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Le ultime scoperte degli scavi archeologici, i progetti e i tombaroli - Foresta: "Presto in mostra tutti i reperti della Benevento Romana"
 

lun 21-06-2021 18:39 n.38, di Antonio Esposito

Le ultime scoperte degli scavi archeologici, i progetti e i tombaroli

Foresta: "Presto in mostra tutti i reperti della Benevento Romana"


Con gli ultimi scavi nell’area tra Santa Clementina e il Ponte Leproso, con quelli in programma per portare alla luce l’Anfiteatro di Via Munazio  Planco, nei pressi della Stazione Appia, con le strutture recuperate dei Santi Quaranta, con le importanti testimonianze affiorate tra Montesarchio, Sant’Agata dei Goti, San Salvatore Telesino, si profilano per Benevento ed il Sannio l’emersione e la configurazione di un grande patrimonio archeologico, che ricostruirebbe in modo completo il volto del territorio in epoca romana.

Tutti i tasselli sembrano convergere in questa direzione. Il punto sull’argomento è stato fatto nella Giornata sull’Archeologia, svoltasi al Teatro Romano, con gli interventi dei due funzionari della Sovrintendenza di Benevento e Caserta, Simone Foresta e Andrea Martelli, coordinati da Ferdinando Creta. La mappa dei dati che i due studiosi hanno snocciolato è davvero affascinante e lascia intravedere un percorso interessante, sul piano storico, paesaggistico e turistico. Un’autentica risorsa da sfruttare per futuri progetti culturali.

“Nell’area di Santa Clementina -spiega Foresta- sono state scoperte 77 tombe di età romana, due mausolei e varie fornaci. Tra l’altro c’è anche un’enorme fossa di scarico con materiale pertinente una residenza locale di grande prestigio, come nemmeno quelle di Pompei, con un comignolo intatto. La necropoli ci offre uno spaccato vivo della società beneventana tra il II ed il III secolo dopo Cristo. Compaiono corredi preziosi di un gruppo familiare che aveva per tradizione il culto dei morti attraverso le uova, si vede un fanciullo sistemato nella sua tomba con un cane di compagnia sulle gambe. Abbiamo chiesto per questo una variante progettuale per fare in modo che l’intervento fognario  non vada ad intaccare  i resti archeologici”.

La ricostruzione è suggestiva. Chi veniva da Roma ed entrava in città, vedeva subito questa bellissima necropoli, sulle sponde del fiume, poi una lunga fila di mausolei, la case romane ed infine l’Anfiteatro, potendosi allungare fino ai Santi Quaranta. Da Benevento partiva il dialogo con l’Oriente, perché era collegata per via terra con la Puglia e quindi con la Grecia. Qui si sviluppano tutti i trasporti. “La Sovrintendenza -aggiunge Foresta- ha una grande volontà di realizzare uno spazio espositivo per  tutti questi rinvenimenti e prevede anche un riallestimento della sezione paleontologica intorno a Ciro”.

Quale impatto potrebbero avere le opere pubbliche in costruzione sul tessuto archeologico del Sannio? “La Fondo Valle Isclero -osserva Martelli- che collegherà Montesarchio con Sant’Agata purtroppo va ad incidere sulla necropoli di Saticula, ma sotto il nostro controllo i lavori sono rallentati e continuano in modo accorto allo scopo di garantire le preesistenze. II territorio di San Salvatore Telesino è interessato dalla linea ferroviaria dell’Alta Capacità Napoli-Bari, ma qui è stato approvato il Puc, con una pianta delle aree archeologiche. Abbiamo inoltre un confronto continuo con le grandi aziende dalla Snam all’Italgas all’Enel”.

Dopo gli scavi, serve la manutenzione. Perché altrimenti il ludibrio dei tempi e dell’uomo può rovinare tutto. Come accade, ad esempio, con la Basilica di San Bartolomeo, di epoca romana, ma distrutta dal terremoto del 1688, venuta in parte alla luce in un angolo di Piazza Orsini e lasciata da anni sotto la polvere ed i rifiuti, coperta da un brutto capannone adiacente al Duomo. “Si tratta di uno scavo medievale -precisa Creta- che è rimasto un po’ fermo e che rientra nell’ipotesi del Museo Diocesano, anzi dovrebbe diventare il suo ingresso”. “Il progetto è arrivato in Sovrintendenza -rileva Foresta- l’abbiamo valutato e a breve dovrebbe iniziare una nuova campagna di scavo. Noi autorizziamo e prescriviamo, ma poi tocca alla curia”.

Alcuni recenti interventi hanno suscitato interrogativi e perplessità. Parliamo della Chiesa di Sant’Ilario e della strada che taglia Via Torre della Catena. “L’intervento in quella struttura longobarda -ha denunciato Maurizio Cimino, docente di storia dell’arte- è stato traumatico. E’ uno dei più grandi scempi fatti a Benevento, quell’applicazione nella chiesa di un impianto con proiezione video. Come mostruosa  è la situazione  della nuova strada di Via Torre della Catena,  dove si è pensato di incapsulare  un tratto della struttura antica nel cemento. Questa non è valorizzazione. Bisognava rispettare la cornice naturale”.

Un discorso a parte quello relativo ai tombaroli. Recentemente un contadino di Reino ha consegnato una ciotola piena di monete romane. Ma questo non sempre succede. “C’è una fortissima attività clandestina di scavi -sottolinea Martelli- in particolare tra Montesarchio, Sant’Agata e San Bartolomeo In Galdo. Le aree vincolate a Saticula sono ben poca cosa. Qui abbiamo recuperato tombe sannitiche. Tra i reperti un pitos, un grosso vaso. Ma nel settore c’è un mercato pazzesco. Noi stiamo all’erta e segnaliamo continuamente ai carabinieri ogni cosa sospetta”. “Un’altra questione di rilievo -fa notare Foresta- è quella dei reimpieghi, presenti in molte case. Ci vorrebbe un censimento di tutti questi pezzi incastonati nei muri della città”.

Da alcuni anni è aumentata la sensibilità verso il patrimonio culturale ed in particolare quello archeologico. Ma c’è ancora molto da fare sul piano della collaborazione tra le istituzioni. Si dovrebbero realizzare un accordo di valorizzazione ed una rete di gestione. “Questa giornata -ha proposto Creta- dovrebbe essere un appuntamento periodico per informare e dialogare”. Col confronto e con la pressione delle associazioni ambientaliste è stata sventata la costruzione del depuratore a Santa Clementina. “Quell’area -conclude Foresta- miracolosamente sfuggita all’attività edilizia, rappresenta un patrimonio unico. L’hanno capito gli sportivi che lì vanno a fare jogging e a passeggiare. Ma, molto dipende anche da oculate scelte politiche”.

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