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Radici, trionfi e scioglimento della Balena Bianca nel Sannio - Roberto Costanzo: "Moriṛ democristiano. Non credo al Pd"
 

mer 17-05-2023 22:58 n.318, a.e.

Radici, trionfi e scioglimento della Balena Bianca nel Sannio

Roberto Costanzo: "Moriṛ democristiano. Non credo al Pd"


Un tuffo nella storia del Movimento Cattolico e della Democrazia Cristiana di Benevento, per scandagliare le ragioni dello scioglimento del partito cardine dell’Italia Repubblicana,  avvenuto nel luglio del 1993. Questo il succo e il senso del convegno organizzato dal “Centro Studi del Sannio” nella sala del Centenario della Madonna delle Grazie. Chi furono i protagonisti di quella lunga stagione? Quali benefici ha tratto il territorio? C’è ancora spazio per un partito di centro o dei cattolici?

Dagli interventi è venuta subito a galla la specificità della Dc sannita, non sempre in sintonia col partito nazionale. Una diversità caratterizzata a volte da chiusure da ricercare nella storia della città. “Il cattolicesimo democratico sannita -ha osservato lo storico Antonio Gisondi- ha risentito molto del clericalismo, figlio di otto secoli di dominio pontificio. Il riformismo ha incontrato sempre molte resistenze. Perché poi c’è un altro Sannio lontano da qui, quello di 300 mila emigranti sparsi nel mondo?”.

La discussione è stata introdotta da Paolo Palumbo dell’Unifortunato, che ha ricordato il potere esercitato dalla DC con 16 presidenti del consiglio, con circa 50 governi e con cinque capi di Stato. La crisi della Balena Bianca precipitò dopo l’operazione Mani Pulite del 1992, ma un primo duro colpo era già arrivato con l’assassinio di Aldo Moro nel 1978. Alla deflagrazione contribuirono numerosi scandali, in cui furono coinvolti dirigenti del partito, dal terremoto del 1980 alle tangenti.

“Ci vorrebbe una commissione d’indagine -ha rilevato l’ex deputato Mario Pepe- ma credo che la causa principale sia stata la fioritura di mille correnti, un individualismo esagitato. Per il Sannio non abbiamo corrisposto alle attese della gente, perché non siamo riusciti ad ottenere un equilibrio tra zone costiere e zone interne, tra aree ricche ed aree svantaggiate. Penso che oggi una nuova stagione dei cattolici impegnati in politica è  possibile. Si tratta di guardare avanti e non al passato”. Per Giuseppe Acocella, rettore Unifortunato, il cattolicesimo democratico soffre la “crisi dei suoi fondamenti”.

Il movimento cattolico delle origini nel Sannio ebbe come esponenti di spicco, tra gli altri,  Nazzareno Cosentini, Giambattista Bosco Lucarelli, Antonio Lepore. Col passaggio dal Partito Popolare di Luigi Sturzo alla Dc di Alcide De Gasperi, nel dopoguerra anche a Benevento si avviarono alleanze coi liberali (1956)  e si costituì il primo centrosinistra (1964). I democristiani sanniti raggiunsero una delle più alte percentuali italiane, governando incontrastati per decenni , il comune e la provincia di Benevento.

La rivendicazione orgogliosa di questa storia è stata fatta da Roberto Costanzo, ex eurodeputato ed ex assessore regionale, che non fa mancare il suo contributo di idee, ancora oggi ad oltre 90 anni, attraverso articoli e libri. “Ricordo che Bosco Lucarelli e De Caro -ha  detto- erano divergenti a Benevento, ma uniti a Roma per il territorio. Una lezione per chi governa oggi. Io sono nato Dc e morirò democristiano. Abbiamo una sola colpa, a differenza di altri: quella di non aver saputo trovare un modo nuovo di aggregarci e forse anche un luogo per incontrarci. E poi ci vuole un leader come Meloni e Schlein”.

L’andreottiano Costanzo non ha condiviso il progetto di Prodi e compagni.“Non ho creduto nel Pd -ha precisato- con la sinistra possiamo allearci, ma non fonderci, perché le radici sono diverse. Preferisco un centrosinistra col trattino". Non si può negare, però, che gli eventi storici, (da Mani Pulite all’uccisione di Moro al crollo del muro di Berlino) hanno scombussolato certezze e vecchi schemi, rilanciando la necessità di nuovi soggetti politici. “Cattolici e sinistra -fa notare Raffaele Simone del Pd- possono stare benissimo insieme perché hanno in comune i valori della Costituzione, la Pace, l’Europa, lottano contro le disuguaglianze e per gli ultimi. Un partito dei cattolici sarebbe minoranza”.






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