“Oggi vanno di moda i muri. Chi mostra i muscoli guadagna consensi politici. Ma il nostro compito è quello di diffondere comportamenti che portino a costruire ponti. Noi siamo seguaci di un Dio che ha abbattuto ogni barriera, come si legge nella lettera dell’apostolo Paolo agli Efesini. Nell’antichità l’imperatore Adriano fece costruire un Vallo, venti anni fa Israele innalzò un muro, sventrando interi villaggi, dividendo la casa della madre da quella della figlia. Ma tutto questo non è servito a realizzare un mondo di pace”.
Le parole dell’arcivescovo Felice Accrocca suggellano il senso dell’impegno della Caritas di Benevento, che ha presentato l’annuale Dossier Povertà col significativo titolo “Rigeneriamo il futuro, ascoltando il grido dei poveri”. L’indagine raccoglie i dati provenienti dai centri d’ascolto sparsi nella diocesi. Le persone che nel 2022 si sono rivolte per la prima volta agli sportelli della Caritas sono 276, mentre quelle prese in carico sono 713. C'è una leggera flessione dovuta anche ai tanti che sono andati via per lavoro.
“Siamo tornati -rileva la relatrice Maria Pia Mercaldo- al periodo prepandemico. Ma dietro i numeri ci sono interi nuclei familiari. La platea si è allargata. Alla Caritas vengono i disoccupati di lunga durata. Il Reddito di Cittadinanza ha inciso pochissimo. Nel 2022 sono arrivati inoltre 205 profughi ucraini. Gli stranieri assistiti superano gli italiani. La povertà in città è aumentata. Come si vede dalle maggiori richieste di pagamento delle bollette, dall’incremento del 60 per cento dei pasti distribuiti dalla mensa e dell’8 per cento dei buoni spesa. La situazione è aggravata dai bassi salari e dal precariato selvaggio”.
La presenza di indigenti è più marcata presso l’Addolorata al Rione Libertà (242), la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli al Rione Ferrovia (81) e nella zona di San Giorgio del Sannio (93). La Caritas di Benevento, diretta da Pasquale Zagarese, punta anche sulla formazione per offrire opportunità di lavoro alle fasce più deboli. Per questo ha preso contatti con diverse scuole della città. “Abbiamo accolto con piacere -afferma Nazzareno Miele, preside del “Palmieri-Rampone-Polo”- il progetto per aprire i nostri laboratori ai bisognosi. I corsisti possono imparare a cucire e l'autoimprenditorialità".
Per dare una mano alla “missione” della Caritas si sono rimboccati le maniche anche i ragazzi dell’Istituto Alberghiero “Le Streghe”. “Dall’anno scorso -ricorda la dirigente Antonella Gramazio- gli alunni delle quinte preparano pranzo e cena in Via San Pasquale per le persone fragili. La loro felicità sta nel sentirsi utili. In un’epoca in cui siamo presi dalla tecnologia e dalla velocità, è importante per i giovani riscoprire il valore della solidarietà e del volontariato, che fa crescere sul piano civile ed umano”.
La povertà non è solo economica e non si combatte solo con l’assistenza. Per questo sono partiti progetti per fare impresa, dal laboratorio sartoriale alla liuteria alla comunità energetica solidale. Alla presentazione del dossier, sono intervenuti, tra gli altri, il docente universitario Maurizio Sasso e il delegato regionale Carmine Schiavone. “La Caritas non può agire da sola -conclude il documento- vuole contribuire a costruire una società più solidale e inclusiva, facendo rete con le istituzioni e il volontariato”.
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