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Le sorti del Sannio sotto i riflettori della Cgil e delle associazioni - "Con l'Autonomia Differenziata aumenteranno divari e squilibri"
 

mer 13-09-2023 23:37 n.361, a.e.

Le sorti del Sannio sotto i riflettori della Cgil e delle associazioni

"Con l'Autonomia Differenziata aumenteranno divari e squilibri"


“Dobbiamo fare rete, agire come squadra. Pensare di andare da soli, ognuno per conto proprio, cercando amici a Roma per portare qualcosa a casa, è una tattica suicida. Come provincia siamo poco più di 250 mila abitanti, quanto un quartiere di Napoli, non ci guarda nessuno. Se ci dividiamo è terribile. Ripartire le risorse  solo col criterio demografico, credo non sia una cosa giusta. Qui ci sono molti più chilometri di strade”. Le parole dell’arcivescovo Felice Accrocca spronano a marciare uniti per ottenere risultati.

Un obiettivo che ha portato già undici associazioni a mettersi insieme nella “Rete Sannita contro l’Autonomia Differenziata”. Un percorso rilanciato con forza nel convegno promosso dalla Cgil di Benevento presso il Musa di Piano Cappelle, con un titolo emblematico “Risolleviamo le sorti del Sannio”. “Dobbiamo fermare -ha esordito il segretario Luciano Valle- la desertificazione del nostro territorio. La “via maestra”  punta su sette punti: lavoro, pace, salute, democrazia, ambiente, istruzione, salario, diritti”.

Il quadro economico e sociale della provincia di Benevento desta grande preoccupazione. Il divario con altre realtà italiane rischia di allargarsi  se va in porto il progetto del governo sull’Autonomia Differenziata. “Qui -ha continuato Valle, che ha invitato tutti alla manifestazione nazionale del 7 ottobre prossimo a Roma- abbiamo una disoccupazione giovanile che supera il 47 per cento, un reddito medio pro capite da lavoro dipendente di 10 mila euro inferiore rispetto ai territori del nord. Perdiamo 1500 residenti all’anno. C’è una crisi che fa paura. Bisogna invertire la rotta”.

Il Sannio, ad esempio, può giocare la carta dell’ambiente. Lo stesso arcivescovo l’ha messa al primo posto. “Non possiamo pensare -ha affermato Accrocca- di costruire opportunità di lavoro pensando alla  grande industria. Dobbiamo fare leva sulle risorse del territorio, sul patrimonio storico, artistico e culturale. Ma intanto registro un’aggressione continua. Andrebbe attenzionata la Diga di Campolattaro. Con alcune attività si rischia di inquinare le falde acquifere. Dobbiamo trovare insieme le priorità e su quelle lavorare”.

Il presidente di Futuridea, Carmine Nardone, ha acceso i riflettori sulla crisi climatica e sul tema della pace, partendo dal motto scritto all’ingresso del Musa, “Terra non guerra”. “Questa frase -ha spiegato- sta lì dal 2006, risale alla strage di Melissa del 1949, quando un plotone speciale sparò contro braccianti e contadini che occupavano le terre uccidendo tre ragazzi. Bisogna fermare il consumo del suolo. I capannoni abbandonati e le 14 mila cave dismesse si potrebbere riconvertire in senso ecologico".

"Quando ero presidente della provincia -ha aggiunto- nel 2003, ci chiamò un vescovo della Costa d’Avorio, gli regalammo un trattore usato, che ha fatto vivere 300 bambini. Basti pensare che un carrarmato costa 8 milioni di euro, un trattore 80 mila euro. Con un carrarmato si potrebbero comprare 100 trattori. Quanti ettari di terra si potrebbero lavorare! Si potrebbe dar da mangiare a migliaia di persone".

Perché i giovani vanno via? Che fare per dare loro una prospettiva qui nel Sannio? La stessa agricoltura, che pure ha usufruito di tanti fondi pubblici, non è riuscita a modernizzarsi, aprendo sbocchi lavorativi gratificanti. La riflessione  ha caratterizzato l’intervento di Angelo Pepe, sindaco di Apice, dove hanno approvato un documento contro l’Autonomia Differenziata. “Quale ricaduta sul territorio -si è chiesto- hanno avuto le pale eoliche? La demedicalizzazione delle ambulanze è una pazzia”.

Nel dibattito sono intervenuti Amerigo Ciervo dell’Anpi, Domenico Raffa e Giuseppe Anzalone della Cgil, Antonella Pepe del Pd, Filiberto Parente delle Acli, Ettore Rossi del Laboratorio per la felicità, la dirigente scolastica Maria Rosaria Icolaro, Michele Martino di Libera, che ha ricordato l’impegno profuso per l’ex cementificio Ciotta di Contrada Olivola, confiscato alla criminalità organizzata. “Rischiamo di perdere -ha denunciato - i 2 milioni e mezzo di euro assegnati al progetto di riqualificazione dell’ex cementificio, perché il ministro Fitto ha tolto dal Pnrr i 300 milioni destinati al recupero dei beni sottratti ai mafiosi”.

Dall’incontro è scaturita l’esigenza di spiegare bene che cos’è l’Autonomia Differenziata, perché non rimanga un argomento per addetti ai lavori. “Dobbiamo far capire- ha rilevato Christian Ferrari, segretario nazionale Cgil- che la questione istituzionale è strettamente connessa a quella sociale. Il progetto viene da lontano e mira a cambiare i connotati della nostra repubblica, creando un’Italia divisa e frammentata in tante piccole patrie. Per noi non va bene neanche lo status quo. Bisogna colmare i divari e le disuguaglianze, cambiare il modello sociale e di sviluppo, applicando la Costituzione”.  



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