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Le mille domande sulla morte di Lady Diana raccolte in un libro - Angelone: "Quella donna dava fastidio alla lobby delle armi"
 

gio 31-08-2023 21:10 n.358, Antonio Esposito

Le mille domande sulla morte di Lady Diana raccolte in un libro

Angelone: "Quella donna dava fastidio alla lobby delle armi"


Quella donna timida ma determinata, con una voce da ragazza, era una testimone, andava nei luoghi devastati, rischiando di persona, raccoglieva il grido di chi soffriva. Aveva annunciato che avrebbe fatto i nomi di chi produce le mine antiuomo, di chi le vende. Quella donna, insomma, dava fastidio alla lobby delle armi e all’Establishment. Il ritratto e il messaggio della principessa, morta a 36 anni nel tragico incidente del 31 agosto 1997, emergono con forza nel libro di Annalisa Angelone, “Diana Spencer - Morte, Mito e Misteri”, pubblicato dalla casa editrice napoletana Polidoro.

Un lavoro d’inchiesta, che ha impegnato la giornalista Rai per più di cinque anni, e che ha l’obbiettivo di scandagliare i tanti lati oscuri di una vicenda che ha scosso il mondo intero e che ancora oggi suscita tanti interrogativi. “Perché -si chiede Angelone- quella notte le telecamere erano spente nel tunnel dell’Alma? L’autista Henri Paul era davvero ubriaco come una spugna? Che fine hanno fatto le foto scattate dai cosiddetti paparazzi? Perché non sono stati identificati quei misteriosi inseguitori sulle moto?”.

Dalle pagine del libro balza agli occhi la protezione inadeguata della principessa all’uscita dell’Hotel Ritz insieme al compagno Dodi Fayed. Un rapporto inviso ai reali inglesi, ma sincero, perché i due erano veramente innamorati. Un amore spezzato dal tragico impatto contro il tredicesimo pilone del tunnel parigino dell’Alma. Perché solo il bodyguard Trevor Rees Jones, seduto accanto all’autista, indossava la cintura di sicurezza e per questo fu l’unico a salvarsi? Perché Henri Paul aveva con sé 12.500 franchi?

Le cronache hanno raccontato che forse Diana era incinta, ma ben presto, dopo semplici analisi, questa ipotesi è sfumata. La giornalista sannita, già autrice di “Rossa lava di fuoco”, realizza una sorta di reportage, confrontando una miriade di testi e documenti, perché per lei troppe cose ancora non quadrano, perché tanti aspetti non sono chiari. La sua scrittura è piacevole e scorrevole. Non mancano pennellate di autentica poesia. La figura di Diana è tratteggiata con dolcezza nella sua umanità e nella sua eleganza.

Una domanda, comunque, serpeggia per tutto il libro: “Quell’incidente fu davvero casuale o dietro c’era un disegno per ucciderla? Per trovare una risposta, Angelone segue tutte le tracce a sua disposizione, ricostruendo un puzzle di indizi per farci riflettere. Sono ripercorsi gli incontri di Diana con Madre Teresa di Calcutta, con i capi di stato e coi papi. Tra i desideri della principessa c’era anche quello di andare a San Giovanni Rotondo da Padre Pio, ma poi il viaggio fu improvvisamente annullato.

L’amore dell’autrice per Lady D trapela in ogni rigo, soprattutto per il suo impegno umanitario. “La volontà di Diana di aiutare gli altri- scrive Angelone- era sincera. Sentiva davvero l’esigenza di mettere la sua popolarità al servizio dei dimenticati, dei rifiutati, dei derelitti. Lontana dalle telecamere, nelle notti di Londra, arrivava negli ospedali all’improvviso, andava a trovare i morenti e li assisteva in un modo tutto suo. In quale nuova campagna umanitaria si sarebbe lanciata se fosse vissuta?”.

La sua missione ora è affidata ai figli e soprattutto a William, destinato al trono. La scrittrice vede in lui il continuatore dell’opera della madre. “In Diana -conclude profeticamente Angelone- è racchiusa l’immagine della dea della Luna e della rosa. La principessa sembra avere alcuni tratti in comune con Astrea, che nell’antichità ha incarnato il sogno di un mondo pacificato. Il figlio William, allevato perché fosse un buon re, portandolo a visitare i senzatetto e gli ammalati, è atteso come il nuovo “puer” virgiliano, immaginato dal poeta nell’Ecloga IV, come annunciatore di un tempo di armonia e di pace”.



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