Ascoltando il giovane violinista, una spettatrice emozionata commenta: "Quell'angelo, sentito quando aveva 15 anni, sta mettendo ali sempre più grandi". Il riconoscimento del talento di Rizzardo Zamuner è spalmato in modo unanime nel numeroso pubblico dell'Auditorium Sant'Agostino di Benevento. Il primo violino, Konzertmeister, regala una nuova eccellente prova della sua bravura, accompagnato splendidamente dall'Accademia di Santa Sofia, nel concerto dedicato ad Astor Piazzolla.
La carriera di Zamuner, nato a Napoli nel 1997, è già ricca di successi. Dopo il diploma in violino, conseguito al Conservatorio "San Pietro a Majella" col massimo dei voti, il musicista si è perfezionato all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e in un Master presso il Conservatorio della Svizzera Italiana. Attualmente è docente al Conservatorio "Gesualdo da Venosa" di Potenza. A Napoli ha collaborato con grandi maestri, tra cui Salvatore Accardo, ed è direttote artistico de "I Virtuosi di Sansevero".
L'orchestra e il violino eseguono "L'angelo 𝘼𝙎𝙏𝙊𝙍 e il diavolo 𝙋𝙄𝘼𝙕𝙕𝙊𝙇𝙇𝘼", fanno rivivere con struggente dolcezza le atmosfere argentine, tributando un eccelso omaggio al genio compositivo di Astor Piazzolla, strumentista, bandoneonista, maestro indiscusso del tango, sommo esponente della musica argentina, tra i più importanti musicisti del XX secolo, italiano d’origine ma nato e cresciuto nella sua amata Argentina.
La Stagione Concertistica 2023, proposta dall'Accademia di Santa Sofia, in collaborazione con Università degli Studi del Sannio e Conservatorio di Benevento, risplende così di nuova luce. L’armonia regna sovrana tra i primi violini, Riccardo Zamuner, Federica Tranzillo, Giacomo Mirra, Bianca Agostini, i secondi violini, Alessia Avagliano, Francesco Norelli, Emanuele Procaccini, le viole Francesco Solombrino, Martina Iacò, i violoncelli Danilo Squitieri, Alfredo Pirone e il contrabbasso Gianluigi Pennino.
"Il tango- scrive Monica Carbini, addetta stampa- non è soltanto una danza, ma è l’espressione di un popolo, la sua storia, fatta di sogni, di speranze, ma anche di dolori e delusioni. Nella musica di Piazzolla, che ne è l’interprete massimo, si riscontra l’angelica natura dell’uomo, che guarda alle miserie della sua gente con occhio dolente e compassionevole, e nello stesso tempo, l’orgoglio tendente al riscatto. Gli artisti hanno scelto musiche bellissime, trascinanti, piene di sfumature e forti contrasti".
Particolarmente intensa e vigorosa "Adios Nonino", dedicata da Piazzolla alla memoria dell’amato padre, don Vicente Piazzolla, chiamato familiarmente Nonino. Come ipnotico e commovente è il brano "Meditango". Per Zamuner e gli orchestrali arriva il momento del celebre "Oblivion", e la platea rimane ancora più incantata. Ma non finisce qui. L'emozione sale più in alto con le "Cuatro Estaciones Porteñas", o Quattro stagioni a Buenos Aires, dedicata ai colori dell'anima della capitale argentina.
Gli applausi scroscianti del pubblico non lasciano andare via l‘orchestra, che regala ancora due gemme di Astor Piazzolla: la sublime "Ave Maria", e l’immancabile "Libertango". Capolavori che non finiscono mai di stupire e regalare forti emozioni. Come l'evoluzione della specie umana, trattata come "preludio" al concerto, dal docente Unisannio, Pasquale Vito, per la quantità di organismi incredibili scoperti e ancora da classificare. Tanti esemplari, fratelli di Ciro, il nostro dinosauro.
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