Dal romanzo al palcoscenico. Ritrova nuova vita e vitalità la storia raccontata da Luigi Pirandello nel romanzo “Il fu Mattia Pascal”, grazie a Giorgio Marchesi, che si è esibito nell’Auditorium di Sant’Agostino, per la stagione artistica organizzata dall’Accademia di Santa Sofia, insieme al Conservatorio e all’Università del Sannio. L’attore bergamasco, noto per le tante fiction televisive, ha interpretato con estro giocoso Pascal, alle prese con la voglia di cambiare vita e l’impossibilità di uscire dagli schemi.
Il monologo, accompagnato dalle musiche di Raffaele Toninelli al contrabbasso, ci porta subito nella penosa condizione di vita del protagonista, segnata dalla perdita del padre in tenera età, tormentata dai frequenti litigi con la moglie e la suocera. Il bibliotecario di Miragno, paesino ligure, decide così di scomparire. Raggiunge Montecarlo dove gioca al Casinò e vince una bella somma. “Quando cominciai -racconta- i primi colpi andarono male, ma poi fui preso da un’ebrezza estrosa e guadagnai 82 mila lire”.
Il racconto fatto da Giorgio Marchesi è vivacissimo. L’attore si presenta vestito con un frack bianco, un cilindro grigio in testa e gli anfibi ai piedi. Si muove sul palcoscenico con scatti danzanti, tra una spruzzata di rap e di jazz, canticchia, sprizza allegria, alza finanche una sedia al cielo. Descrive e interpreta con scioltezza tutti i personaggi, maschili e femminili, parla i vari dialetti regionali. Disserta di massime filosofiche e della teoria del “lanternino”, che ci fa vedere solo intorno a noi e ci procura tante ombre.
Quando sta per tornare a casa, legge su un giornale la notizia che una persona scomparsa è stata identificata per lui. Il rumore del treno è reso dai rintocchi sul contrabbasso. “Ora sono libero -griderà Mattia- posso essere artefice del mio destino. Posso fare quello che voglio. Mi chiamerò Adriano Meis”. Ma la società ha le sue regole, poggia su carte e documenti. Come potrà vivere la sua nuova identità? Nel frattempo la moglie Romilda si è sposata ed ha un figlio. Allora si rassegna, non gli resta che andare al cimitero a portare i fiori sulla sua tomba, perché egli non è altro che il fu Mattia Pascal.
Con la rivisitazione di Marchesi, il romanzo pirandelliano si trasforma in una commedia moderna. Lo stesso attore ha spiegato di aver voluto avvicinare il testo ai giovani. Prima dello spettacolo, Andrea Cusano ci ha ricordato l'importanza della luce. “Con la luce -ha affermato il docente universitario- si può curare il dolore, si può ringiovanire la pelle. Basti pensare ai solarium e alle lampade che abbiamo oggi. Come università partecipiamo ad un importante progetto nazionale di medicina rigenerativa”.
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