Il festival di “Benevento Città Spettacolo”, partito senza un tema, ha forse trovato il filo che traccia un percorso: quello delle emozioni. La prova più palpabile si è avuta con l’incontro tra Matteo Paolillo ed una marea di giovanissimi, straripante in Piazza Risorgimento. Quel feroce Edoardo, figlio di un clan, protagonista di “Mare fuori”, la fortunata serie televisiva, è apparso nella sua semplicità di ragazzo, catapultato nel successo. Ha raccontato il suo amore per il teatro nato in quartiere di Salerno ed i suoi sogni per il futuro.
“C’è poca cultura -ha detto- poca spinta ad invogliare i giovani ad andare a teatro. La musica mi ha sempre accompagnato. Prima scrivevo per me stesso, per hobby. Poi è arrivata “O mar for” e mi sono impegnato in modo più serio. La prima versione aveva un sapore trap, che è stato perfezionato. Ho fatto ascoltare l’audio a Massimiliano Caiazzo, tra gli interpreti di “Mare fuori”. Ho realizzato un disco. Ho chiesto consigli a Clementino. Ho avuto una grossa fortuna. Il mio tour partirà da Milano e a dicembre sarò a Napoli”.
L’attore ha confessato che quando è stato a Sanremo come ospite non ha potuto nascondere l’emozione. “Quel palco è particolare -ha affermato- è impossibile non sentire la pressione di tutta l’Italia che ti guarda. Se mi invitassero un domani a quel festival importante, ci andrei volentieri. Consigli da dare ai giovani non ne ho. Molto è affidato alla casualità. Però bisogna studiare ed impegnarsi. Non ragionare a breve termine. Oggi si vuole avere tutto, subito e con facilità. Questo “Carpe diem” ci ha presi un po’ troppo”.
Una profonda riflessione sul teatro è venuta da Lina Sastri, che ha ritirato il Premio Gregoretti. L’attrice napoletana ha colto l’occasione per rilanciare la necessità di essere sempre se stessi, senza cadere in operazioni puramente commerciali. “L’attore deve essere libero di esprimersi- ha rilevato- avere la possibilità di fare teatro come gli piace, ma questa opportunità spesso non te la danno. C’è bisogno delle persone giuste. Il teatro è come l’amore, non si può fare da soli”.
Il premio ricevuto è una scultura di Mimmo Paladino, che rappresenta il suo tipico cavallo. “Quest’opera –ha osservato Sastri- è bellissima, porta la firma di un immaginifico e meraviglioso artista. Sono contenta davvero di essere a Benevento, di respirare l’aria di una città bella e della famiglia Gregoretti, un’aria di allegria, di affetti condivisi, umile, sincera, semplice com’era Ugo”. Il momento più suggestivo si è materializzato quando l’attrice è stata premiata dal nipote di Gregoretti che porta il suo nome.
Ad alzare lo sguardo sul mondo e i suoi problemi, ha pensato la cantante tunisina M’Barka Ben Taleb, che ha vissuto a Benevento per dieci anni ed ora abita a Napoli. La sua musica multiculturale ha navigato tra i ritmi mediterranei. Ha fatto ballare il pubblico di Piazza Roma. Anche con canzoni celebri napoletane. Tra queste “Indifferentemente”, “Guaglione”, “Tu si ‘na cosa grande”, “Tammurriata nera”. M'Barka, tra l'altro, ha partecipato ad otto film, tra cui “Passione” di John Turturro, e ha vinto un disco d’argento.
“Le mie canzoni -ha sottolineato- sono dedicate a tutte le terre in guerra, ai bambini abbandonati. Non potete immaginare quanta tristezza c’è in giro. In Tunisia ogni tre giorni non c'è acqua ed oggi si fa la fila per il pane perché manca il grano. Per Benevento scrissi la canzone “Alto Calore”, un appello a proteggere l’acqua. Spero che in Italia non si arrivi mai a situazioni come quelle della Siria e del Libano. Non mi piace questo mondo virtuale, pieno di falsità. Dobbiamo ritrovare tutti la serenità e la passione”.
Da “Mare Fuori” a “Mare dentro”. Questo è il nome che la Compagnia di Balletto di Benevento, diretta da Carmen Castiello, ha voluto dare allo spettacolo andato in scena in Piazza Santa Sofia. I ballerini Giselle Marucci, Ilaria Mandato, Francesca Grimieri, Maria Chiara Tedesco, Mirko Melandri, Alessandro Amoroso, hanno ondeggiato sulle note delle canzoni di Pino Daniele, con sinuosa agilità, in perfetta simbiosi con le musiche eseguite da Giuseppe Capriello al sax, Luca Capriello alla chitarra, Carlo Natale al pianoforte, Niccolò Russo alle percussioni, Luca Iorio al basso. Con le incursioni attoriali di Maurizio Tomaciello. Nel segno dell’emozione e dell’armonia.
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