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Il pianista Nicolosi veleggia tra Durante, Paisiello e Cimarosa - Dalle galassie alla bella musica dell'Orchestra di Santa Sofia
 

dom 26-02-2023 22:53 n.285, redazione

Il pianista Nicolosi veleggia tra Durante, Paisiello e Cimarosa

Dalle galassie alla bella musica dell'Orchestra di Santa Sofia


La grande musica classica, protagonista nell'Auditorium Sant'Agostino con l’Orchestra da Camera  dell'Accademia di Santa Sofia e il maestro Francesco Nicolosi, “uno dei migliori pianisti viventi al mondo”, che hanno eseguito alcuni celebri brani scelti dal repertorio di due figure cardine della scena musicale europea e della gloriosa scuola musicale napoletana: Francesco Durante (1684 - 1755) e Giovanni Paisiello (1740 - 1816).

Si comincia con la grande danza barocca del Concerto n° 8 in la maggiore per orchestra d’archi, detto anche “La Pazzia”, una delle più note e amate composizioni di Francesco Durante. Da tutti gli archi dell'orchestra si diffondono note briose e delicate, ritmi gentili e avvolgenti, una ventata di grazia e giocosità, in sintonia coi movimenti detti “Affettuosi”. 

Il pianista di fama internazionale Francesco Nicolosi, parte con una grande novità: la prima esecuzione assoluta di alcune pagine apocrife, nascoste, dimenticate e poi scovate in un anonimo cassetto della lontana Inghilterra, negli anni ‘70 del secolo scorso. Si tratta di otto concerti, definitivamente attribuiti al grande compositore napoletano Giovanni Paisiello, e riportati alla vita proprio da Nicolosi, mai suonati prima in pubblico.

Decollano così il Concerto n° 6 in si bemolle maggiore, e il Concerto n° 7 in la maggiore. "Dalla musica -sottolinea l'addetta stampa Monica Carbini -emergono pagine di raffinata freschezza, dove un consolidato trionfo barocco apre a improvvise e inaspettate sonorità romantiche,anticipando la modernità. Con una fulminea metamorfosi, il clavicembalo (storico precedente compagno di Paisiello) è scomparso e l’ibrido fortepiano si è trasformato in un meraviglioso possente modernissimo pianoforte".

Il musicista siculo napoletano, assorto sui tasti, esegue tutto in perfetta sintonia con l'orchestra, raccogliendo ammirazione e applausi. Formidabili tutti i musicisti: i Primi Violini Riccardo Zamuner (konzertmeister), Federica Tranzillo, Alina Taslavan, Francesco Norelli; i Secondi Violini Alessia Avagliano, Alessandra Rigliari, Emanuele Procaccini; le Viole Francesco Solombrino, Martina Iacò; i Violoncelli Danilo Squitieri e Alfredo Pirone; il Contrabbasso Gianluigi Pennino; i due Corni, Davide Citera e Raffaele Papa.  

Alla fine arrivano anche due bis: una sonata in Si bemolle per fortepiano di Cimarosa e il notissimo valzer dal Gattopardo, Il maestro Nicolosi ha ricordato che, insieme all’Orchestra di Santa Sofia, Domenica 26 e lunedì 27 febbraio, sempre all’Auditorium Sant’Agostino, registrerà questi ultimi due concerti più l’ottavo, in un CD che sarà prossimamente allegato e in copertina, sulla prestigiosa rivista nazionale di settore, Amadeus. I concerti dal primo al quinto di questa straordinaria vicenda di riscoperta, sono già stati da lui incisi.

Prima della musica, il docente di Fisica e Meccanica quantistica dell'Unisannio, Antonio Feoli, ha intrattenuto il pubblico sul tema: "Uno, nessuno e centomila...universi". Un veloce tuffo nelle galassie e nel tempo, alla ricerca dell'origine dell'universo."Pensate -ha osservato- ogni galassia è composta da 100 miliardi di stelle. Eppure le supernove non formano nessun caos. Immaginate l'universo come un albero e la terra come una piccola gemma, destinata a germogliare. Senza quelle gemme non ci sarebbe la creazione".

Per ora conosciamo quello che dice, da un lato, il cosmologo, astrofisico e matematico, Stephen Hawking, e, all’opposto, il poeta Charles Péguy, di ispirazione cristiana, che ha indicato tre possibili spiegazioni alternative: il caso, un creatore, centomila universi infiniti. Ma tali possibilità non possono, per ora, essere verificate sperimentalmente. La ricerca per  capire e spiegare l'universo continuerà a navigare tra le oltre 106 mila galassie.

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