“La nostra fabbrica è il territorio. C’è bisogno di un sindacato di strada, che costruisce una piattaforma di lotta e proposte alternative per ogni paese e ogni quartiere. Il cambiamento tecnologico deve essere governato, perché se è lasciato libero può far male. Per noi anziani avere una medicina di prossimità è utile. Possiamo guardare avanti. Ma dobbiamo avere radicalità, convinzione e passione. Per questo c’è bisogno di aprire tante sedi e di ritornare a studiare, convinti che è possibile cambiare la società”.
Con queste parole, Ivan Pedretti, segretario nazionale dello Spi Cgil, ha concluso il suo intervento, inaugurando la sede dei pensionati beneventani. Un momento importante, salutato con grande entusiasmo dalle persone che hanno affollato tutte le stanze della nuova struttura di Viale Mellusi, che punta a diventare un luogo di servizi al cittadino, per le questioni pensionistiche e fiscali, ma anche un punto di riferimento sociale e culturale, aperto ai giovani e all’associazionismo.
L’apertura di una sede sindacale è un segnale di vitalità democratica, in controtendenza rispetto ai nostri tempi, segnati da crescente disinteresse e astensionismo. “Come Cgil -ha detto Pedretti- siamo presenti in 3500 realtà italiane. Dopo la Chiesa siamo quelli più diffusi sul territorio. Coltiviamo la memoria e vogliamo un paese unito. Contrastiamo fortemente il disegno dell’Autonomia Differenziata, che rende disuguali le persone. Dietro ci sono interessi assicurativi e bancari favorevoli alla sanità privata”.
A fare gli onori di casa è stato il segretario provinciale Giuseppe Iodice, che ha sottolineato con orgoglio i risultati raggiunti ed ha rilanciato tutte le problematiche seguite dal sindacato, dai trasporti alla medicina territoriale, dai collegamenti stradali all’ambiente. “La Ferrovia Valle Caudina -ha affermato- è chiusa dal marzo 2021.Quando aprirà? La situazione è intollerabile. La Regione si muova. L’auspicato passaggio alla Rfi va troppo a rilento. Nel Sannio abbiamo 12 sedi e più di 5500 iscritti. Facciamoci sentire”.
Negli interventi dei dirigenti regionali Franco Tavella e Nicola Ricci è rimbalzato il tema dello sviluppo delle aree interne, che potrebbe ricevere una spinta decisiva dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Il comune di Benevento -ha fatto sapere il sindaco Clemente Mastella- è stato tra i primi a votare contro l’Autonomia Differenziata. Ma qui c’è una sinistra opaca che vota con la destra. Qui c’è odio contro di me, perché ho fottuto tutti. Gli ospedali funzionano male. Servono altre risorse”.
Una riflessione preoccupata sull’uso dei fondi del Pnrr e sulle finalità di alcuni progetti in campo è venuta dall’ex deputato Umberto Del Basso De Caro. “Sono d’accordo -ha rilevato- sul passaggio della Valle Caudina alla Rfi. Dobbiamo sbrigarci. Per la Diga di Campolattaro penso che se la galleria si fa a Ponte, l’acqua andrà necessariamente verso Caserta. Stiamo attenti. Nel Sannio sono in cantiere opere pubbliche per 6 miliardi di euro. Servirebbe un’Area Vasta per invertire la rotta”.
Il problema degli anziani, che Pedretti chiama “perennial”, perché ancora pieni di energie per dare una mano al paese, dovrebbe stare a cuore al governo. L’invecchiamento e la denatalità sono due facce della stessa medaglia. “Se non ci sono i servizi -ha osservato il segretario nazionale- i giovani vanno via. Se abbiamo le liste d’attesa andiamo a protestare sotto l’Asl. Ricordo a Mastella che la Costituzione affida ai sindaci il compito della tutela della salute del cittadino e loro dovrebbero essere il punto di riferimento nella discussione qui con De Luca su quale sanità. Altrimenti son chiacchiere”.
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