Il San Pio è la più grande industria del Sannio. Vi lavorano circa duemila persone, tra dipendenti interni ed i esterni. A questo importante ospedale si rivolge una popolazione di quasi 500 mila abitanti, perché tanti pazienti vengono anche dalle province limitrofe di Avellino, Caserta, Campobasso e Foggia. Per rispondere in modo efficiente alla domanda di un territorio così ampio, il presidio sanitario va migliorato e potenziato. Il punto dolente è la carenza del personale a medicina d’urgenza e nel Pronto Soccorso.
Per accendere i riflettori sulla questione sanitaria, la Cgil di Benevento ha scelto di convocare la propria assemblea davanti al San Pio, per parlare anche di fiscalità e autonomia differenziata. “Col progetto del governo -ha osservato Domenico Raffa, responsabile Funzione Pubblica- le regioni diventerebbero venti piccoli staterelli, ognuno col proprio servizio sanitario e scolastico. Le disuguaglianze territoriali aumenteranno e si potrà curare solo chi avrà i soldi”. Un argomento di sicuro interesse anche per il Consiglio Comunale di Benevento, quando sarà convocato.
Il sindacato proporrà all’attenzione del management una nuova organizzazione dei servizi, a cominciare dal Pronto Soccorso. La struttura ospedaliera sta tornando pian piano alla normalità, dopo il tormentato periodo della pandemia. Il Padiglione Santa Teresa, dedicato interamente ai pazienti covid, comincia a riaprire i vecchi reparti. Prossimamente dovrebbe ritornare nella sua sede il settore dell’Oncologia, che ospiterà 15 posti letto. L’Emodinamica avrà nuove tecnologie. Sono in corso lavori per milioni di euro.
I lavoratori temono un declassamento del San Pio e sperano che con i concorsi banditi arrivino le risorse umane richieste. La riflessione della Cgil abbraccia anche la medicina di prossimità. “C’è bisogno -continua Raffa- di servizi diffusi sul territorio. Dai medici di famiglia agli ambulatori distrettuali, che devono dare le prime risposte, senza dirottare tutti i pazienti al Pronto Soccorso. L’Ospedale di San Bartolomeo in Galdo, inaugurato un anno fa, deve ampliare il suo raggio d’azione”.
Le zone che soffrono di più carenze e disorganizzazione sono quelle del Fortore e del Tammaro. Per fare una radiografia si devono percorrere a volte anche 30 chilometri. Il problema delle distanze si pone anche per quanto riguarda le ambulanze senza medico a bordo, l’idea che ha predisposto l’Asl di Benevento e che ha trovato la compatta opposizione di tutte le sigle sindacali. “Una cosa -fa notare Raffa- è far partire un’ambulanza demedicalizzata per la città, un’altra da territori lontani ”.
L’assemblea della Cgil , che ha coinvolto tre categorie, dalla sanità ai servizi ai metalmeccanici, è stata l’occasione per preparare la manifestazione del 20 maggio prossimo a Napoli. Non sono mancate critiche alla regione. Che fine ha fatto il Polo Oncologico, previsto a Sant’Agata dei Goti? Dal canto suo il governatore De Luca annuncia che entro il 2023 “svuoterà” le liste d’attesa ed attacca il governo Meloni e il ministro della sanità, che sul “drammatico problema del personale continua a dormire”.
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