Le parole dello studente e dell’alpino si sono intrecciate con quelle di Sandro Pertini e Piero Calamandrei. Il messaggio del sindaco e del presidente dell’Anpi ha incontrato quello di tre migranti gambiani. Per sottolineare ancora una volta l’importanza della democrazia e della libertà, principi cardine della nostra Costituzione, conquistati con la Liberazione del 25 aprile del 1945, dopo 20 mesi di lotta partigiana contro i nazifascisti. Un arcobaleno di voci confluito nella piazza di Corso Garibaldi, dopo uno spigliato corteo.
"La Costituzione -ha detto Teresa Simeone dell'Anpi- è inconfutabilmente e indubitabilmente antifascista". “Le istituzioni -ha aggiunto Fausto Desiderio, presidente della consulta degli studenti- non sono cose fatte e date nel tempo. La storia ci dice che sono frutto di un divenire. C’è stato un periodo in cui non c’era libertà di informazione, c’era un solo giornale, un periodo in cui anche la manifestazione di oggi non sarebbe stata possibile”. "Il 25 aprile -ha auspicato il sindaco Mastella- ridiventi festa dell’Unità nazionale, senza boria e retorica. Benevento conosce le sofferenze della guerra”.
Per l’anniversario della liberazione è venuta più gente di altri anni. Accanto alle bandiere dell’Anpi e della Cgil, hanno sfilato quelle di Libera e Acqua Bene Comune, delle Acli e dell’Agesci , del Pd e di Civico 22, di Potere al popolo e della Federazione Giovanile Comunista. Si sono visti diversi consiglieri comunali, da Angelo Moretti a Floriana Fioretti, da Luigi Diego Perifano a Giovanna Megna, il segretario del Pd Giovanni Cacciano e la neo presidente Rosa Razzano, tanti giovani e semplici cittadini.
“Siamo di parte -ha osservato Amerigo Ciervo, presidente dell’Anpi- perché vogliamo costruire un mondo diverso. La Costituzione è firmata da un democristiano, un comunista, un monarchico, un liberale. I partigiani hanno combattuto per tutti. Non ci faremo dettare l’agenda da nessuno, tanto meno da chi tenta di capovolgere il racconto. Se oggi abbiamo la destra al governo, dobbiamo riflettere sugli errori che hanno portato a questa situazione. Non temiamo il ritorno di un fascismo in camicia nera, ma riteniamo inaccettabile una cultura che usa parole come “carico residuale” e “sostituzione etnica”.
La bellezza della Costituzione è stata ribadita da tre ragazzi del Gambia, Omar, Alagi e Mohamed, che sono nel Sannio da otto mesi e frequentano i corsi serali per apprendere la lingua italiana. Hanno letto dal palco gli articoli 3,10 e 11, relativi all’uguaglianza dei cittadini, ai diritti degli stranieri e alla disumanità della guerra. “Non siamo un paese perfetto -ha rilevato Gerardo Canfora, rettore di Unisannio- ci sono squilibri ed ingiustizie, ma posso parlare e criticare liberamente. Questa è l’essenza della democrazia”.
Nelle parole di Ciervo è rimbalzato il ricordo di tanti sanniti che hanno partecipato alla Resistenza, da Maria Penna a Francesco Pepicelli, fino all’ultimo partigiano, Giuseppe Crocco, detto Caramba, che ci ha lasciato qualche anno fa. “Non dimentichiamo -ha evidenziato l’alpino Giuseppe Liberatore,95 anni- il ruolo delle donne, che durante la guerra hanno dovuto pensare ai figli, alla terra e agli animali”. La festa si è conclusa con “Bella Ciao”, suonata dalla banda e cantata da tutti, mentre Teresa Simeone rilanciava con forza lo slogan “La memoria batte nel cuore del futuro”.
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