“Nel Sannio è in arrivo una vagonata di risorse pubbliche mai viste prima. Il territorio non è attrezzato per i controlli e la prevenzione dei rischi di infiltrazioni malavitose in questo enorme flusso di denaro, previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Bisogna vigilare su come saranno spesi tutti questi soldi e sull’impatto ambientale che potranno avere le opere progettate. Prevarrà il sistema casalingo e clientelare? Saranno rispettati i diritti dei lavoratori? Siamo consapevoli di questa grande sfida?”.
Il monito e gli interrogativi vengono da Aldo Policastro, procuratore della Repubblica di Benevento, che è intervenuto al convegno promosso dalla Cgil, dedicato a “L’economia nascosta”. Sulla locandina è stampata la mappa dei clan che operano nella provincia sannita, che da tempo non è più considerata un’oasi felice. “Da tanti segnali -ha osservato il segretario Luciano Valle- emerge che le organizzazioni criminali puntano a rilevare aziende ed imprese attraverso l’usura. Operiamo come sentinelle del territorio”.
Nel quadro delle illegalità spiccano i numerosi sequestri di attività commerciali e finanziarie, le relazioni malsane tra imprenditoria e politica, le complicità nel riciclaggio del denaro sporco. “C’è una zona grigia -ha sottolineato Michele Martino di Libera- rappresentata da professionisti specializzati in corruzione e clientelismo. Ricordiamo le tante vittime sannite della criminalità organizzata. Utilizziamo per la collettività i beni confiscati. Non permettiamo più che qualche rinviato a giudizio venga candidato”.
Il Sannio partecipa al Pnrr con 1350 progetti, ma le risorse sono in gran parte assorbite dalla Diga di Campolattaro, dall’Alta Velocità Napoli-Bari e dal raddoppio della Telese Caianello. “Qui la criminalità organizzata- ha precisato Policastro- non va sopravvalutata, né sottovalutata. Si tratta di tenere alta l’attenzione, non solo su quella indigena, ma anche su quella casertana, foggiana e calabrese. Quella più insidiosa è gestita dai colletti bianchi, detta anche “criminalità di legge”, che si avvale di intestazioni fittizie, trasferimenti all’estero, frodi fiscali, intermediazioni parassitarie e soprattutto della turbativa d’asta”.
L’esigenza di tenere accesi i riflettori sulle “mire criminali” è stata rilanciata da Riccardo Realfonzo, docente di Economia all’Università del Sannio. “Il Pnrr -ha affermato- è una straordinaria opportunità. Il 40 per cento degli oltre 200 miliardi stanziati è destinato al Sud. Per la Campania ci sono 11 miliardi. La spesa pro capite per ogni italiano è di 1149 euro, mentre per ogni sannita si arriva a 3000 euro. Benevento, però, occupa il 36° posto per associazione a delinquere e il 17° per associazione di stampo mafioso. Nella classifica generale stiamo al gradino 102, ma per questo tipo di reati non siamo messi bene”.
Sull’agricoltura e sulla lotta al caporalato ha portato il suo contributo Jean Renè Bilongo, presidente della Fondazione Placido Rizzotto, mentre il segretario regionale Cgil, Nicola Ricci, si è soffermato sul controllo degli appalti. Solo 82 aziende sannite risultano iscritte alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. “Mi aspetto- ha concluso Policastro- più attenzione dalla società civile. Qui c’è stato un esponente politico che lamentava il mancato appoggio della criminalità organizzata alle elezioni e nessuno ha commentato. Firmeremo un protocollo d’intesa con la Finanza e la Camera di Commercio per vigilare sui cantieri”.
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