“Da dove vengo io, tutto ha una voce. Se vuoi salvare qualcuno, comincia da te”. Sono le parole disperate di una madre che fugge da un paese distrutto. Squarciano il silenzio e ci portano subito dentro “Una guerra”, racconto drammatico di Michele Santeramo, interpretato da Anna Foglietta al Teatro Comunale di Benevento nell’ambito del “Social Film Festival Artelesia”. L’attrice romana è accompagnata dal violoncello di Francesco Mariozzi, che cerca di addolcire la durezza del suo grido tra le onde del mare.
La speranza di salvarsi s’infrange nel naufragio della barca che la trasportava insieme ai suoi due figli. Comincia un’altra guerra. “I pescatori -racconta- mi avevano detto che il Mediterraneo è il più grande cimitero d’Europa. Ma non avevo altra scelta”. Nella performance cambia la prospettiva. La barca diventa persona e sembra rimproverare la donna. “Io ballavo la solitudine -osserverà- non ho mai avuto nostalgia di pace. Sono di legno. Il respiro di chi muore in mare è un suono, un rantolo di balena”.
Il monologo è sempre più incalzante. L’attrice, vestita di nero, dietro ad un leggio, scandisce con rabbia e sgomento le parole della donna migrante, della barca e poi del mare. Dipinge nell’aria con amorevole slancio e ruvida gestualità i momenti più duri. “Dicono che io sia cinico - farà notare- io sono il mare. Ho creato le maree per accarezzare la terra. Che mi interessa delle persone che muoiono? Il mare non fa sconti, non è mai stato gentile”. Tra le parole affiorano a volte sussurri e sibili strazianti.
Per la madre tra i flutti arriva il tempo della scelta tra vivere o morire. Può salvare un solo figlio. “Non riesco più a tenerli -ammette- salverò il più grande perché è già pronto per lavorare. Non c’è spazio per le lacrime. Questo non è un mondo per gli indifesi”. Giunta sulla terra ascolta una novella da gente seduta intorno al fuoco. Parla di una donna creduta morta e poi tornata in vita sotto un nuovo padrone. “La morte è la più grande delle bugie - rileverà- forse un giorno il mare mi riporterà mio figlio”.
Dove sta la promessa di una vita diversa? Il dramma ruota intorno a questa domanda, che l’attrice grida in faccia al mondo, ricordando anche che è presidente di “Every Child is My Child”, associazione onlus che si occupa dell’infanzia abbandonata. “Con questo spettacolo –dice Foglietta salutando il pubblico- portiamo avanti anche un progetto per i bambini dimenticati. Abbiamo realizzato una scuola in Turchia ed un altro centro a Latina. Cerchiamo di dare una mano e un pizzico di felicità all’infanzia disperata”.
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