La campagna è viva e ci sono ancora gli agricoltori. Con la mietitura, la vendemmia e la raccolta delle olive. Per vederlo da vicino basta andare a Faicchio, Morcone e Montesarchio e in tutti i paesi della provincia di Benevento. Per raccontare i "colori" del mondo contadino e per far conoscere l’agricoltura che resiste, scende in campo la fotografia. Questo l'obiettivo del calendario 2024 con le “Immagini del Sannio Rurale”, prodotto dal Circolo Fotografico Sannita, diretto da Cosimo Petretti.
La scelta dei vincitori è stata davvero difficile, perché sul tavolo della giuria sono giunte quest’anno tante foto suggestive e significative. Per questo si è preferito assegnare il primo premio ex aequo a ben quattro partecipanti. Si tratta di Guido Ansaldi con “Vendemmia”, Roberto Gaetano con “Lavoro nei campi”, di Elvio De Blasio con “Panorama artistico” e di Alessio Verna con “Alberi”. Mentre il Premio Miglior Fotografo Donna è andato a Simona Nicolina Masotta per “Il pastore e il suo gregge”.
Sfogliando i mesi si viaggia nelle stagioni e nei mutamenti del paesaggio agrario. A febbraio, dietro gli alberi si staglia un dorato orizzonte, a maggio la primavera si presenta con i ciliegi fioriti di Mirko De Vivo, a giugno i mietitori di Gerardo Rubano squadrano il lavoro da fare, mentre ad aprile le donne di Fragneto Monforte sono alle prese con i cicatielli di una volta, immortalate da Pietro Iamartino. In un campo di Apice, a luglio, su un cielo azzurro spicca il Ponte Appiano, ritratto da Ines De Leucio. Ad ottobre i contadini di Tommaso De Mizio si rimboccano le maniche tra gli ulivi caudini.
Agricoltura e non solo. Come da tradizione, c’è anche l’omaggio ai grandi fotografi italiani e internazionali. Questa 33° edizione ha voluto dedicare un premio e una mostra a Carlo Riccardi, uno dei primi paparazzi, morto nel dicembre scorso a 96 anni. In una sala della Biblioteca provinciale sono state esposte le foto di tanti personaggi illustri, da Federico Fellini a Marcello Mastroianni, da Aldo Moro ad Enrico De Nicola, da Gianni Morandi ai Beatles. Il premio è stato ritirato dal figlio, che ha la stessa passione.
“Mio padre -racconta Maurizio Riccardi- era un personaggio particolare, fotografo e pittore, fasciava gli obelischi e i monumenti per richiamare l’attenzione sull’abbandono del patrimonio culturale. Fondò due accademie d’arte e due riviste. Amava la contaminazione e la condivisione. Non sottovalutate la fotografia. Dietro c’è la continua ricerca dell’umanità. Si può capire, ad esempio, la sofferenza dei migranti o dei bambini. E’ un palcoscenico per vedere il mondo da un altro punto di vista”.
Gli altri trofei sono stati assegnati a Monica Maffioli per la critica, Francesca Meloni, come fotografa emergente, Antonio Biasucci per il Memorial Osvaldo Buzzi, a Lia Pasqualino. “Grazie alla nostra iniziativa -ha ricordato Petretti- per Benevento sono passati grandi nomi. Ma non abbiamo mai avuto un’adeguata attenzione da parte delle istituzioni”. Questa volta c’è stato almeno il breve saluto del presidente della provincia, Nino Lombardi, che ha apprezzato il lavoro fatto. Ha presentato la giornalista Maria Ricca.
Prima delle immagini del Sannio rurale, sono state proiettate le foto più emblematiche di Meloni e Biasucci. Corpi frammentati e stilizzati, in bianco e nero, colti nella loro purezza e raffinatezza per la prima, e momenti di vita contadina per il secondo, come l’uccisione del maiale, la farina, il pane ,il latte, ma anche storie e sogni di migranti. “Per il mio lavoro di fotografo -ha detto Biasucci- ho seguito il metodo teatrale del regista Antonio Neiwiller. Gli artisti dovrebbero adottare i giovani”.
|