“Lo scrittore opera con le parole, il pittore usa i colori, la musica ha un grande privilegio: trasforma le sensazioni in suoni”. Seguendo questa ispirazione Cosimo Minicozzi ha composto “Le Romanze con e senza parole”, che ha presentato in un concerto nell’Auditorium San Vittorino di Benevento, accompagnato dal soprano Maura Minicozzi e dalle letture di Maria Rosaria Marotti. Un evento realizzato grazie al Conservatorio “Nicola Sala”, che ha voluto così omaggiare il docente e il pianista ultraottantenne.
“Le sue melodie -ha osservato Gioacchino Zarrelli, docente di canto lirico- creano atmosfere rarefatte, hanno un gusto romantico, nostalgico e nello stesso tempo futuristico. La musica è descrittiva e il canto visionario, perché mira a farci esplorare i segreti profondi del cuore. Il suono corrisponde al pensiero e aiuta il sentimento a manifestarsi”. La figura di Minicozzi come docente è stata tratteggiata da Giosuè Grassia, direttore del conservatorio, che ha ricordato la sua grande passione per la ricerca musicale.
Il musicista ha invitato il pubblico ad immaginare una serata sognante, immersi nella meditazione sulla bellezza dell’universo. Poi il suo pianoforte ha preso il largo lentamente tra le onde sonore di “A sera”, “Ansia”, “Plenilunio” e “A notte alta”. Il concerto si è incamminato per strade sempre più dolci e voluttuose, tra “Il sogno” e “La carezza”. La voce del soprano ha intonato con grinta e scioltezza alcuni testi scritti dai poeti beneventani, come Giovanni Barricelli, Tullio Iannotti e Alberto Abbuonandi.
Il maestro Minicozzi ha eseguito inoltre le cosiddette “musiche del lockdown”, composte durante il periodo della pandemia, costretto come tutti a stare chiuso in casa. Uno dei momenti più emozionanti è stato quello in cui ha dedicato un pensiero a Carlotta Nobile, la violinista beneventana scomparsa giovanissima dieci anni fa. Per lei ha suonato "Danza con gli angeli” e “Canto d’amore”. “Sogna amore, sogna -recita un brano- nell’immenso cielo diamante, cogli la stella più luminosa”.
Suonando “In punta di piedi”, “Saltellando” , “Pulsazioni” e “Preludio” ha sfoggiato le sue doti di compositore raffinato e intimistico. Il filo della nostalgia è emerso in “Sciumamaro” e "N’ata gioventù”, mentre la sua classicità si è vista in “Valzer triste”, “Omaggio a Gershwin” e “Carmina”. “Nella musica -ha evidenziato Minicozzi- tutte le dissonanze si uniscono in consonanze, mentre nella società le discordie finiscono in tribunale o in guerre. La musica educa alla pace. Facciamola conoscere ai giovani”.
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