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L'estro di Giuseppe Gibboni fa galoppare le "Quattro Stagioni" - La musica di Vivaldi disegna un Arco tra classicitą e modernitą
 

lun 26-06-2023 20:46 n.336, a.e.

L'estro di Giuseppe Gibboni fa galoppare le "Quattro Stagioni"

La musica di Vivaldi disegna un Arco tra classicitą e modernitą


Il violino danza nell'aria tra le mani di Giuseppe Gibboni. Le Quattro Stagioni di Vivaldi si espandono saovi, si fermano e poi riprendono a galoppare. Il concerto del giovane violinista, accompagnato dall'Orchestra d'Archi del Conservatorio "Nicola Sala", affascina il folto pubblico dell'Auditorium Sant'Agostino di Benevento.Va in scena una altra perla della Stagione Concertistica 2023, promossa da Accademia di Santa Sofia con Università degli Studi del Sannio e il Conservatorio.

Dalle note s'innalza la "Primavera", con ritmi simili a quelli di cavalli lanciati nel vento, poi la calma, interrotta da trilli di uccelli in un bosco, e di nuovo volate veloci verso il mare. Il solista campano opera con sicurezza ed eleganza. Ha 22 anni ed è già un talento acclamato in tutto il mondo. Nel 2021 ha vinto il Premio Paganini,  alla sua 56° edizione, svoltasi a Genova, riportandolo in Italia dopo ben 24 anni. Cominciò a studiare il violino a 3 anni con suo padre. A 15 anni si diploma  presso il Conservatorio "Martucci" di Salerno.

Tra i suoi maestri si annovera Salvatore Accardo, che di lui dice: “Giuseppe Gibboni è uno dei talenti più straordinari che abbia conosciuto. Possiede un’intonazione perfetta, una tecnica strabiliante in tutti i suoi aspetti, un suono molto affascinante e una musicalità sincera. Sono sicuro che avrà tutti i successi che merita". Nelle Quattro Stagioni di Vivaldi, l'artista dimostra un estro particolare e una grande elasticità esecutiva. Il passaggio all'Estate è dolce e frizzante, tra l'allegro, l'adagio e il piano, con garbo e finezza.

"Il suo archetto saettante -scrive Monica Carbini, addetta stampa-  si proietta come viva e sensibile estensione della sua mano destra. E così in un capolavoro immortale, come le Quattro Stagioni di Vivaldi, compendio paradigmatico di vibrante bellezza e complessità senza tempo, pietra miliare della cultura occidentale, frammento incastonato nel codice genetico musicale di ognuno di noi, grazie al violino di Gibboni, rinasce a nuova vita,con una miriade di colpi di scena che si susseguono di fraseggio in fraseggio e di nota in nota".

Siamo all'Autunno, coi suoi andamenti spumeggianti  e meditativi, con le sue malinconiche atmosfere, presto elettrizzate da incontri conviviali e d'amore, balli e cantate appassionate. L'arrivo dell'Inverno è uno sbocco naturale, per la sua intimità ed il suo calore. La musica coglie i momenti dell'abbraccio e della tenerezza. Il violinista salernitano esegue magnificamente tutto il divenire delle stagioni.

Il suo cammino è corroborato e impreziosito dall'Orchestra d'Archi del Conservatorio di Benevento, composta da Niccolò Laiso, Gianluigi Ciambrello, Chiarastella Zollo, Davide Marrone, Floriana Maria Knowles, Alessandro Monaco, Manuela Rauccio, Debora Bovino, Lucia Romeo ed Emanuela Pepe al violino, Francesco Solombrino e Alessandro Zerella alla viola, da Alfredo Pirone, Gaia Ferrantini, Silvano Fusco al violoncello, Alessandro Mariani al contrabbasso e da Antonio Varriano al clevicembalo.

Dopo Le Quattro Stagioni, la serata si conclude con ben tre bis. Acclamato dal pubblico, il violinista regala altre emozioni, eseguendo i Capricci di Paganini e una ripresa dall’Estate di Vivaldi, con la fantastica orchestra. Disegnando Un "Arco tra classicità e modernità", sulla scia della breve lezione introduttiva di Massimo Squillante, docente Unisannio, che ha spiegato le connessioni sottili e invisibili tra la matematica, l'architettura e la musica.



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