzoni della tradizione classica napoletana e tanti aneddoti e “affreschi” della propria vita di sognatore con la faccia da “marenariello”. Da “Carmela” a “Reginella”, da “Munastero ‘e Santa Chiara” a “Caruso” di Lucio Dalla,  con quella limpida voce da tenore, che ha spinto molti a dire che “Venturini con canta, ma pitta”.

“Quando incisi il disco “L’oro di Napoli” -ha ricordato Venturini- tenni un concerto al Teatro Romano di Benevento. Fu un trionfo. Il sindaco del tempo era  Antonio Pietrantonio, che amava cantare. Spero di poter tornare la prossima estate in quel meraviglioso spazio. La mia intensa carriera mi ha portato a girare il mondo. Sono il primo artista occidentale ad essere stato invitato in Cina nel 1984. Ho incontrato sia Papa Woytila che Papa Francesco. Nel 1964  fui al centro di una “love story” con Jaqueline Kennedy”.

Il ritorno ai concerti arriva dopo una pausa dolorosa, dovuta alla scomparsa della moglie, avvenuta nell’aprile del 2021. L’artista ha reinciso l’omaggio a Caruso, che già aveva venduto milioni di copie, ed ha ritrovato degli eccellenti compagni di viaggio con la “Neapolis Acoustic Ensemble”, composta da Fabrizio Giordano al violino, Daria Mennella alla batteria, Luca Petrosino alla mandola, Edoardo Robbio al mandolino, Enzo Celentano al piano, Ottavio Gaudiano al contrabbasso e Lorenzo Marino alla Chitarra.

“Nel 2012, alle prime avvisaglie della malattia della mia compagna -ha rilevato Venturini- volevo smettere di cantare. Dopo tanti tragici avvenimenti, ho rimesso l’armatura. Si dice che un artista non si deve commuovere sul palcoscenico, ma io non sempre ci riesco. Questo teatro è una bomboniera. Adoro Benevento e i suoi abitanti. Voi siete la mia forza”. Il concerto, che avrebbe meritato un pubblico più numeroso, si è chiuso sulle note allegre e scintillanti di "Funiculì funiculà", “Simmo ‘e Napoli paisà” e “’O Sole mio”.

Categ Cultura, letto 625 volte
 

 
  Apri WhatsApp   Apri Tweeter